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VARIAZIONI
90,00€ Iva InclusaDi queste Variazioni esistono due versioni, una nella tonalità originale (DO maggiore) e l’altra trasportata un tono sotto (SIb maggiore) per facilitare la tonalità sia per il solista, meno esperto, che la banda.
Si prega di specificare, al momento dell’ordine, quale tonalità si preferisce.
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Monti Vittorio CZARDAS Trascrizione per Trombone solista e Concert Band di Picchioni Massimo
80,00€ Iva InclusaIl lavoro più celebre di Monti si può considerare la Czardas (Ciarda), per violino e pianoforte con variazione in 5 tempi; una danza scritta intorno al 1904 ed eseguita da quasi tutte le orchestre gitane.
L’opera di Monti, Czardas è Celebre perché rappresenta una musica Magiara scritta da un napoletano che presto diviene la carta d’identità rappresentativa per chi è Ungherese e per chi vive nell’est Europa (Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Croazia, Rutenia, Transilvania, Moravia, ecc.).
Il brano di Monti, Czardas, è stato eseguito nella storia da alcuni celebri compositori quali: Emmerich Kálmán, Franz Liszt, Johannes Brahms, Johann Strauss, Pablo de Sarasate e Cajkovsky. -
Monti Vittorio CZARDAS Trascrizione per Tromba solista e Concert Band di Picchioni Massimo
80,00€ Iva InclusaIl lavoro più celebre di Monti si può considerare la Czardas (Ciarda), per violino e pianoforte con variazione in 5 tempi; una danza scritta intorno al 1904 ed eseguita da quasi tutte le orchestre gitane.
L’opera di Monti, Czardas è Celebre perché rappresenta una musica Magiara scritta da un napoletano che presto diviene la carta d’identità rappresentativa per chi è Ungherese e per chi vive nell’est Europa (Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Croazia, Rutenia, Transilvania, Moravia, ecc.).
Il brano di Monti, Czardas, è stato eseguito nella storia da alcuni celebri compositori quali: Emmerich Kálmán, Franz Liszt, Johannes Brahms, Johann Strauss, Pablo de Sarasate e Cajkovsky. -
Monti Vittorio CZARDAS Trascrizione per Sax Contralto solista e Concert Band di Picchioni Massimo
80,00€ Iva InclusaIl lavoro più celebre di Monti si può considerare la Czardas (Ciarda), per violino e pianoforte con variazione in 5 tempi; una danza scritta intorno al 1904 ed eseguita da quasi tutte le orchestre gitane.
L’opera di Monti, Czardas è Celebre perché rappresenta una musica Magiara scritta da un napoletano che presto diviene la carta d’identità rappresentativa per chi è Ungherese e per chi vive nell’est Europa (Slovacchia, Slovenia, Bulgaria, Croazia, Rutenia, Transilvania, Moravia, ecc.).
Il brano di Monti, Czardas, è stato eseguito nella storia da alcuni celebri compositori quali: Emmerich Kálmán, Franz Liszt, Johannes Brahms, Johann Strauss, Pablo de Sarasate e Cajkovsky. -
IL CONVEGNO
100,00€ Iva InclusaLa produzione strumentale degli operisti italiani dell’ottocento comprende spesso piccoli capolavori ingiustamente dimenticati a causa della vicinanza con le grandi opere che resero celebri i loro autori. E’ il caso de “IL CONVEGNO”, pregevolissima pagina di Ponchielli, con cui la nostra casa musicale , accanto ad altre composizioni, propone un programma di grande utilità all’aggiornamento del repertorio classico per la banda sinfonica moderna.
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SUONA LA TROMBA per Voce e Banda
70,00€ Iva InclusaLe trattative per il “Suona la tromba” avvengono in questa atmosfera di generale euforia patriottica.
Mazzini s’era rivolto a Verdi (che si trovava a Parigi), da Milano, sul finire di Maggio, per la composizione di un “inno pattriottico” e ne aveva ricevuto risposta affermativa.
