• Segnaposto
    38,00 Iva Inclusa

    RUSTICANELLA

    38,00 Iva Inclusa
  • 42,00 Iva Inclusa

    ORIZZONTI Piccola fantasia Partigiana

    42,00 Iva Inclusa
    Piccola fantasia di canti partigiani.
  • 50,00 Iva Inclusa

    IL SILENZIO FUORI ORDINANAZA

    50,00 Iva Inclusa
  • 50,00 Iva Inclusa

    IL SILENZIO FUORI ORDINANAZA

    50,00 Iva Inclusa
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    IL SILENZIO FUORI ORDINANAZA

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    INNO DEI SOMMERGIBILI

    50,00 Iva Inclusa
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    AL CIANTE IL GIAL

    50,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli per Voce e Banda (in FA Magg.)

    56,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

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    LA CANZONE DEL GRAPPA

    56,00 Iva Inclusa

    Stampata assieme a SUL PONTE DI BASSANO.

    La Canzone del Grappa è una canzone popolare della Grande Guerra; fu composta nel 1918 prendendo spunto da una scritta anonima apparsa sui muri di una casa della Val Cismon, allora occupata dall’esercito austriaco, che recitava appunto: “Monte Grappa tu sei la mia Patria”.
    L’intento di quello che è divenuto un vero e proprio inno, nato tra le trincee ed il fango dallo spunto di un patriota che scrisse la prima frase sul muro di una casa distrutta dal nemico invasore, era quello ricordare ai posteri coloro che si immolarono per la patria con sulle labbra, prima di morire, la frase: Monte Grappa tu sei la mia Patria.
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    SUL PONTE DI BASSANO

    56,00 Iva Inclusa
    stampata assieme a LA CANZONE DEL GRAPPA.
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    ADDIO DEL VOLONTARIO

    56,00 Iva Inclusa
    stampata assieme a LA BANDIERA DEI TRE COLORI
  • 56,00 Iva Inclusa

    LA BANDIERA DEI TRE COLORI

    56,00 Iva Inclusa
    stampata assieme a ADDIO DEL VOLONTARIO.
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    INNO DELL’ARTIGLIERE

    56,00 Iva Inclusa

    Stampata assieme a PARACADUTISTI D’ITALIA.

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    PARACADUTISTI D’ITALIA

    56,00 Iva Inclusa

    Stampata assieme a INNO DELL’ARTIGLIERE.

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    PASSAN LE PENNE NERE

    56,00 Iva Inclusa

    Stampata assieme a FIGLI D’ITALIA (INNO DEI COMBATTENTI).