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AIDA
100,00€ Iva InclusaAida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste Mariette. La prima rappresentazione avvenne alla Khedivial Opera House del Cairo il 24 dicembre 1871. Interpreti di quel debutto furono: Il Re, Tommaso Costa, basso; Amneris, Eleonora Grossi, mezzosoprano; Aida, Antonietta Anastasi Pozzoni, soprano; Radames, Pietro Mongini, tenore; Ramphis, Paolo Medini, basso; Amonasro, Francesco Steller, baritono; Un Messaggero, L. Stecchi Bonardi, tenore.
Ismail Pasha, kedivè d’Egitto, commissionò l’opera a Verdi per celebrare l’apertura del Canale di Suez nel 1869, pagandolo 80.000 franchi, ma la prima dell’opera fu ritardata a causa della guerra franco-prussiana. Quando finalmente la prima ebbe luogo, l’opera ottenne un enorme successo e ancora oggi continua ad essere una delle opere liriche più famose.
Il luogo ideale per eseguire quest’opera è l’ Arena di Verona, poichè, grazie all’abbondanza di spazio, si possono creare mastodontiche e meravigliose scenografie dell’Antico Egitto; infatti è sempre nel cartellone delle stagioni liriche areniane e fu innoltre la prima opera eseguita in Arena nel 1913 per la sua prima stagione lirica. L’opera ha innoltre aperto la stagione lirica del Teatro alla Scala dell’anno 2006-2007, con la scenografia di Zeffirelli. -
AIDA
70,00€ Iva InclusaAida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste Mariette. La prima rappresentazione avvenne alla Khedivial Opera House del Cairo il 24 dicembre 1871. Interpreti di quel debutto furono: Il Re, Tommaso Costa, basso; Amneris, Eleonora Grossi, mezzosoprano; Aida, Antonietta Anastasi Pozzoni, soprano; Radames, Pietro Mongini, tenore; Ramphis, Paolo Medini, basso; Amonasro, Francesco Steller, baritono; Un Messaggero, L. Stecchi Bonardi, tenore.
Ismail Pasha, kedivè d’Egitto, commissionò l’opera a Verdi per celebrare l’apertura del Canale di Suez nel 1869, pagandolo 80.000 franchi, ma la prima dell’opera fu ritardata a causa della guerra franco-prussiana. Quando finalmente la prima ebbe luogo, l’opera ottenne un enorme successo e ancora oggi continua ad essere una delle opere liriche più famose.
Il luogo ideale per eseguire quest’opera è l’ Arena di Verona, poichè, grazie all’abbondanza di spazio, si possono creare mastodontiche e meravigliose scenografie dell’Antico Egitto; infatti è sempre nel cartellone delle stagioni liriche areniane e fu innoltre la prima opera eseguita in Arena nel 1913 per la sua prima stagione lirica. L’opera ha innoltre aperto la stagione lirica del Teatro alla Scala dell’anno 2006-2007, con la scenografia di Zeffirelli. -
AIDA Fantasia Atto 2° e Marcia Trionfale
80,00€ Iva InclusaUn interessante trascrizione della celeberrima Marcia trionfale dall’opera Aida che fa da cornice al ritorno in Egitto di Radames, vincitore nella guerra contro gli etiopi. Questa fantasia è stata pensata per poter essere eseguita da tutte le bande (anche con organici ridotti).
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ATTILA Preludio dall’Opera
70,00€ Iva InclusaAttila è un’opera di Giuseppe Verdi su libretto di Temistocle Solera tratto dalla tragedia Atila, Konig der Hunnen di Zacharias Werner.
Debuttò alla Fenice di Venezia il 17 marzo 1846. L’opera affascinò Verdi soprattutto per i protagonisti: Attila, Ezio ed Odabella. Il compositore, non del tutto soddisfatto del libretto, decise di far fare alcune modifiche a Francesco Maria Piave. Solera si offese e non collaborò mai più col musicista.