S’era poi raccomandato a Goffredo Mameli come al poeta che, essendosi imposto con gli inni “Ai Bandiera” e “Ai Fratelli d’Italia”, veniva considerato il migliore interprete dei sentimenti nazionali. Così il 6 Giugno, Mazzini, che sapeva Mameli aggregato alla colonna mantovana facente parte del corpo di spedizione di Lamarmora, gli aveva indirizzato l’esplicito invito: ”Cogli il primo momento d’ispirazione, che non sia ricordo delle tue Grazie, ma ispirazione bellicosa, popolare; e mandami un inno che diventi la Marsigliese italiana; e della quale il popolo, per usare la frase di Verdi, scordi l’autore e il poeta.”
Prontamente aveva accondisceso Mameli con un “Inno Militare”, che Mazzini, trovandolo “assai bello”, rispedì a Verdi per essere musicato.
Il Maestro così rispose in data 18 Ottobre 1848 da Parigi:
“Vi mando l’inno, e sebbene un po’ tardi, spero vi arriverà in tempo. Ho cercato d’essere più popolare e facile che mi sia stato possibile. Fatene l’uso che credete: abbruciatelo anche se non lo credete degno. Se poi gli date pubblicità, fate che il poeta cambi alcune parole nel principio della seconda e terza strofa, in cui sarà bene fare una frase di cinque sillabe che abbia un senso a sé come tutte le altre strofe.
‘Noi lo giuriamo…’ ‘Suona la tromba’, etc. etc., poi, ben s’intende, finire il verso con lo sdrucciolo. Nel quarto verso della seconda strofa bisognerà far levare l’interrogativo e fare che il senso finisca col verso.
Io avrei potuto musicarli come stanno, ma allora la musica sarebbe diventata difficile, quindi meno popolare e non avremmo ottenuto lo scopo.
Possa quest’inno, fra la musica del cannone, essere presto cantato nelle pianure lombarde. Ricevete un cordiale saluto di chi ha per voi tutta la venerazione.
P.S. Se vi decidete stamparlo potete rivolgervi a Carlo Pozzi, Mendrisio, che è corrispondente di Ricordi.” -
INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli per Voce e Banda (in FA Magg.)
56,00€ Iva InclusaIl Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.
Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.
Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.
Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.
In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.
Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.
Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.
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INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli per coro 4 voci
70,00€ Iva InclusaIl Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.
Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.
Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.
Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.
In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.
Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.
Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.
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E’ STRANO E’ STRANO finale atto 1° dall’Opera “LA TRAVIATA”
80,00€ Iva InclusaIl primo atto si conclude con una lunga sequenza di cui è di scena soltanto Violetta (con l’eccezione di un breve momento in cui alla sua voce si intreccia quella di Alfredo, che si ode cantare dall’esterno). La festa è finita, gli ospiti se ne sono andati, e la ragazza è rimasta sola nelle sue stanze a riflettere sulle parole del giovane appena conosciuto. Soltanto ora (“È strano! È strano!”) si rende conto che la sua dichiarazione d’amore l’ha commossa più di quanto non le fosse sembrato inizialmente: per un attimo si domanda se non possa essere anche lei capace di donarsi in modo puro e disinteressato a un sol uomo, riconoscendo la superficialità della propria vita improntata al godimento. Nell’aria “Ah, fors’è lui” rivela così il suo intimo desiderio di amare e di essere amata veramente, e la speranza che Alfredo sia colui che da tempo attendeva, il salvatore venuto a riportarle pace e serenità. Ma subito cerca di scacciare queste idee (“Follie!”) e si propone di rivolgere nuovamente il proprio pensiero alle feste, al piacere e alla vita mondana (“Sempre libera degg’io / folleggiar di gioia in gioia”). Per un attimo la voce di Alfredo, che canta da sotto il balcone il brano già intonato in precedenza (“Di quell’amor ch’è palpito…”), torna a turbarla: ma rapidamente manifesta nuovamente l’intenzione di rifiutare, almeno per ora, la sua offerta d’amore.
