• 80,00 Iva Inclusa

    UNA VOCE POCO FA dall’Opera “IL BARBIERE DI SIVIGLIA”

    80,00 Iva Inclusa

    La celebre aria di Rosina “Una voce poco fa” da IL BARBIERE D SIVIGLIA di Gioacchino Rossini, opera buffa che fu rappresentata la prima volta nel 1816 al Teatro Argentina di Roma. Rossini trasse lo spunto del suo capolavoro dalla commedia di Beaumarchais, che era la prima di una trilogia della quale faceva parte anche Ie nozze di Figaro musicato da Mozart su libretto di Lorenzo Da Ponte.

  • 80,00 Iva Inclusa

    ARIA DELL’INUTIL PRECAUZIONE dall’Opera “IL BARBIERE DI SIVIGLIA”

    80,00 Iva Inclusa

    All’apertura del secondo atto ritroviamo il sospettoso don Bartolo che indaga sull’identità del soldato, credendolo un aiutante del Conte d’Almaviva. Si presenta in quel momento alla sua porta il Conte stesso nel suo terzo travestimento da maestro di musica, don Alonso. Rossini e Sterbini approntano in maniera magistrale l’ultimo travestimento del conte: sia il libretto che la musica ci presentano questo untuoso personaggio che ripete in maniera pedante in suo saluto “Pace e gioia” facendo indispettire don Bartolo che, per costume, è costretto a trattarlo in maniera garbata; la scena è simile a quella del Finale Primo poiché, anche in questo caso, si dipanano vari livelli musicali e teatrali: da un lato i rispettosi saluti che sembrano non aver mai fine, dall’altro gli “a parte” che a velocità stratosferica aprono uno spiraglio sulla vera azione e sulle vere intenzioni di entrambi i personaggi. Per convincere il tutore, Almaviva fa credere che don Basilio sia malato, in più, gli mostra un biglietto scritto da Rosina per il Conte, come se lui l’avesse intercettato per caso: grazie a questo escamotage egli guadagna la fiducia del tutore. La lezione ha inizio, Rosina canta il Rondò dell’”Inutil precauzione” intervallato da frasi fugaci che scambia con don Alonso-Lindoro-Almaviva. Arriva anche Figaro che cerca di distrarre il tutore e prendere la chiave della stanza di Rosina: tutto sembra andare per il meglio ma è a questo punto che piomba don Basilio. Il conte riesce a convincerlo con una borsa d’oro ad andare via e la scena riprende tranquillamente finché, Bartolo riconosce in don Alonso il soldato della mattina e, irato, lo mette in fuga.

  • 70,00 Iva Inclusa

    DAL TUO STELLATO SOGLIO Preghiera dall’Opera “MOSE'” per Banda sola

    70,00 Iva Inclusa

    Mosè in Egitto è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Andrea Leone Tottola, dalla tragedia L’Osiride di Francesco Ringhieri.

    Debuttò con buon successo il 5 marzo 1818 al Teatro San Carlo di Napoli, anche se il pubblico apprezzò di più i primi due atti dato che l’ultimo atto, in seguito a un banale incidente scenico (si era verificato un problema sull’apertura del Mar Rosso), terminò tra le risate del pubblico. Rossini, a partire dalle repliche riscrisse l’atto finale e aggiunse tra l’altro la famosa preghiera Dal tuo stellato soglio, il brano più celebre dell’opera.

  • 80,00 Iva Inclusa

    SUONI LA TROMBA, E INTREPIDO dall’Opera “I PURITANI”

    80,00 Iva Inclusa

    Bellini compose la sua ultima opera in nove mesi, dall’aprile del 1834 al gennaio del 1835: una gestazione per l’epoca insolitamente lunga. Durante questo periodo, l’impianto drammaturgico subì trasformazioni radicali e il compositore guidò passo dopo passo il lavoro dell’inesperto librettista.

