• 100,00 Iva Inclusa

    AVE MARIA per Mezzosoprano solista, Coro e Concert Band

    100,00 Iva Inclusa

    William Gomez è stato compositore e chitarrista Gibilterrino, scomparso nel 2000 non ha avuto la fama di molti suoi colleghi, ma alcune delle sue composizioni sono state eseguite dalle orchestre più importanti del mondo. Una di queste, spesso in programma al concerto di Natale al Musikverein di Vienna, è la sua Ave Maria. Scritta in origine per mezzosoprano solo e orchestra, è qui arrangiata per mezzosoprano solo, coro e banda.
    La rielaborazione si deve alla collaborazione tra Simone Nucciotti, che ha introdotto le parti vocali e Davide Donazzolo che ha curato l’arrangiamento per orchestra di fiati.
    La rielaborazione e la strumentazione prevedono un’assoluta fusione con il coro senza tenere dunque conto dell’ orchestrazione originale.
    La presenza del coro inoltre fa da sfondo alla religiosa melodia del solo, conferendole intimità e solennità al tempo stesso.

  • 45,00 Iva Inclusa

    ROMAGNA MIA

    45,00 Iva Inclusa
  • 38,00 Iva Inclusa

    I POMPIERI DI VIGGIU’

    38,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO AL FANTE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampata assieme a INNO DEGLI ALPINI.
  • 35,00 Iva Inclusa

    AVE MARIA per Mezzosoprano solista, Coro SATB e Pianoforte (in D)

    35,00 Iva Inclusa

    William Gomez è stato compositore e chitarrista Gibilterrino, scomparso nel 2000 non ha avuto la fama di molti suoi colleghi, ma alcune delle sue composizioni sono state eseguite dalle orchestre più importanti del mondo. Una di queste, spesso in programma al concerto di Natale al Musikverein di Vienna, è la sua Ave Maria. Scritta in origine per mezzosoprano solo e orchestra, è qui arrangiata per mezzosoprano solo, coro SATB e Pianoforte.
    La presenza del coro fa da sfondo alla religiosa melodia del solo, conferendole intimità e solennità al tempo stesso.

  • 35,00 Iva Inclusa

    AVE MARIA per Mezzosoprano solista, Coro SAA e Pianoforte (in Eb)

    35,00 Iva Inclusa

    William Gomez è stato compositore e chitarrista Gibilterrino, scomparso nel 2000 non ha avuto la fama di molti suoi colleghi, ma alcune delle sue composizioni sono state eseguite dalle orchestre più importanti del mondo. Una di queste, spesso in programma al concerto di Natale al Musikverein di Vienna, è la sua Ave Maria. Scritta in origine per mezzosoprano solo e orchestra, è qui arrangiata per mezzosoprano solo, coro SAA e Pianoforte.
    La presenza del coro fa da sfondo alla religiosa melodia del solo, conferendole intimità e solennità al tempo stesso.

  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE INGLESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale IRLANDESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE GIAPPONESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale CINESE.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE TEDESCO – INNO NAZIONALE DELLA GERMANIA

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale AUSTRIACO.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE RUSSO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale AMERICANO.
  • 38,00 Iva Inclusa

    MAMMA

    38,00 Iva Inclusa
  • 52,00 Iva Inclusa

    JOY TO THE WORLD

    52,00 Iva Inclusa
     Canto natalizio per Voce e Concert Band.
  • 65,00 Iva Inclusa

    O MARIA NOSTRA SPERANZA

    65,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro AVE MARIA adattata all’Intermezzo di “CAVALLERIA RUSTICANA” Strumentazione per Voce e Concert Band di Massimo Picchioni

    70,00 Iva Inclusa

    Adattata all’Intermezzo dell’Opera “CAVALLERIA RUSTICANA”

  • 70,00 Iva Inclusa

    Bizet Georges AGNUS DEI (dall’Arlesienne suite n° 2) Trascrizione per Voce e Concert Band di Picchioni Massimo

    70,00 Iva Inclusa

    Uno dei brani forse più noti di Bizet, in una trascrizione di Massimo Picchioni per banda che lascia intatte le sonorità originale dell’opera nelle versione per Tenore e Banda.

  • 42,00 Iva Inclusa

    SICILIAN FOLK SONG Marciabile su canti popolari

    42,00 Iva Inclusa

    Questa fantasia marciabile è composta sui canti popolari di: Ciuri Ciuri / Sicilia Isula d’Oru / Vitti na Crozza.

