• 56,00 Iva Inclusa

    INNO ALLA GIOIA Inno della Comunità Europea

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale ITALIANO.
  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO ALLA GIOIA Inno della Comunità Europea

    45,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE AMERICANO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale RUSSO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE AUSTRIACO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale TEDESCO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE CINESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale GIAPPONESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE CIPROTA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale dell’ESTONIA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DEL BELGIO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale LUSSEMBURGO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DEL LUSSEMBURGO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale del BELGIO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DEL PORTOGALLO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale SPAGNOLO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELL’ESTONIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale CIPROTA.
  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELL’UCRAINA arr. per Symphonic Band di A. Pelizza

    45,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA DANIMARCA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale OLANDESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA FINLANDIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della SVEZIA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA LETTONIA

    56,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA LITUANIA

    56,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA REPUBBLICA CECA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della UNGHERESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA SLOVACCHIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della SLOVENIA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA SLOVENIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della SLOVACCHIA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA SVEZIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della FINLANDIA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DI MALTA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale POLACCO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE FRANCESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale GRECO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE GIAPPONESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale CINESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE GRECO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale FRANCESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE INGLESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale IRLANDESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE IRLANDESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale INGLESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno della Comunità Europea (INNO ALLA GIOIA).

     

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli

    45,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli

    45,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli

    45,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d'Italia, o Inno di Mameli, è l'inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell'autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l'inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell'Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l'inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto albertino, ed all'impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l'inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell'ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l'ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l'articolo dello Statuto albertino secondo cui l'unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l'uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch'esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l'inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell'Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un'Italia unita, erano più vive che mai. Anche l'ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell'Ottocento e oltre, Fratelli d'Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l'irredentismo che la caratterizzava, l'obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE MESSICANO

    45,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE OLANDESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della DANIMARCA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE POLACCO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale di MALTA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE RUSSO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale AMERICANO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE SPAGNOLO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale PORTOGALLO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE TEDESCO – INNO NAZIONALE DELLA GERMANIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale AUSTRIACO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE UNGHERESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della REPUBBLICA CECA.