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CORO DEI GITANI dall’Opera “IL TROVATORE”
80,00€ Iva InclusaNon meno celebre dei precedenti Cori del Nabucco e de I lombardi alla I crociata, il coro del Trovatore, tratto dall’atto secondo dell’opera, mentre i gitani cantano “Vedi le fosche notturne spoglie” i fabbri battono ritmicamente sulle incudini i martelli.
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DI QUELLA PIRA dall’Opera “IL TROVATORE”
80,00€ Iva InclusaDi quella pira è una popolare cabaletta, tratta dal Trovatore di Giuseppe Verdi, su libretto di Salvadore Cammarano.
Nel secondo quadro della parte terza, Manrico (tenore) e Leonora (soprano) si trovano all’altare, pronti a sposarsi. Manrico ha appena cantato l’unica aria a lui affidata nell’opera, «Ah sì, ben mio coll’essere». Dopo un breve duetto “nuziale” («L’onda de’ suoni mistici»), accompagnato da un organo interno, arriva improvvisamente Ruiz, il luogotenente di Manrico nel conflitto contro il Conte di Luna, e gli rivela che la vecchia zingara Azucena, colei che Manrico ritiene la propria madre, è caduta nelle mani dei nemici. Manrico invia Ruiz a raccogliere un drappello di armati, e intona questa celebre cabaletta. L’intervento di Leonora ha luogo prima che l’esecuzione riprenda da capo, come previsto dalle convenzioni del melodramma ottocentesco. La cabaletta si conclude con la partenza di Manrico per la battaglia con cui intende salvare la madre.
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Leoncavallo R. – VESTI LA GIUBBA dall’Opera “PAGLIACCI” Trasc. per Tenore e Concert Band di Picchioni M.
70,00€ Iva InclusaVesti la giubba, più conosciuta come Ridi, pagliaccio, è un’aria dell’opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Viene intonata alla fine del primo atto da Canio, che si prepara per la commedia nel ruolo di Pagliaccio nonostante abbia appena scoperto il tradimento della moglie Nedda. Quest’aria rappresenta il concetto di “clown tragico”, che sostiene il suo ruolo comico senza mostrare alcun turbamento, ma che interiormente vive un dramma personale.
La trascrizione per Tenore e Concert Band è stata curata da Massimo Picchioni.
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ARLECCHINATA
600,00€ Iva InclusaARLECCHINATA
Intermezzo comico in un atto.Personaggi:
Arlecchino: Tenore
Brighella: Baritono
Colombina: Soprano
È uno spumeggiante scherzo carnevalesco. Colombina ha promesso, in cambio di due anelli, contemporaneamente ad Arlecchino e a Brighella la sua mano. Quando i due scoprono l’imbroglio,ne chiedono conto a Colombina, la quale, per levarsi di impaccio, propone ai due amanti un gioco alquanto singolare: tutti e tre si benderanno e il primo che prenderà la fanciulla l’avrà in sposa. Ma mentre i due cercano disperatamente di afferrare Colombina, la fanciulla si traveste da strega bruttissima e si fa contemporaneamente pigliare dai due contendenti. Alla vista di tale bruttezza i due giovani si palleggiano la ragazza e più nessuno dei due la desidera. Colombina allora, toltasi il travestimento, dichiara che nessuno dei due l’avrà poiché ognuno dei due la ama solo per la sua avvenenza fisica. L’operina si conclude con un travolgente Vaudeville a tre voci fugate nella quale i protagonisti chiedono scusa al pubblico per la leggerezza dei loro argomenti. La scrittura musicale della Arlecchinata presenta una sorprendente freschezza e una immediatezza che la rendono piacevole e divertente all’ascolto e registicamente briosa e movimentata.