  • 35,00 Iva Inclusa

    AVE MARIA per Mezzosoprano solista, Coro SATB e Pianoforte (in Eb)

    35,00 Iva Inclusa

    William Gomez è stato compositore e chitarrista Gibilterrino, scomparso nel 2000 non ha avuto la fama di molti suoi colleghi, ma alcune delle sue composizioni sono state eseguite dalle orchestre più importanti del mondo. Una di queste, spesso in programma al concerto di Natale al Musikverein di Vienna, è la sua Ave Maria. Scritta in origine per mezzosoprano solo e orchestra, è qui arrangiata per mezzosoprano solo, coro SATB e Pianoforte.
    La presenza del coro fa da sfondo alla religiosa melodia del solo, conferendole intimità e solennità al tempo stesso.

  • 45,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli

    45,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d'Italia, o Inno di Mameli, è l'inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell'autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l'inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell'Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l'inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto albertino, ed all'impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l'inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell'ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l'ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l'articolo dello Statuto albertino secondo cui l'unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l'uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch'esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l'inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell'Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un'Italia unita, erano più vive che mai. Anche l'ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell'Ottocento e oltre, Fratelli d'Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l'irredentismo che la caratterizzava, l'obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • Segnaposto
    30,00 Iva Inclusa

    PEPPE

    30,00 Iva Inclusa

    Stampata assieme a: BANDA IN  FESTA

  • Segnaposto
    30,00 Iva Inclusa

    SOMMACAMPAGNA

    30,00 Iva Inclusa
     Stampata assieme a QUISTELLO Marcia Brillante
  • 38,00 Iva Inclusa

    INNO DEGLI SCIATORI

    38,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    MARCIA ALPINA 30 SOLDI – Trenta soldi

    56,00 Iva Inclusa
    Stampata assieme a STELLUTIS ALPINIS.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO DI GARIBALDI

    56,00 Iva Inclusa
    Stampata assieme a INNO NAZIONALE ITALIANO (inno di Mameli).
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli

    56,00 Iva Inclusa
    Stampata assieme a INNO DI GARIBALDI.
    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d'Italia, o Inno di Mameli, è l'inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell'autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l'idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l'inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell'aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l'inno e l'impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell'Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l'inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l'inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all'insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all'emanazione dello Statuto albertino, ed all'impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l'inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell'ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l'ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all'Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l'articolo dello Statuto albertino secondo cui l'unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l'uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch'esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l'inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell'Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un'Italia unita, erano più vive che mai. Anche l'ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell'Ottocento e oltre, Fratelli d'Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l'irredentismo che la caratterizzava, l'obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE UNGHERESE

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale della REPUBBLICA CECA.
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE DELLA LETTONIA

    56,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE AMERICANO

    56,00 Iva Inclusa
    Stampato assieme a Inno nazionale RUSSO.
  • 38,00 Iva Inclusa

    MACARENA

    38,00 Iva Inclusa
  • 50,00 Iva Inclusa

    ANNI 50 (Formato librettabile)

    50,00 Iva Inclusa
    ANNI 50 Contiene: Anema e Core–Amapola-Volare/nel blu dipinto di blu.
  • 70,00 Iva Inclusa

    ‘O SURDATO ‘NNAMMURATO

    70,00 Iva Inclusa
  • 52,00 Iva Inclusa

    WE WISH YOU A MERRY CHRISTMAS

    52,00 Iva Inclusa
     Canto natalizio per Voce e Concert Band.
  • 35,00 Iva Inclusa

    INNO PONTIFICIO

    35,00 Iva Inclusa
  • 65,00 Iva Inclusa

    VERGIN SANTA CHE ACCOGLI BENIGNA

    65,00 Iva Inclusa

    FASCICOLO 106

  • 65,00 Iva Inclusa

    ANDRO’ A VEDERLA UN DI

    65,00 Iva Inclusa

    FASCICOLO 104

  • 65,00 Iva Inclusa

    MIRA IL TUO POPOLO

    65,00 Iva Inclusa

    FASCICOLO 104

  • 65,00 Iva Inclusa

    NOI VOGLIAM DIO

    65,00 Iva Inclusa

    FASCICOLO 104

  • 65,00 Iva Inclusa

    CRISTUS VINCIT

    65,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    AVE MARIA

    56,00 Iva Inclusa
  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli per Voce e Banda (in FA Magg.)