La prima dell’opera non ebbe il successo desiderato, tuttavia l’opera si affermò al margine del repertorio ottocentesco, ed è eseguita abbastanza spesso anche oggi. -
CORO DEI GITANI dall’Opera “IL TROVATORE”
80,00€ Iva InclusaNon meno celebre dei precedenti Cori del Nabucco e de I lombardi alla I crociata, il coro del Trovatore, tratto dall’atto secondo dell’opera, mentre i gitani cantano “Vedi le fosche notturne spoglie” i fabbri battono ritmicamente sulle incudini i martelli.
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CORO DEI GITANI dall’Opera IL TROVATORE
70,00€ Iva InclusaNon meno celebre dei precedenti Cori del Nabucco e de I lombardi alla I crociata, il coro del Trovatore, tratto dall’atto secondo dell’opera, mentre i gitani cantano “Vedi le fosche notturne spoglie” i fabbri battono ritmicamente sulle incudini i martelli.
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DI QUELLA PIRA dall’Opera “IL TROVATORE”
80,00€ Iva InclusaDi quella pira è una popolare cabaletta, tratta dal Trovatore di Giuseppe Verdi, su libretto di Salvadore Cammarano.
Nel secondo quadro della parte terza, Manrico (tenore) e Leonora (soprano) si trovano all’altare, pronti a sposarsi. Manrico ha appena cantato l’unica aria a lui affidata nell’opera, «Ah sì, ben mio coll’essere». Dopo un breve duetto “nuziale” («L’onda de’ suoni mistici»), accompagnato da un organo interno, arriva improvvisamente Ruiz, il luogotenente di Manrico nel conflitto contro il Conte di Luna, e gli rivela che la vecchia zingara Azucena, colei che Manrico ritiene la propria madre, è caduta nelle mani dei nemici. Manrico invia Ruiz a raccogliere un drappello di armati, e intona questa celebre cabaletta. L’intervento di Leonora ha luogo prima che l’esecuzione riprenda da capo, come previsto dalle convenzioni del melodramma ottocentesco. La cabaletta si conclude con la partenza di Manrico per la battaglia con cui intende salvare la madre.
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E’ STRANO E’ STRANO finale atto 1° dall’Opera “LA TRAVIATA”
80,00€ Iva InclusaIl primo atto si conclude con una lunga sequenza di cui è di scena soltanto Violetta (con l’eccezione di un breve momento in cui alla sua voce si intreccia quella di Alfredo, che si ode cantare dall’esterno). La festa è finita, gli ospiti se ne sono andati, e la ragazza è rimasta sola nelle sue stanze a riflettere sulle parole del giovane appena conosciuto. Soltanto ora (“È strano! È strano!”) si rende conto che la sua dichiarazione d’amore l’ha commossa più di quanto non le fosse sembrato inizialmente: per un attimo si domanda se non possa essere anche lei capace di donarsi in modo puro e disinteressato a un sol uomo, riconoscendo la superficialità della propria vita improntata al godimento. Nell’aria “Ah, fors’è lui” rivela così il suo intimo desiderio di amare e di essere amata veramente, e la speranza che Alfredo sia colui che da tempo attendeva, il salvatore venuto a riportarle pace e serenità. Ma subito cerca di scacciare queste idee (“Follie!”) e si propone di rivolgere nuovamente il proprio pensiero alle feste, al piacere e alla vita mondana (“Sempre libera degg’io / folleggiar di gioia in gioia”). Per un attimo la voce di Alfredo, che canta da sotto il balcone il brano già intonato in precedenza (“Di quell’amor ch’è palpito…”), torna a turbarla: ma rapidamente manifesta nuovamente l’intenzione di rifiutare, almeno per ora, la sua offerta d’amore.