    Inizialmente strutturata in due atti, l’opera fu suddivisa in tre atti poco prima dell’andata in scena; la nuova suddivisione fu resa necessaria dalla decisione di invertire l’ordine della Scena di Elvira (“Qui la voce sua soave”) e del Duetto tra Riccardo e Giorgio, la cui stretta “Suoni la tromba, e intrepido” provocava un’immancabile richiesta di bis.

  • 25,00 Iva Inclusa

    CALABRIA IN FESTA Marcia Sinfonica

    25,00 Iva Inclusa
  • 25,00 Iva Inclusa

    NOSTALGICA SICILIA Marcia Sinfonica

    25,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    AH! NON CREDEA MIRARTI dall’Opera “LA SONNAMBULA”

    70,00 Iva Inclusa
  • -10%
    70,00 63,00 Iva Inclusa

    IN QUELLE TRINE MORBIDE dall’Opera “MANON LESCAUT”

    70,00 63,00 Iva Inclusa
  • 120,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro LE MASCHERE Sinfonia dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    120,00 Iva Inclusa

    Nel 1897 Mascagni, mentre sta componendo Iris, comincia a lavorare a una nuova opera, intitolata provvisoriamente Commedia, che ha come soggetto le maschere della Commedia dell’Arte e che gli viene proposta dallo stesso librettista di Iris, Luigi Illica. «Far risorgere la Commedia dell’Arte mi pareva e mi pare compito degno di un artista di coscienza. Rossini, il grande ottimista del nostro teatro, non aveva forse col Barbiere di Siviglia attinto alle sorgenti più pure della Commedia dell’Arte?». Questo il compito che il compositore si era prefisso nelle Maschere: opera che, secondo l’editore Sonzogno, avrebbe dovuto diventare La pietra del paragone di Mascagni.

    Parabasi. La sinfonia dell’opera viene interrotta dall’impresario Giocadio, che presenta i personaggi: ognuno descrive la propria personalità.

    Rosaura ama e vorrebbe sposare Florindo, ma Pantalone l’ha promessa in sposa a Capitan Spavento. Brighella, fidanzato di Colombina, amica di Rosaura, la convince ad accettare il volere del padre: ci penserà lui, durante la festa di fidanzamento, a risolvere la situazione. Brighella ha messo una polverina magica nel vino: e così tutti straparlano, gridano, sono in preda a una sorta di follia; Tartaglia smette addirittura di tartagliare (“Rapida glottide discioglie chiacchiere”). Nella confusione generale, il dottor Graziano si allontana con la valigia del Capitan Spavento. Per impedire le nozze, Colombina si lascia corteggiare da Arlecchino, il servo del Capitano. Nella valigia del Capitano vengono quindi trovati degli arnesi da scasso: è un ladro e un truffatore. Pantalone acconsente allora alle nozze di Rosaura e Florindo, che gli promettono, al più presto, un Pantaloncino. Tutte le maschere intonano un inno alla Maschera italiana (“O

    Oltre al Costanzi di Roma, sei teatri di sei città italiane (Scala di Milano, Carlo Felice di Genova, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Filarmonico di Verona) presentarono in contemporanea la ‘prima’ dell’opera (a Napoli si andò in scena con due giorni di ritardo, per un’indisposizione del tenore). Ma solo a Roma, dove dirigeva l’autore, si ebbe un successo: nelle altre città furono vivissime le contestazioni. Se Mascagni aveva preso il Rossini comico a modello, come mai nell’opera si rideva poco? E come giustificare le inserzioni di pagine eccessivamente sentimentali? Vennero inoltre contestate alcune scene del primo atto: alcuni temi ricordavano Iris e La bohème di Puccini. Il pubblico non era preparato a questo Mascagni, così diverso rispetto a quello delle sue precedenti prove; non comprese, o non volle comprendere, la deliberata commistione di stili creata da Mascagni (dal comico al patetico), il suo tono da gioco ironico, il gusto per la citazione. Il suo omaggio al mondo ormai lontano delle maschere avviene rispettando i canoni dell’opera buffa (il concertato della polverina che rende tutti folli) o per mezzo di arie e danze antiche, come la pavana o la furlana. Il compositore punta su un genere ‘neoclassico’, gioca battendo sul tasto della leggerezza: ogni maschera, alla sua presentazione, ha una precisa caratterizzazione musicale; inoltre la strumentazione è accurata, l’organico orchestrale volutamente ridotto. D’altra parte, forse l’intreccio è troppo denso e comporta qualche eccessiva lungaggine, tanto che il compositore, dopo la ‘prima’, apportò delle modifiche tese a uno snellimento. Ma il gioco del teatro nel teatro, la grazia settecentesca di certe pagine, l’originalità della formula ne fanno un’opera moderna, già prossima a quel clima neoclassico che sarà una delle espressioni fondamentali di tanto Novecento musicale successivo.
    Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi

