CARMELINA di Emanuele Celona
La marcia brillante, è stata dedicata dal compositore, come segno di gratitudine, alla madre, Carmela. Fonte d’ispirazione della composizione è stata la festa della Mamma, che annualmente viene festeggiata nel mese di Maggio.
GIOIA TIRRENICA di Emanuele Celona
Gioia Tirrenica
E' una marcia brillante ispiratasi ai mesi d'estate del Villafranchese , quando giovani, musica e cultura interagiscono tra di loro trasmettendo in luoghi e piazze principali della cittadina, momenti di felicità.
FUOCHI DI LUGLIO di Emanuele Celona
Marcia Brillante ispiratasi ai stupendi fuochi d'artificio, che annualmente, nel mese di luglio illuminano il cielo Villafranchese a conclusione dei festeggiamenti della festività di S. Antonio da Padova.
ARMONIA SPAGNOLA di Emanuele Celona
ARMONIA SPAGNOLA
Armonia Spagnola è una marcia caratteristica dai toni calienti, tipici del popolo spagnolo. Il brano vuol trasportare l’ascoltatore nel periodo in cui l’Italia del sud e in paticolare la Sicilia erano sotto la dominazione spagnola.
FESTIVAL MARCH Concert March di Emanuele Celona
E’ una marcia da concerto o d’apertrura, commissionata per la III edizione del Festival Internazionale “Note al Castello” 2016, da tenersi presso il Castello di Bauso di Villafranca Tirrena.
THE CATHEDRAL Poema Sinfonico Descrittivo per Orcherstra
The Cathedral
La composizione, è stata scritta in omaggio della Cattedrale di Messina e si artcola in tre fasi descrittive:
- La Cattedrale
- Le Cripte
- Il Campanile
Il brano è catalogato come op. 3 ed è stata scritta per orchestra sinfonica.
La Cattedrale
Il Tempio è dedicato a Dio col titolo di Nostra Signora Assunta in cielo, altrimenti noto fino al Cinquecento come «Chiesa di Santa Maria la Nuova».
La facciata della cattedrale è a salienti, sormontata da una merlatura. La parte inferiore è decorata a liste orizzontali di marmi policromi a tarsie, mentre la parte superiore è tutta in pietra, con tre monofore gotiche e un rosone, arricchiti da eleganti transenne. In corrispondenza delle tre navate si aprono altrettanti portali gotici. Il portale centrale del 1412 c. opera di Antonio Baboccio da Piperno è caratterizzato da una solida ed armonica impostazione di eleganti colonnine tortili con intrecci di motivi ornamentali e figure di santi, con ai due lati serie di edicole sovrapposte con statue di santi. Nell’architrave Cristo tra i quattro Evangelisti. Nella lunetta ogivale affrescata da Letterio Subba nel 1840 è posta una statua della “Vergine col Bambino” di Giovan Battista Mazzolo del 1534, sormontata dalla ricca cuspide decorata da un medaglione raffigurante l'”Incoronazione della Vergine”, opera di Pietro de Bonitate del 1268. Le lunette dei portali laterali, invece, raffigurano san Placido e la Vergine Maria. I fianchi della cattedrale sono scanditi da una doppia fila di finestre a conci bicromi, mentre la merlatura e la leggera cornice, sostenuta da mensolette, conferiscono ritmo e coerenza a tutto l’insieme. Le strutture sono in cemento armato, con tamponamenti in mattoni.
Le Cripte
Le Cripte occupa il sottosuolo del transetto e delle tre absidi. Originariamente vi si accedeva attraverso due scale a chiocciola, abolite nel 1863 e sostituite da due scale a rampa. Nel corso del Seicento fu decorata per volere della Confraternita dei Mercanti – detta degli Schiavi di S. Maria – con stucchi, dorature e affreschi, alcuni restaurati o rifatti nel 1858. La Cripta della Basilica Cattedrale di Messina è coeva alla fondazione normanna del tempio sovrastante. Le volte a crociera sono sorrette da antiche colonne da riutilizzo di epoca greco-romana e bizantina provenienti da strutture cittadine, mentre i capitelli sono di puro stile romanico. L’intero ciclo di stucchi, molto probabilmente su disegno dell’artista fiorentino Innocenzo Mangani, è l’unico esempio completo rimasto a Messina di questa particolare tecnica decorativa. Dopo il terremoto del 1783, per consolidare le fondamenta delle absidi fu innalzato fra le file delle colonne laterali un muro che ha trasformato la pianta dell’edificio. Recentemente sono stati effettuati lavori di impermeabilizzazione che hanno consentito anche il recupero di strutture originarie. Buona parte dei dipinti che decoravano le pareti, opere del XVII^-XVIII^ secolo di Antonio Tricomi, Antonio Tuccari, Antonio Bova e Mercurio Romeo, è conservata nei depositi del Museo Regionale e, una volta completati i lavori di restauro, potrebbe ritornare nella sede originaria.
Il Campanile
Varie calamità, e in particolare i sismi, hanno colpito più volte nei secoli la città, danneggiando o distruggendone i monumenti. Non sfugge alla regola il campanile del Duomo, costruito in epoca normanna. Fino al 1678, (anno della fine della rivolta antispagnola di Messina e della firma della pace di Nimega, con cui la città fu riconquistata dalla Spagna) nel basamento del campanile c’erano i preziosi documenti in pergamena contenenti le memorie storiche della città, portati in Spagna con molte altre opere d’arte. Il terremoto del 1783 lo danneggiò gravemente; in seguito si procedette ad operarne la demolizione, anche per adeguare la struttura del tempio al cambiamento di gusto dell’epoca. Il campanile attuale risale a dopo del terremoto del 1908 e fu progettato sui disegni di quello vecchio. Alto circa 60 metri, a forma di torre con tetto a cuspide, alleggerito su tutti i lati da coppie di bifore con arco a sesto tondo, contiene un magnifico orologio animato, vero gioiello meccanico, commissionato dall’arcivescovo Angelo Paino alla ditta Ungerer di Strasburgo nel 1933. Tale sistema è considerato il più grande ed il più complesso orologio meccanico ed astronomico del mondo.