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G. Verdi LA FORZA DEL DESTINO Sinfonia dall’Opera – Trasc. per Concert Band di M. Picchioni
100,00€ Iva InclusaLa prima rappresentazione de “La forza del destino”, opera in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, avviene a Pietroburgo, al Teatro Imperiale, il 10 Novembre del 1862. L’opera è accolta entusiasticamente sia dal pubblico che dalla critica, ma Verdi, non completamente soddisfatto, riscrive in parte il libretto (con l’aiuto di Antonio Ghislanzoni) e tolti alcuni pezzi, mutato l’ordine delle scene, rifatto il finale per renderlo meno truce ed aggiunta la famosa sinfonia, la presenta al Teatro alla Scala di Milano il 27 Febbraio del 1869. Con “La forza del destino” Verdi conclude la stagione “eroica” della sua attività creativa ed inizia la ricerca di una più elaborata struttura “drammatica”. L’opera lirica adotta una tecnica abbastanza comune nel XIX secolo, tecnica che lo stesso compositore aveva già sperimentato nel “Rigoletto”: il ricorrere di uno o più temi o motivi caratteristici nei punti cruciali della vicenda, allo scopo di raggiungere l’unità drammatica e musicale (i leitmotif di Wagner). Verdi dà meno importanza alla rigida struttura dell’aria per raggiungere una maggiore scioltezza nell’uso del recitativo corredato di maggiori attenzioni strumentali e melodiche. Già in quest’opera si evince un vigore nuovo che anima il canto verdiano, fatto di frasi concise e tese su ritmi balzanti e solidi; i suoni tendono a concentrare il dramma, senza indulgere a frasi ingiustificate; i protagonisti (come in molte altre opere dello stesso periodo e successive), emergono in una luce eroica che ne amplia a dismisura le passioni dominanti. Se le opere del primo periodo, nella sommarietà dei tratti, rappresentano il rude scossone impresso ad un melodramma appesantito nelle “cavatine”, già ne “La forza del destino” (come poi anche nei capolavori della trilogia popolare “Il Rigoletto”, “Il Trovatore” e “La Traviata”) si animano le consuete arie e recitativi di un forte pensiero drammatico, di un’umanità che vive di grandi affetti, che conferiscono al canto nuova commozione. Un’evoluzione creativa di Verdi che prosegue attraverso la conquista di un declamato melodico sempre più duttile, di un linguaggio armonico sempre più ricco, di un’orchestrazione sempre più colorita e sensibile.
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GIOVANNA D’ARCO
65,00€ Iva InclusaGiovanna d’Arco dramma lirico di Giuseppe Verdi, su libretto di Temistocle Solera, rappresentato per la prima volta il 15 febbraio 1845, tratto parzialmente dal dramma di Friedrich Schiller La Pulzella d’Orléans. -
GIOVANNA D’ARCO
100,00€ Iva InclusaComposta nel 1845 su libretto di Solera tratto dal dramma di Schiller, anche Giovanna d’Arco e una delle opere minori e meno rappresentate di Verdi. La Sinfonia dell’Opera trascritta per Banda da Massimo Picchioni è in forma di pot-pourrì, la prima parte contiene una “Tempesta”, la seconda uno stupendo intermezzo concertante dei legni, “Flauto, Oboe e Clarinetto”, la terza parte e una sorta di trasformazione della materia tematica.
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INNO DELLE NAZIONI versione completa – Trasc. per Concert Band di Massimo Picchioni
110,00€ Iva InclusaL’Inno delle nazioni è una cantata profana composta da Giuseppe Verdi su testo di Arrigo Boito per l’Esposizione universale del 1862, presentata in anteprima il 24 maggio 1862 presso la Royal Opera House di Londra.
Per l’Esposizione Universale del 1862 a Londra, furono incaricati di comporre musica di festa per l’occasione i compositori di quattro paesi: Germania (Giacomo Meyerbeer), Francia (Daniel-François-Esprit Auber), Gran Bretagna (William Sterndale Bennett) e Italia, recentemente unificata. Prima di dare l’incarico a Giuseppe Verdi, che aveva appena terminato la composizione della sua opera La forza del destino, si cercò la disponibilità di Gioachino Rossini, che rifiutò l’offerta.
Nel 1861 l’Italia era stata unificata per la maggior parte del suo territorio, le regioni ancora non annesse erano il Lazio, l’ultimo residuo dello Stato Pontificio ed il Triveneto. In questo clima di eccitazione, Verdi incontrò il poeta e compositore Arrigo Boito, allora ventenne, che scrisse un testo sulla pace e l’amicizia tra i popoli. In contrasto con il testo di Boito, la composizione non finisce con un inno all’arte come era preventivato, ma sulle note di “God Save the Queen”, “La Marsigliese” e “Il Canto degli Italiani”. La cantata venne conclusa a Parigi tra il 24 febbraio ed il 31 marzo 1862, e non fu eseguita al concerto di apertura con i lavori di Meyerbeer, Auber e Bennett, ma in un concerto complementare alla Royal Opera House. In questa rappresentazione la parte solistica, che Verdi aveva scritto originariamente per il tenore Enrico Tamberlick, fu eseguita dal soprano Therese Tietjens. La mancata esecuzione della cantata al concerto di apertura è dovuta, probabilmente, al fatto che Verdi sostituì nella parte orchestrale l’inno per l’imperatore Napoleone III con “la Marsigliese”, simbolo della Repubblica, ma soprattutto per il fatto che il lavoro risultò essere una marcia e non una cantata come inizialmente richiesto dalla committenza.