  • 75,00 Iva Inclusa

    GLORIA rv 589 per Coro e Concert Band (in DO magg.)

    75,00 Iva Inclusa

    Il Gloria RV 589 è scritto nella tonalità di Re maggiore ma in questa versione è stata trasportata nella tonalità di DO Magg. per facilitare la Banda nell’esecuzione e rispettare la strumentazione originale specialmente nelle risposte delle trombe.

  • 450,00 Iva Inclusa

    Beethoven L. v. CONCERTO n° 5 “IMPERATORE” Trascrizione per Pianoforte e Concert Band di M. Picchioni

    450,00 Iva Inclusa

    L’ultimo dei cinque concerti beethoviniani per pianoforte e orchestra rappresenta l’apice delle tendenze contenute nelle analoghe precedenti opere del compositore. Il pubblico ottocentesco lo avrebbe poi intitolato Imperatore, denominazione evocata probabilmente dall’enfasi virile che lo caratterizza o, più semplicemente, dal fatto che fu dedicato all’arciduca Rodolfo d’Austria, ultimo figlio dell’imperatore Leopoldo II. Destinato alla carriera ecclesiastica, Rodolfo aveva cominciato a studiar musica da ragazzo e aveva conosciuto Beethoven nei circoli musicali aristocratici di Vienna. Divenuto suo allievo per il pianoforte e la composizione, fu a lui legato da amicizia e devota ammirazione; contribuì tra l’altro, con assegno annuo, a garantire una congrua rendita al compositore. L’opera è del 1809; sono questi gli anni segnati da imprese titaniche e destinate a sconvolgere il corso della storia, in un clima di esaltazione militaresca. La sintesi tra i principi del concerto e della sonata, raggiunta nei due precedenti concerti, ha fornito una solida base per una ulteriore evoluzione. In questa composizione Beethoven dilata la forma del concerto, senza che esso perda però coerenza, e riconosce audacemente, come mai prima aveva fatto, i diritti virtuosistici del solista, salvaguardando l’equilibrio fondamentale tra i due protagonisti. Come testimoniano gli appunti apposti a lato degli abbozzi del primo movimento Beethoven aveva senz’altro in mente qualcosa di eroico. Ed il pianoforte, che irrompe con una cadenza tanto impetuosa, ne preannuncia l’imponenza. Il nostro autore aveva intuito che questo strumento, relativamente nuovo ai suoi tempi, poteva costituire il vero contraltare dell’orchestra. Proprio quest’opera ne consacra il ruolo. E’ utile ricordare che le modifiche via via subite dal pianoforte, modifiche che gli hanno consentito di raggiungere la struttura attuale, furono ampiamente influenzate dalle esigenze espresse da compositori come Beethoven nel trattare la materia musicale: estensione della melodia al grave o all’acuto, giochi di intensità portati agli estremi, dai pianissimo ai fortissimo.

