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    IPNOTISMO Valzer

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    UNA VOCE POCO FA dall’Opera “IL BARBIERE DI SIVIGLIA”

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    La celebre aria di Rosina “Una voce poco fa” da IL BARBIERE D SIVIGLIA di Gioacchino Rossini, opera buffa che fu rappresentata la prima volta nel 1816 al Teatro Argentina di Roma. Rossini trasse lo spunto del suo capolavoro dalla commedia di Beaumarchais, che era la prima di una trilogia della quale faceva parte anche Ie nozze di Figaro musicato da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte.

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    SOTTO IL CIEL STELLATO

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    CLAIR DE LUNE

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    Il terzo e più famoso movimento della Suite Bergamasque è il Clair de lune. Il nome, che in francese significa “chiaro di luna”, deriva dalla poesia di Paul Verlaine con lo stesso titolo, che si riferisce anche alle “bergamasques” nella strofa iniziale: “Votre âme est un paysage choisi / Que vont charmant Masques et Bergamasques / jouant du Luth et dansant et quasi / Tristes sous leurs déguisements fantasques”. Il tempo è di 9/8, con l’indicazione agogica andante très expressif e quella dinamica pianissimo. Musicalmente questo Clair de lune appartiene all’Impressionismo musicale.

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    HO UN GRAN PESO SULLA TESTA dall’Opera “L’ITALIANA IN ALGERI”

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    ARIA DELL’INUTIL PRECAUZIONE dall’Opera “IL BARBIERE DI SIVIGLIA”

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    All’apertura del secondo atto ritroviamo il sospettoso don Bartolo che indaga sull’identità del soldato, credendolo un aiutante del Conte d’Almaviva. Si presenta in quel momento alla sua porta il Conte stesso nel suo terzo travestimento da maestro di musica, don Alonso. Rossini e Sterbini approntano in maniera magistrale l’ultimo travestimento del conte: sia il libretto che la musica ci presentano questo untuoso personaggio che ripete in maniera pedante in suo saluto “Pace e gioia” facendo indispettire don Bartolo che, per costume, è costretto a trattarlo in maniera garbata; la scena è simile a quella del Finale Primo poiché, anche in questo caso, si dipanano vari livelli musicali e teatrali: da un lato i rispettosi saluti che sembrano non aver mai fine, dall’altro gli “a parte” che a velocità stratosferica aprono uno spiraglio sulla vera azione e sulle vere intenzioni di entrambi i personaggi. Per convincere il tutore, Almaviva fa credere che don Basilio sia malato, in più, gli mostra un biglietto scritto da Rosina per il Conte, come se lui l’avesse intercettato per caso: grazie a questo escamotage egli guadagna la fiducia del tutore. La lezione ha inizio, Rosina canta il Rondò dell’”Inutil precauzione” intervallato da frasi fugaci che scambia con don Alonso-Lindoro-Almaviva. Arriva anche Figaro che cerca di distrarre il tutore e prendere la chiave della stanza di Rosina: tutto sembra andare per il meglio ma è a questo punto che piomba don Basilio. Il conte riesce a convincerlo con una borsa d’oro ad andare via e la scena riprende tranquillamente finché, Bartolo riconosce in don Alonso il soldato della mattina e, irato, lo mette in fuga.

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    JERUSALEM and did those feet in ancient time

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    SUONI LA TROMBA, E INTREPIDO dall’Opera “I PURITANI”

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    Bellini compose la sua ultima opera in nove mesi, dall’aprile del 1834 al gennaio del 1835: una gestazione per l’epoca insolitamente lunga. Durante questo periodo, l’impianto drammaturgico subì trasformazioni radicali e il compositore guidò passo dopo passo il lavoro dell’inesperto librettista.

    Inizialmente strutturata in due atti, l’opera fu suddivisa in tre atti poco prima dell’andata in scena; la nuova suddivisione fu resa necessaria dalla decisione di invertire l’ordine della Scena di Elvira (“Qui la voce sua soave”) e del Duetto tra Riccardo e Giorgio, la cui stretta “Suoni la tromba, e intrepido” provocava un’immancabile richiesta di bis.