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LA BATTAGLIA DI LEGNANO
90,00€ Iva InclusaQuesta opera, scritta su libretto di Salvatore Cammarano, è la quattordicesima nel catalogo verdiano. Rappresentata per la prima volta al Teatro Argentina di Roma,
il 27 gennaio 1849, è ambientata nel 1176, durante la lotta tra i comuni della Lega Lombarda e Federico Barbarossa; la musica è carica di tinte risorgimentali, che si evidenziano sin dalla Sinfonia d’apertura.
Dopo l’apertura, affidata agli ottoni con carattere ad un tempo stesso eroico e cupo, abbiamo un insolito (in Verdi) quartetto che vede dialogare tra loro Flauto, Oboe, Clarinetto e Fagotto; nell’Allegro che segue troviamo due temi (uno dei quali è lo stesso che aveva aperto il brano) che si alternano, per poi presentarsi sovrapposti uno sull’altro fino al sopraggiungere del trascinante finale. -
LA TRAVIATA Preludio atto 1°
60,00€ Iva InclusaComposta nella primavera del 1852 e rappresentata per la prima volta al teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo del 1853; come scrisse lo stesso Verdi la rappresentazione fu un vero e proprio fiasco, ma nella ripresa avutasi quattordici mesi dopo il fiasco si trasformò in un trionfo e da allora La traviata ha seguitato a trionfare in tutto il mondo, divenendo l’opera più amata dal pubblico.
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LA TRAVIATA Preludio atto 1°
60,00€ Iva InclusaLa Traviata è un opera in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, tratta da La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio (dramma teatrale andato in scena a Parigi il 2 febbraio 1852). Terza opera della famosa “trilogia popolare” (con Trovatore e Rigoletto), è forse la partitura musicale più densa di interiorità psicologica di tutto il teatro d’opera romantico: le figure femminili verdiane precedentemente delineate trovano in Violetta il più alto e perfetto compendio. Si impone, in quest’opera, un nuovo tipo di lirismo drammatico, non più fondato sui violenti contrasti delle passioni, ma su sottili e spesso raffinate notazioni dei sentimenti, del dolore, della tenerezza, dell’amore, della rassegnazione.
Soprattutto per l’audacia del soggetto, alla sua prima rappresentazione, al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, la Traviata fu un clamoroso insuccesso. Ma l’anno dopo, ripresentata al Teatro San Benedetto, sempre a Venezia, l’opera fu calorosamente applaudita. -
LA TRAVIATA Preludio atto 3°
60,00€ Iva InclusaComposta nella primavera del 1852 e rappresentata per la prima volta al teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo del 1853; come scrisse lo stesso Verdi la rappresentazione fu un vero e proprio fiasco, ma nella ripresa avutasi quattordici mesi dopo il fiasco si trasformò in un trionfo e da allora La traviata ha seguitato a trionfare in tutto il mondo, divenendo l’opera più amata dal pubblico.
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LIBIAMO NEI LIETI CALICI Brindisi dall’Opera “LA TRAVIATA”
80,00€ Iva InclusaLa Traviata è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio), «La signora delle camelie»; viene considerata l’opera più significativa e romantica di Verdi e fa parte della “Trilogia Popolare” assieme a Il Trovatore e a Rigoletto.
La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 ma, a causa soprattutto d’interpreti non all’altezza e della scabrosità dell’argomento, si rivelò un sonoro fiasco; ripresa l’anno successivo con l’interpretazione di un cast più valido e retrodatando l’azione di due secoli riscosse finalmente il meritato successo.
