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Pompeo Morisani nacque a Novi Ligure (Alessandria) nel 1866. Il padre Alessandro, Maggiore dell’esercito borbonico, discendente da una nobile famiglia, visse nella Reggia di Caserta e, si dice, fu compagno di giochi del re Francesco II, con cui mantenne per lungo tempo rapporti epistolari anche quando, approdato agli ideali garibaldini, indossò la camicia rossa. Pare poi che, giunto in Piemonte al seguito di Giuseppe Cesare Abba, sia arrivato a Tortona e di lì a Novi, dove era fiorente l’attività delle filande, dedicandosi alla bachicultura e avviando un negozio di telerie, attività che fu poi continuata brillantemente dal figlio Pompeo. Il padre aveva acquistato un violino da uno zingaro di passaggio e fu forse quello strumento a spingere il giovane ad approfondire gli studi musicali, da cui si era sempre sentito attratto. Conseguì la maturità classica nel liceo cittadino e giovanissimo suonò, oltre che nel teatro Carlo Alberto di Novi, in quelli di Parma, Reggio Emilia e Modena. Nel frattempo, componeva sul suo pianoforte musiche da ballo di gusto popolare adattato al mondo salottiero dell’epoca; ricordiamo, tra i brani superstiti, “Aurelia”, dedicata alla moglie, “A Boucia” e “Pomponette” (polke) e “Ipnotismo”, valzer dedicato all’amico Natale Savio. Gravemente infermo, il musicista conclude la sua esistenza il 9 settembre del 1915: nei vari encomi funebri appare come un onesto cittadino, stimato da tutte le Associazioni di cui aveva fatto parte, in cui seppe portare quel soffio di intelligente attività che ne caratterizzava la figura di gentiluomo.
Fonte: T. Calì, “Pompeo Morisani nel contesto musicale dell’Ottocento novese”. Articolo pubblicato sulla rivista “In Novitate” fascicolo I, anno 2008 n° 45.