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IL MAESTRO DI CAPPELLA
600,00€ Iva InclusaUn maestro di cappella sta provando con la propria orchestra; dichiara di volervi eseguire un’aria in «stil sublime», appellandosi all’autorità degli antichi maestri («che sapevano tanto»). Quando finalmente l’aria inizia, il risultato è disastroso: ogni strumento entra al momento sbagliato, costringendo il maestro a canticchiare personalmente ogni parte finché ciascun strumentista non l’abbia imparata. Collaudata con successo la compagine orchestrale, ci si cimenterà in un «granmorceau» di sicuro effetto.
La gustosa parodia di un compositore settecentesco alle prese con i suoi esecutori prende le mosse da un libretto costruito sul largo impiego di termini tecnici, che suggeriscono così realisticamente la caricatura del maestro di cappella. Il lavoro si ricollega a un filone metateatrale particolarmente frequentato nel Settecento (ricordiamo ad esempioLa Dirindinadi Domenico Scarlatti,La canterinadi Haydn,Der Schauspieldirektordi Mozart), cui Cimarosa stesso aveva contribuito proprio in quegli anni con ?L’impresario in angustie(1786). La struttura musicale dell’opera è particolarmente interessante: dopo un recitativo accompagnato che introduce le prove, l’aria propone, nel quadro di un fantasioso disordine, una sorta di campionario dei timbri strumentali dell’orchestra dell’epoca. In una terza fase, le varie parti proposte dal maestro vengono dapprima intonate dalle diverse sezioni orchestrali e quindi integrate – mentre la voce tace – in una pagina di grande vigore sinfonico, del tutto degna di comparire in apertura di un’opera coeva. Un’ultima aria conclude gioiosamente queste problematiche prove.
Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi -
DON PASQUALE
1.400,00€ Iva InclusaL’azione si svolge a Roma, agli inizi dell’Ottocento.
ATTO I
Il vecchio e ricco Don Pasquale, vorrebbe veder sistemato Ernesto, suo nipote e futuro erede. Egli vorrebbe far sposare a suo nipote una ricca e nobile zitella; Ernesto invece è innamorato di Norina, la quale ricambia il sentimento. Norina è una giovane e bella vedova, dalle condizioni economiche modeste.
Don Pasquale decide dunque di diseredare il nipote e di sposarsi egli stesso, così da non lasciare i suoi averi a Ernesto. Chiede dunque al dottor Malatesta di trovargli una moglie.
Il dottor Malatesta, essendo amico stretto di Ernesto, ordisce un piano per aiutare i due giovani innamorati: propone a Don Pasquale di sposare Sofronia, sua sorella, bella fanciulla appena uscita dal convento.
Sapendo che Don Pasquale avrebbe accettato di buon grado la proposta, il dottor Malatesta mette in scena un finto matrimonio, chiedendo a Norina di travestirsi da Sofronia.
Erneso, che nel frattempo è stato cacciato di casa dallo zio, non viene messo a conoscenza del piano.ATTO II
Appena Ernesto scopre la notizia delle nozze, decide di partire disperato e affranto.
Intanto Don Pasquale incontra Sofronia (Norina travestita) e ne rimane subito invaghito, tanto da voler concordare immediatamente il matrimonio. Il finto notaio Carlo (cugino dello stesso Malatesta) convalida il contratto di nozze, con il quale Don Pasquale cede metà dei suoi bene alla sua giovane moglie.
Subito dopo la firma del contratto, Norina (nei panni di Sofronia) muta atteggiamento: comincia a dilapidare i soldi e a spadroneggiare in casa, rifiutando ogni attenzione rivoltale dal suo neo-marito.ATTO III
Le spese senza freno di Norina portano Don Pasquale allo sconforto. Oltretutto, Norina gli fa credere di avere un amante. Malatesta richiama Ernesto e lo mette al corrente del piano ordito, chiedendogli di fare la parte dell’amante misterioso di Sofronia.