    56,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 60,00 Iva Inclusa

    LA TRAVIATA Preludio atto 1°

    60,00 Iva Inclusa

    La Traviata è un opera in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, tratta da La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio (dramma teatrale andato in scena a Parigi il 2 febbraio 1852). Terza opera della famosa “trilogia popolare” (con Trovatore e Rigoletto), è forse la partitura musicale più densa di interiorità psicologica di tutto il teatro d’opera romantico: le figure femminili verdiane precedentemente delineate trovano in Violetta il più alto e perfetto compendio. Si impone, in quest’opera, un nuovo tipo di lirismo drammatico, non più fondato sui violenti contrasti delle passioni, ma su sottili e spesso raffinate notazioni dei sentimenti, del dolore, della tenerezza, dell’amore, della rassegnazione.
    Soprattutto per l’audacia del soggetto, alla sua prima rappresentazione, al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, la Traviata fu un clamoroso insuccesso. Ma l’anno dopo, ripresentata al Teatro San Benedetto, sempre a Venezia, l’opera fu calorosamente applaudita.

  • 50,00 Iva Inclusa

    SILVANO

    50,00 Iva Inclusa

    Silvano è un’opera lirica di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti, ispirato ad un romanzo di Alphonse Karr. Fu rappresentato al Teatro alla Scala di Milano il 25 marzo 1895.

    L’opera, definita in partitura dramma marinaresco, costituisce il ritorno di Mascagni al genere dell’opera verista da lui stesso inaugurato con Cavalleria rusticana. Lo scarso successo fu imputato ora al libretto ora all’insufficiente impatto emozionale della musica. Mascagni stesso definì il Silvano «due atti di piccola roba».

    TRAMA:

    Silvano, pescatore diventato contrabbandiere per far fronte alla miseria, ritorna al suo paese dopo essere uscito di prigione. Scopre che la fidanzata Matilde ha frattanto ceduto all’amore di Renzo, pescatore dai modi violenti. Matilde è in procinto di lasciare Renzo, ma quando Silvano sorprende gli amanti assieme, uccide Renzo con un colpo di pistola.

  • 50,00 Iva Inclusa

    GUGLIELMO RATCLIF

    50,00 Iva Inclusa

    Guglielmo Ratcliff è un’opera tragica in quattro atti composta da Pietro Mascagni su libretto di Andrea Maffei, tratto dal dramma tedesco Wilhelm Ratcliff (1822) di Heinrich Heine.

    La prima rappresentazione fu data il 16 febbraio 1895, al Teatro alla Scala di Milano, ed è stata poi replicata in diverse altre occasioni, tra cui il 5 ottobre 1933 negli studi dell’Eiar di Torino (con la direzione dell’orchestra dello stesso Mascagni e con il maestro Carlo Prato nel doppio ruolo di Robin e di John), fino alla recente, in forma di concerto, del 25 novembre 2003, data alla Alice Tully Hall di New York, diretta da Alfredo Silipigni. Comunque, l’opera non entrò mai nel repertorio, in parte a causa del ruolo del tenore, fra i più difficili mai scritti. È particolarmente noto l’intermezzo del terzo atto – comunemente noto come il sogno -, inserito nella colonna sonora nel film di Martin Scorsese Toro scatenato. Il dramma di Heine venne anche usato per trarre lavori di César Cui (1869) e di Volkmar Andreae (1914).

  • 65,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 3 Estratto del 3° Tempo

    65,00 Iva Inclusa

     

  • -10%
    50,00 45,00 Iva Inclusa

    CORO A BOCCA CHIUSA dall’Opera MADAMA BUTTERFLY

    50,00 45,00 Iva Inclusa

    Dall’opera “Madama Butterfly” il famosissimo Coro muto in una trascrizione che coinvolgerà sicuramente il pubblico.

  • 60,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro CAVALLERIA RUSTICANA Intermezzo dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    60,00 Iva Inclusa

    Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

    Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

    Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

  • 60,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro CAVALLERIA RUSTICANA Intermezzo dall’Opera Arrangiamento Bocci Lorenzo

    60,00 Iva Inclusa

    Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

    Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

    Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

  • 60,00 Iva Inclusa

    Bizet Georges AGNUS DEI (dall’Arlesienne suite n° 2) Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    60,00 Iva Inclusa
    –AGNUS DEI (dall’ARLESIENNE Suite n° 2) Georges Bizet/Massimo Picchioni
    Uno dei brani forse più noti di Bizet, in una trascrizione di Massimo Picchioni per banda che lascia intatte le sonorità originale dell’opera.
  • 40,00 Iva Inclusa

    MARCIA FUNEBRE SULLA MORTE DI UN EROE dalla sonata n° 12

    40,00 Iva Inclusa

     

     

  • 50,00 Iva Inclusa

    IL CAVALIERE originale per Concert Band

    50,00 Iva Inclusa

    IL CAVALIERE The Cinematic Composing “LIBRARY CONTEST”

  • 80,00 Iva Inclusa

    ‘O SURDATO ‘NNAMMURATO

    80,00 Iva Inclusa

    ‘O SURDATO ‘NNAMMURATO (in italiano: Il soldato innamorato) è una delle più famose canzoni in lingua napoletana, scritta dal poeta santegidiano Aniello Califano.