Nel tempo La Traviata non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto “repertorio”. Il ruolo principale, quello di Violetta, richiedendo una voce da soprano al tempo stesso di coloratura, specie nell’atto primo, lirica e drammatica, in modo da restituire appieno la tinta verdiana, ha avuto interpreti di altissimo livello.
Fra i passaggi più popolari dell’opera sono da segnalare l’invocazione di Violetta “Amami, Alfredo”, il famoso brindisi “Libiamo ne’ lieti calici”, la cabaletta “Sempre libera degg’io”, il concertato finale del secondo atto, l’aria “Addio, del passato” e il duetto “Parigi, o cara”.
“Libiamo ne’ lieti calici” è un celebre brindisi in tempo di valzer tratto del primo atto.
Costituisce uno degli episodi in cui si articola l’introduzione dell’opera ed è intonato da Violetta (soprano), Alfredo (tenore) e dal coro imbottito di seconde parti (Flora, Gastone, il Barone, il Dottore, il Marchese).
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LIBIAMO NEI LIETI CALICI Brindisi dall’Opera “LA TRAVIATA”
80,00€ Iva InclusaLa Traviata è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave tratto dalla pièce teatrale di Alexandre Dumas (figlio), «La signora delle camelie»; viene considerata l’opera più significativa e romantica di Verdi e fa parte della “Trilogia Popolare” assieme a Il Trovatore e a Rigoletto.
La prima rappresentazione avvenne al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853 ma, a causa soprattutto d’interpreti non all’altezza e della scabrosità dell’argomento, si rivelò un sonoro fiasco; ripresa l’anno successivo con l’interpretazione di un cast più valido e retrodatando l’azione di due secoli riscosse finalmente il meritato successo.
Nel tempo La Traviata non ha mai smesso d’appassionare, entrando a far parte del cosiddetto “repertorio”. Il ruolo principale, quello di Violetta, richiedendo una voce da soprano al tempo stesso di coloratura, specie nell’atto primo, lirica e drammatica, in modo da restituire appieno la tinta verdiana, ha avuto interpreti di altissimo livello.
Fra i passaggi più popolari dell’opera sono da segnalare l’invocazione di Violetta “Amami, Alfredo”, il famoso brindisi “Libiamo ne’ lieti calici”, la cabaletta “Sempre libera degg’io”, il concertato finale del secondo atto, l’aria “Addio, del passato” e il duetto “Parigi, o cara”.
“Libiamo ne’ lieti calici” è un celebre brindisi in tempo di valzer tratto del primo atto.
Costituisce uno degli episodi in cui si articola l’introduzione dell’opera ed è intonato da Violetta (soprano), Alfredo (tenore) e dal coro imbottito di seconde parti (Flora, Gastone, il Barone, il Dottore, il Marchese).
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MACBETH
70,00€ Iva InclusaQuesto meraviglioso preludio introduce al primo atto dell’Opera Macbeth, una tra le più belle opere di G. VERDI.
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MARCIA TRIONFALE dall’Opera AIDA
56,00€ Iva InclusaStampata assieme a: STELLE E STRISCE – PATRIA – NAPOLI – ADDIO A TRAPANI – PACE ARMATA -
MARCIA TRIONFALE dall’Opera AIDA Triumphal March
80,00€ Iva InclusaAida è un opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, che tradusse in italiano l’originale francese di Camille du Locle, che si era ispirato ad un abbozzo dell’egittologo Mariette. L’opera venne commissionata da Ismail Pascià, viceré d’Egitto, per festeggiare l’apertura del canale di Suez nel 1870.
La prima rappresentazione venne però ritardata dalla guerra franco-prussiana del 1870 e Aida potè essere rappresentata solo il 24 dicembre 1871 al Teatro Reale dell’Opera del Cairo.
La prima italiana si svolse sei settimane dopo, a Milano. Dopo Don Carlos, Verdi in Aida dà maggiore evidenza all’elemento sinfonico senza per questo diminuire le qualità melodiche e drammatiche. -
NABUCCO
65,00€ Iva InclusaNabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti.
È stata spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese.
Questa interpretazione, però, fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva, che volle, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, sottolineare l’attività artistica del compositore in senso risorgimentale. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va’, pensiero, sull’ali dorate, intonato dal popolo ebreo, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.