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    FANTASIA per Arpa e Orchestra d’Archi

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    IL CANTO DELLA RONDINE Concertino Originale per Clarinetto solista Banda

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    Giuseppe Filippa fu un apprezzato compositore e direttore di banda. Iniziò a studiare musica con il padre
    Giacomo (virtuoso di violino e concertista di fama internazionale). Fu capomusica della banda della
    Guardia nazionale (poi banda civica) di Pesaro, insegnante di tromba e trombone al liceo musicale della
    stessa città (1883-1905).
    Conosciuto e apprezzato per le oltre 800 composizioni per banda, tra le sue composizioni figura la marcia
    funebre per il trasporto delle ceneri dell’immortale Maestro Gioachino Rossini da Parigi al tempio di
    Santa Croce in Firenze. Pubblicò anche brani pianistici e scrisse metodi per tromba e cornetta.
    Diverse sue composizioni sono state trascritte per orchestra a plettro dal giapponese Jiro Nakano.
    Il Canto della Rondine venne composta nel 1897, pubblicata da Lapini dedicata “Al mio caro amico
    Cardinali Ariodante distintissimo professore di Clarino”.

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    DAL TUO STELLATO SOGLIO Preghiera dall’Opera “MOSE'”

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    FUGUE Bwv 578 di J. S. Bach (in Jazzy style)

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    Fugue BWV 578 (In Jazzy Style)

    La Fuga in sol minore BWV 578, anche conosciuta come la “Piccola fuga”, è uno dei lavori per organo scritto da Johann Sebastian Bach durante i suoi anni ad Arnstadt (1703-1707).

    É probabilmente una tra le composizioni più note di J. S. Bach ed è stata spesso trascritta per altri strumenti, come la celeberrima versione orchestrale di Leopold Stokowski o quella per quintetto di ottoni dei Canadian Brass.

    Il compositore A. Bonaldo si è divertito ad immaginare in che modo J. S. Bach avrebbe potuto scrivere la fuga se fosse vissuto a New Orleans negli anni ’20. Da questa idea ne è nata la seguente trascrizione / composizione.

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    PAROLA D’ORDINE Marcia da concerto

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    DICITENCELLO VUJE Canzone napoletana

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    Dicitencello vuje è la disperata dichiarazione d’amore di un uomo nei confronti della donna amata, resa in maniera indiretta. L’uomo infatti parla rivolgendosi ad un’amica dell’amata riferendosi alla donna desiderata con l’appellativo cumpagna vosta (vostra amica). L’uomo le chiede di riferirle che per lei ha perso il sonno e la fantasia (aggio perduto ‘o suonno e ‘a fantasia), che la passione “più forte di una catena” (è na passione, cchiù forte ‘e na catena) lo tormenta e non lo fa più vivere (ca mme turmenta ll’anema… e nun mme fa campá).

    Soltanto nell’ultimo verso del brano il protagonista confessa di amare in realtà, la sua interlocutrice e quando vede una lacrima sul suo volto (“na lacrima lucente v’è caduta”) le dice che è proprio lei la donna che ama (“levammece sta maschera, dicimme ‘a verità”, togliamoci questa maschera, diciamo la verità).

     

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    Frisina Mons. Marco PREFERISCO IL PARADISO – Trasc. per Solo, Coro e Wind Orchestra di Lazzeri Giampaolo

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    Preferisco il Paradiso è una miniserie televisiva italiana in due puntate, basata sulla biografia di Filippo Neri, andata in onda su Rai 1 il 20 e il 21 settembre 2011.

    La miniserie, diretta da Giacomo Campiotti, con le musiche di Marco Frisina e co prodotta da Lux Vide e Rai Fiction, ha come interprete principale Gigi Proietti, nel ruolo del protagonista Filippo Neri, il presbitero proclamato santo nel 1622.

    La Trascrizione per Solo, Coro e Symphonic Band è stata effettuata da Giampaolo Lazzeri.

    Questa trascrizione può essere eseguita anche dalla sola Banda.