  • 150,00 Iva Inclusa

    Beethoven L. v. CONCERTO PER CLARINETTO SIb e CONCERT BAND dal Concerto in Re op. 61 per Violino e Orchestra Trascrizione per Concert Band di M. Picchioni

    150,00 Iva Inclusa

    Il concerto rappresenta una delle pagine più alte del genio musicale del grande compositore, sia per la sua intrinseca bellezza ed euritmia, sia per i dialoghi, di carattere intimo, che vengono via via sviluppati tra il Clarinetto (violino solista) e la Banda (l’orchestra) nel corso dei tre movimenti.

    E’ stato composto da Ludwig van Beethoven in circa sei mesi nel 1806, ed è in tre movimenti:

    1. Allegro ma non troppo
    2. Larghetto
    3. Rondò: Allegro

    Il secondo e il terzo movimento sono collegati direttamente tra di loro senza alcuna interruzione.

  • 80,00 Iva Inclusa

    3 MARCE originali per Banda ZAPFENSTREICH Marsch fur Militarmusik WoO 18 – 19 – 20

    80,00 Iva Inclusa

    Le Marce «Zapfenstreich» («Ritirata») n. 1 WoO 18- n. 2 WoO 19 – n. 3 WoO 20 appartengono ad una serie di brani originali per tre, composte tra il 1809 e il 1810, gli anni, a Vienna, del patriottismo antinapoleonico. In questi come negli altri brani per banda militare, si coglie un Beethoven meno noto, dedito a scrivere brevi pagine funzionali e di circostanza. La struttura, molto semplice, corrisponde a quella dei brani del genere, la cui maggiore attrattiva consiste nel clangore della sonorità e nella strumentazione militare, connotata dalla cospicua presenza delle percussioni (tamburo grande, tamburo militare, triangolo, «cinelli» – cioè piatti).

  • 60,00 Iva Inclusa

    MILITAIR MARSCH fur Militarmusik WoO 24

    60,00 Iva Inclusa

    Ludwig van Beethoven MILITAIR MARSCH fur Militarmusik WoO 24

    La “Marcia in re maggiore per musica militare” (WoO 24) è stata composta nel 1816 per il “Corpo civico di artiglieria” di Vienna. Ha un organico strumentale assai robusto ed è la maggiore composizione per banda di Beethoven. La partitura originale comprende ben 33 strumenti: due flauti piccoli, due oboi, cinque clarinetti, sei corni, otto trombe, due fagotti, un controfagotto, due tromboni, serpentone, tamburo militare, triangolo, grancassa e cinelli (piatti). Consta di due parti seguite da un trio “all’ongarese” anch’esso in due parti. Anche in questa, come negli altri brani per banda militare, si coglie un Beethoven meno noto, dedito a scrivere pagine funzionali e di circostanza.

    Nell’approntare il seguente lavoro per organico di Concert Band si è pensato di trasportare la marcia un tono sotto così da renderla più agevole nell’esecuzione, di ridurre le parti dei corni da sei a quattro e le trombe da otto (2+2+2+1+1) a sei divise in 1-2-3 A/B così da non richiedere troppi esecutori per la realizzazione della marcia ma allo stesso tempo ottenere un giusto equilibrio interno e non togliere il gioco di squilli e risposte richieste nell’originale.

  • 300,00 Iva Inclusa

    CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA in Re op. 61 Trasc. per Violino e Concert Band

    300,00 Iva Inclusa

    Il concerto rappresenta una delle pagine più alte del genio musicale del grande compositore, sia per la sua intrinseca bellezza ed euritmia, sia per i dialoghi, di carattere intimo, che vengono via via sviluppati tra il violino solista e la Banda (l’orchestra) nel corso dei tre movimenti.

    E’ stato composto da Ludwig van Beethoven in circa sei mesi nel 1806, ed è in tre movimenti:

    1. Allegro ma non troppo
    2. Larghetto
    3. Rondò: Allegro

    Il secondo e il terzo movimento sono collegati direttamente tra di loro senza alcuna interruzione.