Occorre inoltre ricordare che il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che giustificherebbe la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.
In origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera era Nabucodonosor ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè “Nabucco” e, a capo, “Donosor” ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione del nome dell’opera fino ad oggi nota come del Nabucco. Tuttavia per i primi due anni di vita dell’opera il titolo fu sempre Nabucodonosor, e per trovare la prima attestazione storica dell’ipocorismo del titolo in Nabucco si dovrà attendere l’allestimento dato a Corfù nel 1844.
L’opera venne realizzata dopo un periodo travagliato della vita di Verdi, in quanto non solo egli era andato incontro ad un fiasco con la rappresentazione della sua opera Un giorno di regno il 5 settembre 1840, ma aveva anche subito la morte della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio. Ciò lo aveva condotto ad un rifiuto totale di comporre brani musicali, se non che venne contattato dall’impresario teatrale Bartolomeo Merelli il quale gli propose un libretto composto da Temistocle Solera. Tale libretto, il quale recava il nome di Nabucco colpì a tal punto Verdi che accettò volentieri di musicare l’opera. Nel 1841 venne completata la partitura musicale e il successivo 9 marzo 1842 l’opera venne messa in scena alla Scala di Milano.
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NABUCCO Marcia Funebre sui temi dell’Opera
42,00€ Iva InclusaStampata assieme a AFFLITTA di Orsomando / PACE ETERNA di Ippolito / DESOLAZIONE di Nicoletti -
NABUCCO Sinfonia dall’Opera
100,00€ Iva InclusaNabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti.
È stata spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese.
Questa interpretazione, però, fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva, che volle, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, sottolineare l’attività artistica del compositore in senso risorgimentale. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va’, pensiero, sull’ali dorate, intonato dal popolo ebreo, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.
Occorre inoltre ricordare che il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che giustificherebbe la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.
In origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera era Nabucodonosor ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè “Nabucco” e, a capo, “Donosor” ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione del nome dell’opera fino ad oggi nota come del Nabucco. Tuttavia per i primi due anni di vita dell’opera il titolo fu sempre Nabucodonosor, e per trovare la prima attestazione storica dell’ipocorismo del titolo in Nabucco si dovrà attendere l’allestimento dato a Corfù nel 1844.
L’opera venne realizzata dopo un periodo travagliato della vita di Verdi, in quanto non solo egli era andato incontro ad un fiasco con la rappresentazione della sua opera Un giorno di regno il 5 settembre 1840, ma aveva anche subito la morte della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio. Ciò lo aveva condotto ad un rifiuto totale di comporre brani musicali, se non che venne contattato dall’impresario teatrale Bartolomeo Merelli il quale gli propose un libretto composto da Temistocle Solera. Tale libretto, il quale recava il nome di Nabucco colpì a tal punto Verdi che accettò volentieri di musicare l’opera. Nel 1841 venne completata la partitura musicale e il successivo 9 marzo 1842 l’opera venne messa in scena alla Scala di Milano.
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O SIGNORE DAL TETTO NATIO dall’Opera I LOMBARDI
60,00€ Iva InclusaO Signore dal tetto natio e Va Pensiero hanno consolidato la fama di Verdi quale abile compositore di cori. Tale fu il fervore popolare che il cognome del compositore divenne il vessillifero del movimento per l’unità e l’indipendenza Italiana, conosciuto come Risorgimento. Questi sentimenti patriottici caratterizzarono sempre la produzione corale del compositore di Busseto che fu in grado di interpretare le aspirazioni della borghesia italiana ottocentesca.
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O SIGNORE DAL TETTO NATIO dall’Opera I LOMBARDI
60,00€ Iva InclusaO Signore dal tetto natio e Va Pensiero hanno consolidato la fama di Verdi quale abile compositore di cori. Tale fu il fervore popolare che il cognome del compositore divenne il vessillifero del movimento per l’unità e l’indipendenza Italiana, conosciuto come Risorgimento. Questi sentimenti patriottici caratterizzarono sempre la produzione corale del compositore di Busseto che fu in grado di interpretare le aspirazioni della borghesia italiana ottocentesca.
