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TE DEUM dall’Opera TOSCA
80,00€ Iva InclusaTosca è un’opera lirica in tre atti di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. La prima rappresentazione si tenne a Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900. Il libretto deriva da La Tosca di Victorien Sardou, il dramma rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 al Théatre de la Porte-Saint-Martin di Parigi, il cui successo fu legato soprattutto all’interpretazione di Sarah Bernhardt nei panni della protagonista.
La scena è ambientata nella chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma gremita di preti, chierici e giovani cantori che intonano il Te Deum di ringraziamento per la vittoria su Napoleone, mentre il capo della polizia Scarpia, dopo aver suscitato la gelosia di Tosca, medita sul suo piano diabolico. Una delle maggiori preoccupazioni di Puccini fu quella di riprodurre realisticamente l’atmosfera della Roma Papalina di inizio ottocento che tanta parte rivestiva nell’opera. Si rivolse perciò a Don Pietro Panichelli, che, da buon dilettante di musica, gli inviò una trascrizione della melodia del Te Deum in uso nella liturgia romana, mentre da alcune tavole dipinte a mano trovate presso antiquari della capitale trasse informazioni capillari sulla liturgia romana, sui paramenti dei partecipanti e sull’ordine in cui essi sfilavano in processione. -
TU CHE DI GEL SEI CINTA dall’Opera TURANDOT per Soprano e Orchestra d’Archi
70,00€ Iva InclusaTu che di gel sei cinta è un’aria di Liù (soprano) della prima scena del terzo atto di Turandot (1926), opera di Giacomo Puccini. L’aria rappresenta un punto chiave della composizione, il massimo contrasto fra Turandot e Liù, le due voci di soprano e protagoniste femminili che incarnano opposti sentimenti.
Le parole dell’aria sono state effettivamente scritte da Puccini stesso. In attesa che Giuseppe Adami e Renato Simoni fornissero la parte successiva del libretto, era stato infatti il compositore a realizzare il testo; quando i librettisti lo lessero decisero che non potevano fare di meglio.
Turandot vuole conoscere il nome del principe misterioso e quando viene a sapere che la serva conosce il suo nome le ordina di rivelarlo. Lei, perdutamente innamorata, non lo tradisce e viene torturata. La principessa è chiaramente presa dalla volontà di Liù e le chiede cosa le abbia messo tanta forza nel suo cuore. Liù risponde “Principessa, Amore!”
L’indicazione di tempo (Andante mosso con un poco d’agitazione) lascia un certo spazio a inflessioni. I primi tre versi cominciano e finiscono con “tu” e rappresentano una sfida alla sovrana, cantate con fermezza dalla serva che per amore affronta senza timore la crudele principessa, non mostrandosi più sottomessa. Il secondo tagliente verso minaccia la sconfitta della principessa (“vinta”) e e nel verso successivo, ripetuto con enfasi, è ribadito l’atteggiamento di sfida. Nei versi successivi, più calmati, il sentimento cambia (piano sul quarto verso, rallentando sul quinto) e la serva preannuncia il suo sacrificio. Dopo una brave ripresa del tempo, torna fermezza ed enfasi confidando nella vittoria di Calaf (perché egli vinca ancora), ripetuto poi in maniera ancor più decisa. Quindi ripete i versi precedenti (prima di quest’aurora/io chiudo stanca gli occhi), il primo con grande crescendo verso una fermata sostenuta e il secondo più dolce, che ricalca la ricerca della morte e la fine delle sofferenze, chiudendo con un toccante pianto contenuto nelle ultime sei note, marcate e sostenute.
Dopo aver cantato l’aria, Liù sottrae una spada, sfilandola dalla cintura di un soldato, e si uccide
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TURANDOT Suite sinfonica
200,00€ Iva InclusaTurandot è un’opera in 3 atti e 5 quadri, su libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni, lasciata incompiuta da Giacomo Puccini e successivamente completata da Franco Alfano.
Il soggetto dell’opera fu liberamente tratto da una commedia di Carlo Gozzi, e più esattamente, il libretto dell’opera di Puccini si basa sulla traduzione di Andrea Maffei dell’adattamento tedesco di Friedrich Schiller del lavoro di Gozzi. L’idea per l’opera venne al compositore in seguito a un incontro con i librettisti Giuseppe Adami e Renato Simoni, avvenuto a Milano nel marzo 1920. Nell’agosto dello stesso anno il compositore poté ascoltare, grazie al suo amico barone Fassini, un carillon con temi musicali proveniente dalla Cina. Alcuni di questi temi sono presenti nella stesura definitiva della partitura.
Alla fine della sua parabola creativa Puccini si cimenta con un soggetto favoloso, d’impronta fantastica. Non era mai accaduto, se si eccettua la scena finale della sua prima opera, Le Villi. -
VEXILLA REGIS per Coro Maschile e Concert Band
80,00€ Iva InclusaVexilla regis è un inno per coro maschile (tenore e basso) e organo composto in gioventù da Giacomo Puccini.
Il testo latino è tratto liberamente dall’inno omonimo di Venanzio Fortunato.
L’autografo, già di proprietà del violinista Adolfo Betti, fu venduto nel 1936 alla Library of Congress di Washington, dove fu registrato l’11 giugno dello stesso anno.
Secondo la testimonianza di Adolfo Betti (21 marzo 1873 – 2 dicembre 1950), Puccini avrebbe composto l’inno su commissione del padre Adelson Betti (1841 – 1903), organista e maestro di coro a Bagni di Lucca, di cui era spesso ospite durante i soggiorni nella cittadina termale dove suonava nell’orchestrina da ballo del casinò. Il compenso sarebbe stato di 10 lire e una torta.
Secondo Dieter Schickling, il coro era destinato ad essere eseguito in occasione della settimana santa. Lo studioso tedesco data la composizione tra il 1874 e il 1880.
Le 91 battute dell’inno presentano una struttura ABA con da capo della sezione iniziale. La sezione A (prima quartina) è un Maestoso in tonalità di Sol maggiore, mentre la sezione B (seconda quartina) è un Largo in Sol minore. La scrittura, per buona parte omoritmica, presente alcuni passaggi ad imitazione e una sezione più melodica, affidata alla voce del basso, all’inizio del Largo.
Benché composta per organo, la parte strumentale presenta figure d’accompagnamento convenzionali, tipiche della tradizione operistica italiana.
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