• 85,00 Iva Inclusa

    MARS THE BRINGER OF WAR da THE PLANETS

    85,00 Iva Inclusa
    La suite The Planets (I pianeti) fu e rimane ancora oggi l’opera più amata e ammirata del compositore inglese Gustav Holst.
    Fu concepita a partire dal 1914 sulla scia del grande interesse per l’astrologia che Holst aveva sviluppato in seguito ad un incontro con Clifford Bax, durante un periodo di vacanza in Spagna nella primavera del 1912. Presto diventò un bravo interprete di oroscopi.
    Nella sua produzione è evidente l’influsso del folclore musicale inglese e di elementi esotici orientali, ma soprattutto della musica di R. Wagner e di I. Stravinskij.
    Con E.W. Elgar e con R. Vaughan Williams fu uno dei maggiori rappresentanti della scuola musicale inglese.
    In questa serie di sette poemi sinfonici descrive i sette pianeti del sistema solare conosciuti all’epoca, così come li rappresentava la mitologia greco-romana.
    Holst aveva comunque certamente tratto ispirazione dal libro The Art of Synthesis di Alan Leo, che è diviso in capitoli ognuno dei quali è dedicato ad un pianeta e ne descrive le caratteristiche della personalità e i valori ad esso associati, così che per esempio, nel libro di Leo
    – Marte – Indipendente, ambizioso, caparbio
    – Venere – Amore che rinasce, emotività
    – Mercurio – Il messaggero alato degli dei, pieno di risorse, eclettico
    – Giove – Portatore d’abbonanza e perseveranza.
    Holst fu inoltre influenzato da un astrologo del XIX secolo chiamato Raphael, il cui libro verte sul ruolo che giocano i pianeti nei destini del mondo.
    L’opera venne completata in due fasi: dapprima Marte, Venere e Giove, quindi Saturno, Urano, Nettuno e Mercurio dopo una pausa dedicata ad altre composizioni.
    L’ultima nota fu scritta nel 1916.

  • 70,00 Iva Inclusa

    MILANO

    70,00 Iva Inclusa

  • 60,00 Iva Inclusa

    MILITAIR MARSCH fur Militarmusik WoO 24

    60,00 Iva Inclusa

    Ludwig van Beethoven MILITAIR MARSCH fur Militarmusik WoO 24

    La “Marcia in re maggiore per musica militare” (WoO 24) è stata composta nel 1816 per il “Corpo civico di artiglieria” di Vienna. Ha un organico strumentale assai robusto ed è la maggiore composizione per banda di Beethoven. La partitura originale comprende ben 33 strumenti: due flauti piccoli, due oboi, cinque clarinetti, sei corni, otto trombe, due fagotti, un controfagotto, due tromboni, serpentone, tamburo militare, triangolo, grancassa e cinelli (piatti). Consta di due parti seguite da un trio “all’ongarese” anch’esso in due parti. Anche in questa, come negli altri brani per banda militare, si coglie un Beethoven meno noto, dedito a scrivere pagine funzionali e di circostanza.

    Nell’approntare il seguente lavoro per organico di Concert Band si è pensato di trasportare la marcia un tono sotto così da renderla più agevole nell’esecuzione, di ridurre le parti dei corni da sei a quattro e le trombe da otto (2+2+2+1+1) a sei divise in 1-2-3 A/B così da non richiedere troppi esecutori per la realizzazione della marcia ma allo stesso tempo ottenere un giusto equilibrio interno e non togliere il gioco di squilli e risposte richieste nell’originale.

  • 60,00 Iva Inclusa

    MUSICA PER I GIOVANI dall’Album della Gioventù

    60,00 Iva Inclusa

     

  • 80,00 Iva Inclusa

    NORVEGIAN DANCE n° 1 E. Grieg – Trasc. per Concert Band di E. Celona

    80,00 Iva Inclusa

    La composizione Norwegian Dance op. 35, è una delle più famose scritte dal compositore norvegese Edward Grieg. Delle Quattro danze norvegesi, originariamente composte per pianoforte a quattro mani (stesso numero d’opera) e trascritte per orchestra nel 1881, esiste anche una versione dell’autore per pianoforte solo. Il materiale melodico di queste danze, ampiamente rielaborato nella versione sinfonica secondo un tipico schema di Grieg (tripartito, con la parte centrale molto contrastata), è tratto da una raccolta di canzoni di montagna norvegesi. Lo stile sinfonico di Grieg risulta molto adatto ad una orchestra di fiati. Da qui l’idea di arrangiarlo per quest’ultima formazione.

