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IL MARE per Clarinetto solo
10,00€ Iva InclusaIl Compositore vuole imitare all’inizio del brano una giornata al mare, di prima mattina, dove, tra un mare calmo e un volo di gabbiani, passa lentamente il tempo; mare che a poco a poco diventa sempre più agitato con grandi onde e scene tempestose che ricordano vagamente, quell’inizio gentile e leggiadro di una bella e tranquilla giornata al mare.
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IL MOMENTO PIU’ BELLO Opera Buffa in 1 Atto
IL MOMENTO PIU’ BELLO
Opera buffa in un atto
Libretto di Gaetano MidullaIl momento più bello, titolo ripreso da un vecchio film italiano, è quello della nascita, quello del parto, il momento in cui una donna accede alla maternità come completamento della sua femminilità.
L’opera, però, non è l’esaltazione dell’evento, al quale peraltro non si arriva. E’, al contrario, una demistificazione condotta attraverso i canali del paradosso e del cinismo che rifugge i canoni realistici. Attraverso una semplice, ordinaria visita dal ginecologo svela il complesso intrecciarsi delle relazioni amorose che non sempre sono trasparenti e monogamiche, anzi, spesso si rivelano essere delle situazioni intricate, confuse e ambigue che introducono al caos e dove non contano le psicologie dei personaggi ma piuttosto le loro azioni, il loro interagire frenetico che rompe le barriere del perbenismo e dell’ipocrisia, o, più semplicemente, possiamo apprezzarla come puro divertissement, una folata di brio che ci intratterrà piacevolmente per una manciata di minuti.Personaggi:
Il marito – (tenore leggero)
La moglie – (soprano leggero)
Il medico – (baritono)
L’infermiera – (mezzosoprano)
Altre pazienti – (soprani e contralti)
Altri mariti – (tenori e bassi)Orchestra:
Flauto, Oboe, Fagotto, Clarinetto SIb, Corno, Trombone, Basso tuba, Pianoforte, Xilofono -
IL MOMENTO PIU’ BELLO Opera Buffa in 1 Atto (partitura / score studio)
60,00€ Iva InclusaIL MOMENTO PIU’ BELLO
Opera buffa in un atto
Libretto di Gaetano MidullaIl momento più bello, titolo ripreso da un vecchio film italiano, è quello della nascita, quello del parto, il momento in cui una donna accede alla maternità come completamento della sua femminilità.
L’opera, però, non è l’esaltazione dell’evento, al quale peraltro non si arriva. E’, al contrario, una demistificazione condotta attraverso i canali del paradosso e del cinismo che rifugge i canoni realistici. Attraverso una semplice, ordinaria visita dal ginecologo svela il complesso intrecciarsi delle relazioni amorose che non sempre sono trasparenti e monogamiche, anzi, spesso si rivelano essere delle situazioni intricate, confuse e ambigue che introducono al caos e dove non contano le psicologie dei personaggi ma piuttosto le loro azioni, il loro interagire frenetico che rompe le barriere del perbenismo e dell’ipocrisia, o, più semplicemente, possiamo apprezzarla come puro divertissement, una folata di brio che ci intratterrà piacevolmente per una manciata di minuti.Personaggi:
Il marito – (tenore leggero)
La moglie – (soprano leggero)
Il medico – (baritono)
L’infermiera – (mezzosoprano)
Altre pazienti – (soprani e contralti)
Altri mariti – (tenori e bassi)Orchestra:
Flauto, Oboe, Fagotto, Clarinetto SIb, Corno, Trombone, Basso tuba, Pianoforte, Xilofono -
INNO ALLA CARITA’ per Soprano e Orchestra d’Archi
Il testo di quest’opera sacra è tratto dal Vangelo di San Giovanni. La composizione consta di tre parti: un lento iniziale e uno finale includono un largo. Essa comincia con un tema che sarà sempre vivo nel corso di tutta l’opera stessa; tale motivo musicale si espone ed amplia il suo tessuto polifonico grazie alle entrate successive dei vari strumenti che introducono la parte cantata, in forma libera, e che in qualche punto richiama il tema conduttore. Un intermezzo strumentale conduce alla seconda parte, anch’essa in forma piuttosto libera ma che segue le linee generali della struttura tripartita, sostenuta da un’armonia molto sobria e da un meno complesso intreccio contrappuntistico. Una nuova formula ritmica affidata agli strumenti, e limitata a poche battute, dà vita alla terza parte: una semplice melodia dei primi violini viene trasferita al soprano, tra recitativi e parti propriamente recitate, fino alla riproposta di quest’ultimo tema, in fugato e poi imitato per diminuzione dall’ensemble d’archi, e ripreso subito dopo dal canto, ma in forma variata, per giungere così alla conclusione.
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