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ORDINARIUM MISSAE per Coro e Orchestra d’Archi
Non è un caso isolato il fatto che la Messa in latino abbia ispirato i compositori di ogni epoca!
Questo mio lavoro – per coro e archi – è un semplice tentativo di ricerca, una sorta di intreccio fra dissonanze e tradizionali sequenze melodiche, seppur contenute in un coerente linguaggio modale.
Nonostante la scrittura sobria e lineare, il frequente cromatismo mette a dura prova l’intonazione delle parti vocali che spesso si alternano all’organico strumentale in giocosi concertati.
Anche se nel brano iniziale il coro presenta una forma responsoriale, i pezzi successivi adottano una struttura melo-armonica in cui è quasi del tutto escluso il contrappunto fiorito: tale scelta è giustificata dalla preoccupazione di rendere poco comprensibile il testo, legato maggiormente al fatto che sia stato scritto in una lingua ancorata al passato. -
PIANO ROCK per Pianoforte e Orchestra
Il brano si sviluppa da un semplice spunto tematico esposto dal pianoforte fin dall’introduzione in un contesto ritmico polimetrico che contraddistingue l’intera composizione. Segue una serie di brevi episodi che ruotano tutti attorno a questa cellula motivica secondo un procedimento compositivo che consiste essenzialmente in trasformazioni ritmico-melodiche che non alterano sostanzialmente il disegno originale, in un contesto ritmico e armonico sempre cangiante.
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STABAT MATER per Soprano, Contralto e Orchestra d’Archi
Questa composizione è costituita da una serie di cinque pezzi. Essa inizia e finisce nel tono di Sol e attraverso la modulazione verso altre tonalità tutte in modo minore, giustifica il contenuto mesto e contemplativo dell’intera opera. E’ molto presente lo stile fugato ed è vivo l’intreccio di carattere contrappuntistico anche tra le diverse parti strumentali; è frequente il ricorso al genere modale, specialmente tra le parti corali. I brani riservati alle voci soliste sono squisitamente di natura lirica; quelli composti per il gruppo vocale, invece, si presentano in varie forme: polifonica, omofonica e corale. Il pezzo centrale,“Eja, Mater, fons amòris”, si distingue per il continuo alternarsi di tempi ternari e binari e per i marcati contrattempi affidati esclusivamente agli archi, specie quando essi introducono il coro. Nel complesso, l’opera ha una breve durata ma l’autore è riuscito nel suo intento sapendo attingere profonda ispirazione dal santuario mariano di Caravaggio.
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