  • 70,00 Iva Inclusa

    OFFENBACH DIVERTISSEMENT

    70,00 Iva Inclusa

     

  • 110,00 Iva Inclusa

    OUVERTURE DI BALLO

    110,00 Iva Inclusa

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    OUVERTURE SOLENNE 1812

    100,00 Iva Inclusa

    Tchaikovsky compose la Ouverture Solennelle 1.812 su esplicita richiesta dell’amico Nicolaj Rubistein, direttore del Conservatorio di Mosca; essa fu eseguita per la prima volta nell’agosto del 1.882 in un concerto sinfonico in occasione della “Esposizione panrussa delle arti e dell’industria”. Tchaikovsky in una lettera del 22 ottobre 1.880 indirizzata alla sua mecenate Nadezda von Meck dichiara apertamente:” Si immagini mia cara amica, che la mia Musa negli ultimi tempi mi è stata così propizia che sono riuscito a comporre piuttosto velocemente due opere: Una grande ouverture ed una serenata per archi. L’ouverture deve essere eseguita molto forte e penso che farà un grande fracasso, ma proprio per questo non ha alcun valore artistico scritta così senza calore e passione.” Tuttavia l’ouverture risultò per il grande pubblico spettacolare e di grande effetto in quanto fu eseguita all’aperto davanti alla cattedrale di Mosca.Essa fu scritta per commemorare il settantesimo anniversario della vittoria della Russia zarista su Napoleone. Il brano musicale include un coro, delle campane, una fanfara ad libitum per rinforzare l’orchestra base e dei potenti colpi di cannone.
    L’Ouverture 1812 è una composizione per orchestra di Pytor Ilyich Tchaikovsky che commemora la tentata invasione francese della Russia, e la conseguente devastante ritirata dell’armata di Napoleone. Fu un evento che segnò il 1812 come svolta delle guerre napoleoniche. L’opera è conosciuta per la sequenza di colpi di cannone, realizzati solo in alcune occasioni specialmente durante festival all’aperto, mediante l’uso di cannoni veri. Nonostante la composizione non abbia collegamenti storici con la guerra del 1812 tra Stati Uniti d’America e Gran Bretagna, è spesso suonata negli USA assieme ad altre musiche patriottiche.
    L’Ouverture 1812 è stata eseguita per la prima volta alla cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca il 20 agosto 1882.
    L’ouverture è parte della musica a programma. Si apre con un canto di chiesa russo, che rimanda alla dichiarazione di guerra annunciata in Russia, e prosegue con un canto solenne per il successo della guerra stessa. Questo annuncio e la reazione pubblica sono anche ritratti nel romanzo Guerra e pace di Lev Tolstoj.
    Il brano prosegue con un tema che rappresenta la marcia delle armate, suonato al corno. L’inno nazionale francese La Marsigliese riflette le vittorie francesi in guerra e la cattura di Mosca nel settembre 1812. La danza folkloristica russa commemora la vittoria su Napoleone.
    Il ritiro da Mosca è sottolineato da un diminuendo, mentre i colpi di cannone segnano l’avanzata militare verso i confini francesi. Concluso il conflitto, si ritorna al canto, suonato ora dall’intera orchestra ed accompagnato da rintocchi di campane in onore della vittoria e della liberazione della Russia. Come sottofondo del tema dei cannoni e della marcia si può sentire l’inno imperiale russo Dio salvi lo zar, opposto a quello francese sentito in precedenza.

    Al tempo della Russia sovietica, l’opera doveva esser modificata per le rappresentazioni: l’inno russo veniva sostituito dal coro Gloria dall’opera di Mikhail Glinka Una vita per lo Zar.

    Le cannonate, previste dal compositore, sono solitamente rese mediante una gran cassa sinfonica. Veri colpi di arma da fuoco sono usati in rari casi e per la prima volta furono registrati negli anni cinquanta dall’Orchestra Sinfonica di Minneapolis diretta da Antal Dorati. Simili registrazioni sono state effettuate da altri gruppi, spesso usando nuove tecnologie audio. I colpi di cannone sono usati annualmente il 4 luglio, nell’esecuzione dell’Ouverture 1812 da parte della Boston Pops Orchestra in occasione del loro concerto annuale sulle sponde del fiume Charles e presso l’Accademia delle forze di difesa australiane a Canberra.

  • 120,00 Iva Inclusa

    PASSACAGLIA E FUGA in DO minore BWV 582

    120,00 Iva Inclusa

    La Passacaglia e Fuga in do minore con ogni probabilità è stata scritta durante i primi anni della carriera di Bach, la composizione è una delle più importanti e maggiormente conosciute, e ha influenzato lo stile delle passacaglie composte nei due secoli successivi. Robert Schumann descrisse le variazioni della passacaglia come «intrecciate così ingegnosamente da non finire mai di stupire».

    Il manoscritto autografo della BWV 582 è attualmente perduto: la composizione, infatti, è giunta fino al XXI secolo solo grazie a copie. Alcuni musicologi sostengono che lo spartito originale fosse scritto in intavolatura. La data di composizione è sconosciuta, ma gli studiosi la posizionano fra il 1706 e il 1713. Le evidenti somiglianze fra il lavoro bachiano e la passacaglia in re minore BuxWV 161 di Dietrich Buxtehude fanno supporre che Bach possa averla composta ad Arnstadt nel 1706, appena tornato dal suo viaggio compiuto a Lubecca.

