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    AIDA

    100,00 Iva Inclusa

    Aida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste Mariette. La prima rappresentazione avvenne alla Khedivial Opera House del Cairo il 24 dicembre 1871. Interpreti di quel debutto furono: Il Re, Tommaso Costa, basso; Amneris, Eleonora Grossi, mezzosoprano; Aida, Antonietta Anastasi Pozzoni, soprano; Radames, Pietro Mongini, tenore; Ramphis, Paolo Medini, basso; Amonasro, Francesco Steller, baritono; Un Messaggero, L. Stecchi Bonardi, tenore.
    Ismail Pasha, kedivè d’Egitto, commissionò l’opera a Verdi per celebrare l’apertura del Canale di Suez nel 1869, pagandolo 80.000 franchi, ma la prima dell’opera fu ritardata a causa della guerra franco-prussiana. Quando finalmente la prima ebbe luogo, l’opera ottenne un enorme successo e ancora oggi continua ad essere una delle opere liriche più famose.
    Il luogo ideale per eseguire quest’opera è l’ Arena di Verona, poichè, grazie all’abbondanza di spazio, si possono creare mastodontiche e meravigliose scenografie dell’Antico Egitto; infatti è sempre nel cartellone delle stagioni liriche areniane e fu innoltre la prima opera eseguita in Arena nel 1913 per la sua prima stagione lirica. L’opera ha innoltre aperto la stagione lirica del Teatro alla Scala dell’anno 2006-2007, con la scenografia di Zeffirelli.

     

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    DON PASQUALE

    100,00 Iva Inclusa

    La sinfonia del Don Pasquale, forse una tra le più belle composte da Gaetano Donizetti, ha il pregio di sintetizzare con una singolare immediatezza melodica i diversi elementi della commedia che si va a rappresentare.

    Donizetti, ormai giunto al culmine della celebrità (aveva già composto le sue opere più famose, tra cui Anna Bolena, L’elisir d’amore, Lucia di Lammermoor, La Favorita e La figlia del reggimento), decise di comporre il Don Pasquale dopo la lettura casuale del vecchio libretto di Angelo Anelli. La storia vuole che l’opera sia stata composta in soli undici giorni, ma è probabile che in questo periodo siano state composte “solo” le linee vocali e che l’orchestrazione abbia invece richiesto altro tempo.

    Nella tradizione dell’Opera buffa l’opera prende a riferimento i personaggi della Commedia dell’arte. Pasquale è Pantalone, Ernesto è Pierrot, Malatesta è Scapino e Norina è Colombina.

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    ALZIRA

    100,00 Iva Inclusa

     

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    AROLDO

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    GIOVANNA D’ARCO

    100,00 Iva Inclusa

    Composta nel 1845 su libretto di Solera tratto dal dramma di Schiller, anche Giovanna d’Arco e una delle opere minori e meno rappresentate di Verdi. La Sinfonia dell’Opera trascritta per Banda da Massimo Picchioni è in forma di pot-pourrì, la prima parte contiene una “Tempesta”, la seconda uno stupendo intermezzo concertante dei legni, “Flauto, Oboe e Clarinetto”, la terza parte e una sorta di trasformazione della materia tematica.

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    G. Verdi LA FORZA DEL DESTINO Sinfonia dall’Opera – Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    100,00 Iva Inclusa