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OBERTO CONTE DI SAN BONIFACIO
65,00€ Iva InclusaOberto, Conte di San Bonifacio è la prima opera di Giuseppe Verdi, composta su libretto di Antonio Piazza rielaborato da Temistocle Solera. In origine si trattava probabilmente di un libretto intitolato Rochester o Lord Hamilton per il quale Verdi aveva composto la musica nel 1836, utilizzata poi per l’Oberto.
La prima rappresentazione ebbe luogo nell’ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano il 17 novembre 1839 con buon successo.
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OBERTO CONTE DI SAN BONIFACIO
90,00€ Iva InclusaVerdi aveva appena compiuto 22 anni quando si apprestò a comporre la sua prima opera, un giovane senza esperienza cui non era ancora del tutto chiaro quali fossero le qualità necessarie ad un libretto ne quali fossero le proprie capacità. La sinfonia è sicuramente una delle pagine più interessanti di tutta l’opera.
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RIGOLETTO
42,00€ Iva InclusaQuesto preludio introduce al primo atto del “Rigoletto”, l’opera più amata dal compositore di Busseto.
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RIGOLETTO
42,00€ Iva InclusaQuesto preludio introduce al primo atto del “Rigoletto”, l’opera più amata dal compositore di Busseto.
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SUONA LA TROMBA per Voce e Banda
70,00€ Iva InclusaLe trattative per il “Suona la tromba” avvengono in questa atmosfera di generale euforia patriottica.
Mazzini s’era rivolto a Verdi (che si trovava a Parigi), da Milano, sul finire di Maggio, per la composizione di un “inno pattriottico” e ne aveva ricevuto risposta affermativa.
S’era poi raccomandato a Goffredo Mameli come al poeta che, essendosi imposto con gli inni “Ai Bandiera” e “Ai Fratelli d’Italia”, veniva considerato il migliore interprete dei sentimenti nazionali. Così il 6 Giugno, Mazzini, che sapeva Mameli aggregato alla colonna mantovana facente parte del corpo di spedizione di Lamarmora, gli aveva indirizzato l’esplicito invito: ”Cogli il primo momento d’ispirazione, che non sia ricordo delle tue Grazie, ma ispirazione bellicosa, popolare; e mandami un inno che diventi la Marsigliese italiana; e della quale il popolo, per usare la frase di Verdi, scordi l’autore e il poeta.”
Prontamente aveva accondisceso Mameli con un “Inno Militare”, che Mazzini, trovandolo “assai bello”, rispedì a Verdi per essere musicato.
Il Maestro così rispose in data 18 Ottobre 1848 da Parigi:
“Vi mando l’inno, e sebbene un po’ tardi, spero vi arriverà in tempo. Ho cercato d’essere più popolare e facile che mi sia stato possibile. Fatene l’uso che credete: abbruciatelo anche se non lo credete degno. Se poi gli date pubblicità, fate che il poeta cambi alcune parole nel principio della seconda e terza strofa, in cui sarà bene fare una frase di cinque sillabe che abbia un senso a sé come tutte le altre strofe.
‘Noi lo giuriamo…’ ‘Suona la tromba’, etc. etc., poi, ben s’intende, finire il verso con lo sdrucciolo. Nel quarto verso della seconda strofa bisognerà far levare l’interrogativo e fare che il senso finisca col verso.
Io avrei potuto musicarli come stanno, ma allora la musica sarebbe diventata difficile, quindi meno popolare e non avremmo ottenuto lo scopo.
Possa quest’inno, fra la musica del cannone, essere presto cantato nelle pianure lombarde. Ricevete un cordiale saluto di chi ha per voi tutta la venerazione.
P.S. Se vi decidete stamparlo potete rivolgervi a Carlo Pozzi, Mendrisio, che è corrispondente di Ricordi.” -
UN BALLO IN MASCHERA
70,00€ Iva InclusaIl giudizio dato da Dannunzio su Un ballo in maschera, che fosse cioè il più melodrammatico dei melodrammi, assume per noi oggi un significato positivo, alla luce di quello che Verdi intendeva per “Dramma Musicale”, secondo le sue stesse parole: “Le mie note o belle o brutte che siano non le scrivo mai a caso e procuro di darvi sempre un carattere”.
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