    La prima metà dell’ostinato, utilizzato anche come soggetto principale del tema fugato, deriva da una breve composizione di André Raison, il Christe: Trio en passacaille, tratto della Messe du deuziesme ton del Premier livre d’orgue, pubblicato nel 1688. È possibile che anche la seconda metà dell’ostinato derivi da una composizione di Raison, il Christe: Trio en chaconne, tratto dalla Messe du sixieme ton: pur non essendo nella stessa tonalità gli intervalli della linea melodica del basso ostinato sono identici alla composizione di Bach.

    Alcuni musicologi, tuttavia, contestano la paternità di Raison circa l’ostinato. Il lavoro di Bach, infatti, presenta alcuni tratti tipici delle composizioni in ostinato della Germania dell’epoca, come le due ciaccone di Buxtehude (BuxWV 159 e 160) e la passacaglia BuxWV 161, e ci sono chiare influenze delle ciaccone di Johann Pachelbel all’interno delle variazioni bachiane.

  • 70,00 Iva Inclusa

    PASTORALE dall’Oratorio LA NATIVITA’ DI CRISTO

    70,00 Iva Inclusa

     

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    PASTORALE PER LA NOTTE DI NATALE

    70,00 Iva Inclusa

     

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    PAVANE POUR UNE INFANTE DEFUNTE

    70,00 Iva Inclusa

    La pavana è stata scritta da Ravel studente presso il Conservatorio di Parigi all’età di 24 anni, nel 1899. Il titolo si riferisce all’idea di Ravel di descrivere “una pavana che una piccola principessa [una infanta] può aver ballato in tempi passati presso la corte spagnola“; alcuni smentiscono questa affermazione ipotizzando che a Ravel sia solamente piaciuto il suono del titolo. Il collegamento con l’eredità spagnola dell’autore basco è quindi specificato molto attentamente nella descrizione del titolo. In seguito Ravel scriverà altri brani tratti da reminiscenze di vita spagnola, quali la Rapsodie espagnole e il Bolero. Non fu uno dei pezzi più amati dallo stesso compositore, sebbene abbia subito ricevuto grandi apprezzamenti da parte del pubblico soprattutto per l’orchestrazione del 1910. Si ispira alla semplicità tardo romantica di Emmanuel Chabrier e alla rinata passione per la musica ispanica condivisa e con alcuni grandi autori suoi contemporanei e sicuramente influenzata da autori spagnoli come Isaac Albéniz e Manuel de Falla. Il richiamo però non è solo a un esotismo geografico ma anche a una distanza temporale: la pavana è infatti una danza tipica del rinascimento e che ebbe il suo periodo di splendore fra il XVI e il XVII secolo. La scelta di questa danza (fra le decine di danze rinascimentali conosciute) non è casuale: l’insegnante di composizione di Ravel all’epoca fu Gabriel Fauré.

    Analisi:

    La struttura e l’armonia del brano sono molto semplici, e Ravel lo sottolineò dicendo che è scritta in una “forma molto povera”, “inconcludente e convenzionale. Lo schema può essere ricondotto ad una forma ABACA dove il B e il C riprendono uno stesso tema leggermente modificato. In questo risiede il suo collegamento con l’arcaica pavana.

    Per quanto riguarda la versione orchestrata, il tema (quello segnalato con il nome di A) è affidato al corno, sostenuto dal pizzicato degli archi e da leggere armonie dei fagotti. Il B invece è di competenza dell’oboe in due registri diversi. Seguono le melodie arrangiate degli archi e l’intervento degli altri fiati. Il flauto riprende il tema A seguito dall’oboe, in un’ampia dispiegazione di dolci sonorità; l’ultima volta il tema è suonato da tutti i Clarinetti che, partendo da un pianissimo raggiungono un fortissimo.

    La decisione di assegnare al corno il tema principale ad inizio brano non è una scelta casuale: molto probabilmente la sua scelta è stata influenzata dalla tradizione del conservatorio parigino che non insegnava il corno a valvole, ma il corno a mano, strumento oggi caduto in disuso presso le grandi orchestre, e che possiede una particolare tecnica e un suono molto caratteristico.

    La Trascrizione per Concert Band è stata curata da Antonia Sarcina.

  • 65,00 Iva Inclusa

    PER ELISA

    65,00 Iva Inclusa

    Si tratta di un pezzo isolato, un semplice Klavierstück da salotto in la minore, composto nel 1810. È usualmente classificato come bagatella o come Albumblatt.

    La trascrizione per organico di Banda vesselliana è del M° Giovanni Orsomando.

     

  • 80,00 Iva Inclusa

    POLKA ITALIENNE

    80,00 Iva Inclusa

     

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    POMP AND CIRCUMSTANCE n° 1 Marcia da concerto – E. Elgar / Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    100,00 Iva Inclusa
    La più famosa delle 5 marce per orchestra composte da Elgar nel lungo periodo che va dal 1901 al 1930.