    Il testo fu scritto da Aniello Califano e musicato da Enrico Cannio nel 1915. La canzone descrive la tristezza di un soldato che combatte al fronte durante la Prima guerra mondiale e che soffre per la lontananza dalla donna di cui è innamorato.

    Molto famosa è l’interpretazione di Anna Magnani, nel film La sciantosa. Tra gli interpreti contemporanei di questa canzone sono da segnalare Massimo Ranieri, Marco Armani (che l’ha interpretata sul palco del Festival di Napoli nel 1994), Enzo Jannacci (che ha inciso la canzone all’interno dell’album Discogreve) e Roberto Vecchioni (il quale l’ha interpretata sul palco del Festival di Sanremo 2011). Il brano è inoltre riconosciuto da gran parte della tifoseria del Napoli come inno storico della squadra partenopea.

  • 80,00 Iva Inclusa

    SE VUOI GODER LA VITA per Tenore e Symphonic Band

    80,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    de Crescenzo RONDINE AL NIDO Trascrizione per Tenore e Symphonic Band di Crucianelli Stefano

    80,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    REGINELLA per Tenore e Symphonic Band

    80,00 Iva Inclusa

    REGINELLA è una delle canzoni napoletane più famose di tutti i tempi.

    E’ stata scritta nel 1917 da Libero Bovio (tra l’altro autore di moltissime altre canzoni napoletane di successo come Lacreme napulitane, Silenzio cantatore, Tu ca nun chiagne, ‘O paese d’ ‘o sole, Zappatore, Chiove, Signorinella, Guapparia) e musicata da Gaetano Lama a tempo di valzer.

    Descrizione del testo:

    Lui ha rivisto il suo vecchio amore due giorni prima in via Toledo: lei era vestita con abiti scollati, portava un cappello con nastri e rose, era in compagnia di alcune sciantose e parlava francese. Ricorda di quando stavano insieme, di quando non mangiavano che pane e ciliegie e vivevano di baci, di quando lei cantava e piangeva per lui,
    di quando il cardellino cantava insieme a lei: “Reginella vuole bene al suo re”. Ma ora lui invita il cardellino a scappare dalla gabbia che ha volutamente aperto, a volare via come se n’è volata la sua Reginella, a non continuare a piangere la sua padrona che non c’è più ma a cercarsene un’altra più sincera. Il ritornello evoca la flebile traccia che rimane dell’antica passione: «ora non ci amiamo più, ma tu a volte distrattamente pensi a me».

    Altre versioni:
    Moltissimi artisti si sono cimentati nell’esecuzione Reginella. Una delle prime incisioni è stata ad opera di Gilda Mignonette nel 1918, che la esportò all’estero, facendone uno dei suoi cavalli di battaglia. Notevole l’interpretazione che ne diede in seguito Roberto Murolo, rendendola a sua volta un classico del suo repertorio. Negli anni 80 sarà riproposta anche da Massimo Ranieri, nel 1992 dall’Orchestra Italiana e negli anni 90 da Mia Martini.

  • 70,00 Iva Inclusa

    CARA ANIMA GIOISCI Corale 29 “SCHMÜCKE DICH, O LIEBE SEELE”

    70,00 Iva Inclusa
  • 25,00 Iva Inclusa

    ARIANNA Marcia

    25,00 Iva Inclusa
  • 25,00 Iva Inclusa

    QUISQUIGLIE Minimarcia

    25,00 Iva Inclusa
  • 25,00 Iva Inclusa

    MAESTOSA Marcia

    25,00 Iva Inclusa
  • 25,00 Iva Inclusa

    FIAMMETTA Marcia Brillante

    25,00 Iva Inclusa
  • 31,25 Iva Inclusa

    CAVALLANA Marcia Brillante

    31,25 Iva Inclusa
  • 35,00 Iva Inclusa

    AVE MARIA per Tenore solista e Coro solo TTBB (in G)

    35,00 Iva Inclusa

    William Gomez è stato compositore e chitarrista Gibilterrino, scomparso nel 2000 non ha avuto la fama di molti suoi colleghi, ma alcune delle sue composizioni sono state eseguite dalle orchestre più importanti del mondo. Una di queste, spesso in programma al concerto di Natale al Musikverein di Vienna, è la sua Ave Maria. Scritta in origine per mezzosoprano solo e orchestra, è qui arrangiata per mezzosoprano solo, coro SATB e Pianoforte.
    La presenza del coro fa da sfondo alla religiosa melodia del solo, conferendole intimità e solennità al tempo stesso.