    La prima rappresentazione de “La forza del destino”, opera in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, avviene a Pietroburgo, al Teatro Imperiale, il 10 Novembre del 1862. L’opera è accolta entusiasticamente sia dal pubblico che dalla critica, ma Verdi, non completamente soddisfatto, riscrive in parte il libretto (con l’aiuto di Antonio Ghislanzoni) e tolti alcuni pezzi, mutato l’ordine delle scene, rifatto il finale per renderlo meno truce ed aggiunta la famosa sinfonia, la presenta al Teatro alla Scala di Milano il 27 Febbraio del 1869. Con “La forza del destino” Verdi conclude la stagione “eroica” della sua attività creativa ed inizia la ricerca di una più elaborata struttura “drammatica”. L’opera lirica adotta una tecnica abbastanza comune nel XIX secolo, tecnica che lo stesso compositore aveva già sperimentato nel “Rigoletto”: il ricorrere di uno o più temi o motivi caratteristici nei punti cruciali della vicenda, allo scopo di raggiungere l’unità drammatica e musicale (i leitmotif di Wagner). Verdi dà meno importanza alla rigida struttura dell’aria per raggiungere una maggiore scioltezza nell’uso del recitativo corredato di maggiori attenzioni strumentali e melodiche. Già in quest’opera si evince un vigore nuovo che anima il canto verdiano, fatto di frasi concise e tese su ritmi balzanti e solidi; i suoni tendono a concentrare il dramma, senza indulgere a frasi ingiustificate; i protagonisti (come in molte altre opere dello stesso periodo e successive), emergono in una luce eroica che ne amplia a dismisura le passioni dominanti. Se le opere del primo periodo, nella sommarietà dei tratti, rappresentano il rude scossone impresso ad un melodramma appesantito nelle “cavatine”, già ne “La forza del destino” (come poi anche nei capolavori della trilogia popolare “Il Rigoletto”, “Il Trovatore” e “La Traviata”) si animano le consuete arie e recitativi di un forte pensiero drammatico, di un’umanità che vive di grandi affetti, che conferiscono al canto nuova commozione. Un’evoluzione creativa di Verdi che prosegue attraverso la conquista di un declamato melodico sempre più duttile, di un linguaggio armonico sempre più ricco, di un’orchestrazione sempre più colorita e sensibile.

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    NABUCCO Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa

    Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti.

    È stata spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese.

    Questa interpretazione, però, fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva, che volle, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, sottolineare l’attività artistica del compositore in senso risorgimentale. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va’, pensiero, sull’ali dorate, intonato dal popolo ebreo, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.

    Occorre inoltre ricordare che il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che giustificherebbe la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.

    In origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera era Nabucodonosor ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè “Nabucco” e, a capo, “Donosor” ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione del nome dell’opera fino ad oggi nota come del Nabucco. Tuttavia per i primi due anni di vita dell’opera il titolo fu sempre Nabucodonosor, e per trovare la prima attestazione storica dell’ipocorismo del titolo in Nabucco si dovrà attendere l’allestimento dato a Corfù nel 1844.

    L’opera venne realizzata dopo un periodo travagliato della vita di Verdi, in quanto non solo egli era andato incontro ad un fiasco con la rappresentazione della sua opera Un giorno di regno il 5 settembre 1840, ma aveva anche subito la morte della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio. Ciò lo aveva condotto ad un rifiuto totale di comporre brani musicali, se non che venne contattato dall’impresario teatrale Bartolomeo Merelli il quale gli propose un libretto composto da Temistocle Solera. Tale libretto, il quale recava il nome di Nabucco colpì a tal punto Verdi che accettò volentieri di musicare l’opera. Nel 1841 venne completata la partitura musicale e il successivo 9 marzo 1842 l’opera venne messa in scena alla Scala di Milano.

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    STIFFELIO

    100,00 Iva Inclusa

     

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    SE FOSSI RE “SI J’ETAIS ROI” Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa

    SE FOSSI RE

    “Si j’étais roi” è un’opera-comique in tre atti di Adolphe Adam, su libretto di Adolphe d’Ennery e Jules-Henri Brésil. La prima rappresentazione è avvenuta a Parigi al Théâtre Lyrique (Théâtre-Historique, Boulevard du Temple) il 4 settembre 1852 ed ha raggiunto più di 170 spettacoli nei suoi primi dieci anni.

    La trascrizione per Concert Band è stata curata da Massimo Picchioni

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    I PROMESSI SPOSI Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa

    I promessi sposi è la seconda opera di Amilcare Ponchielli, composta su libretto di vari autori, fra cui lo stesso compositore e rappresentata al Teatro Concordia di Cremona il 30 agosto 1856.

    In seguito il libretto e lo spartito furono profondamente rielaborati, a più riprese, finché l’opera non andò in scena, con grande successo, al Teatro Dal Verme di Milano il 4 dicembre 1872. Sempre al Dal Verme il 19 aprile 1873 va in scena la terza versione ed il successivo 26 ottobre la quarta versione. L’ultima e decisiva revisione del libretto era stata affidata ad Emilio Praga.

    L’opera è fedele al romanzo di Manzoni, con alcuni tagli nella narrazione e la mancanza di alcuni personaggi, come Don Abbondio e la Perpetua.

    L’azione accade sul principio del secolo XVII nelle vicinanze di Lecco.

  • 100,00 Iva Inclusa

    NABUCCO Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa
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    IL BARBIERE DI SIVIGLIA

    110,00 Iva Inclusa

    Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Pierre Caron de Beaumarchais (1732 – 1799).
    Il titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
    La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi.
    A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Giovanni Paisiello e della sua versione dell’opera messa in scena nel 1782.
    Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello.
    La famosissima ouverture del “Barbiere di Siviglia” non è “originale”, Rossini l’aveva composta e utilizzata precedentemente per l’opera seria “Aureliano in Palmira”.
    • Il brano inizia con un’introduzione lenta e solenne, basata sul continuo alternarsi tra accordi molto sonori e parti quasi sussurrate.
    • All’introduzione segue il primo tema, in modo minore, allegro e facilmente orecchiabile.
    • La melodia inizia pianissimo, ma ben presto sfocia in un episodio temporalesco dal carattere deciso e irruente.
    • Il ritorno ad un’atmosfera più tranquilla preannuncia la comparsa del secondo tema: una bella melodia in modo maggiore.
    • Questo tema, si evolve in un “crescendo”, effetto musicale caratteristico delle ouverture rossiniane.
    • L’ouverture prosegue con la ripresa del primo e poi del secondo tema.
    • Un nuovo “crescendo” e l’accelerazione improvvisa del tempo conducono verso il grandioso finale.

     

  • 110,00 Iva Inclusa

    CAVALLERIA LEGGERA ” Ligth cavalry “

    110,00 Iva Inclusa
    Franz von Suppé, nome d’arte di Francesco Ezechiele Ermenegildo Cav. di Suppé-Demelli, nato a Spalato in Croazia il 18 aprile 1819, ma di origine belga, si perfezionò a Vienna (dal 1835) con J. Von Seyfried e S. Sechter.
    Si dedicò prevalentemente al genere dell’operetta, nel quale ebbe grande fortuna, arrivando a far rappresentare 30 operette.
    Nonostante la lista delle composizioni di Suppé conti di circa 30 operette e più di 180 fra musiche di scena per balletti e rappresentazioni teatrali, la maggior parte di queste opere sono quasi affondate nell’oblio, fatta eccezione per le ouverture delle sue operette che, indubbiamente, hanno avuto molta più fortuna delle operette stesse. Fra queste quella che ancora oggi è maggiormente legata al nome del compositore è la celeberrima ouverture della “Cavalleria Leggera” (Leichte Kavallerie) il cui galoppo finale risuona spesso, oltre che nelle sale da concerto, in film, cartoni animati, pubblicità ecc..
    L’opera “Cavalleria Leggera” (Leichte Kavallerie) fu vittima della censura asburgica, poiché il tema principale era la satira militare, il lavoro venne cancellato dai programmi dei teatri dopo poche rappresentazioni. Bisogna infatti ricordare che l’operetta debuttò proprio nel 1866, l’anno della disastrosa sconfitta austriaca di Sadowa, nel contesto della guerra Austro-Prussiana.
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    RAYMOND

    110,00 Iva Inclusa

     

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    RIENZI Ouverture dall’Opera R. Wagner – Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    110,00 Iva Inclusa

    Rienzi, l’ultimo dei tribuni (Rienzi, der Letzte der Tribunen) è il titolo della quarta opera di Richard Wagner, composta fra il 1837 e il 1840.
    Portata in scena per la prima volta a Dresda, il 20 ottobre 1842, fu un trionfo per il compositore, all’epoca ancora pressoché sconosciuto, che, anche grazie a questo successo, si assicurò il posto di Kapellmeister nel Teatro di Corte. L’enorme popolarità raggiunta dall’opera si deve al fatto che essa, essendo una delle prime prove di Wagner, risente ancora degli stilemi della Grand Opera francese e dei suoi maggiori rappresentanti, Meyerbeer e Halévy. Fu proprio il primo, anzi, pregato dallo stesso Wagner, a raccomandare l’opera presso i teatri tedeschi da Parigi. Già dall’opera successiva, L’olandese volante, però, Wagner rinnegherà questo stile per muovere i suoi primi passi innovativi e veramente originali.
    La trama dell’opera è ispirata alla vicenda storica di Cola di Rienzo, il notaio romano del Trecento che negli anni centrali del secolo tentò di restaurare in città la repubblica sul modello dell’antica Roma.