Ernesto quindi, si ritrova nel giardino dicasa, intento a cantare una serenata alla finta Sofronia. Intanto Don Pasquale osserva la scena insieme a Malatesta. Quando infine Ernesto sparisce nel boschetto del giardino, i due escono allo scoperto e accusano Sofronia/Norina di tradimento.
Ernesto, che nel frattempo si era nascosto, rientra nel giardino di casa dove Don Pasquale lo accoglie a braccia aperte; per far dispetto all’ingrata moglie è disposto a riaccettare in casa suo nipote e acconsente a fargli sposare Norina (cosicchè diventi lei la nuova padrona di casa).
A questo punto gli viene svelato l’inganno. Don Pasquale – visibilmente sollevato – perdona tutti e benedice le nozze tra Ernesto e Norina. -
SCHUBERT FOR THE YOUNG
80,00€ Iva InclusaE’ questa una collana, rivolta ai giovani strumentisti, che comprende composizioni di grandi autori classici
che hanno fatto la storia della musica universale.
Ogni fascicolo è dedicato ad un compositore specifico per consentire, ai musicisti più giovani, di familiarizzare con il suo stile e linguaggio pur restando su un livello di difficoltà omogeneo.
I fascicoli sono studiati per un livello di difficolta nei gradi:
grado 1,5 = BANDA GIOVANILE Facile
grado 2 = BANDA GIOVANILE Medio-Facile
grado 2,5 = BANDA GIOVANILE Medio
grado 3 = BANDA GIOVANILE Medio-Difficile -
PURCELL FOR THE YOUNG
70,00€ Iva InclusaE’ questa una collana, rivolta ai giovani strumentisti, che comprende composizioni di grandi autori classici
che hanno fatto la storia della musica universale.
Ogni fascicolo è dedicato ad un compositore specifico per consentire, ai musicisti più giovani, di familiarizzare con il suo stile e linguaggio pur restando su un livello di difficoltà omogeneo.
I fascicoli sono studiati per un livello di difficolta nei gradi:
grado 1,5 = BANDA GIOVANILE Facile
grado 2 = BANDA GIOVANILE Medio-Facile
grado 2,5 = BANDA GIOVANILE Medio
grado 3 = BANDA GIOVANILE Medio-Difficile -
MOZART FOR THE YOUNG
80,00€ Iva InclusaE’ questa una collana, rivolta ai giovani strumentisti, che comprende composizioni di grandi autori classici
che hanno fatto la storia della musica universale.
Ogni fascicolo è dedicato ad un compositore specifico per consentire, ai musicisti più giovani, di familiarizzare con il suo stile e linguaggio pur restando su un livello di difficoltà omogeneo.
I fascicoli sono studiati per un livello di difficolta nei gradi:
grado 1,5 = BANDA GIOVANILE Facile
grado 2 = BANDA GIOVANILE Medio-Facile
grado 2,5 = BANDA GIOVANILE Medio
grado 3 = BANDA GIOVANILE Medio-Difficile -
HANDEL FOR THE YOUNG
80,00€ Iva InclusaE’ questa una collana, rivolta ai giovani strumentisti, che comprende composizioni di grandi autori classici
che hanno fatto la storia della musica universale.
Ogni fascicolo è dedicato ad un compositore specifico per consentire, ai musicisti più giovani, di familiarizzare con il suo stile e linguaggio pur restando su un livello di difficoltà omogeneo.
I fascicoli sono studiati per un livello di difficolta nei gradi:
grado 1,5 = BANDA GIOVANILE Facile
grado 2 = BANDA GIOVANILE Medio-Facile
grado 2,5 = BANDA GIOVANILE Medio
grado 3 = BANDA GIOVANILE Medio-Difficile -
CHAMPAGNE GALOP Polka Galop
70,00€ Iva InclusaUna stupenda Polka Galop, ideale per un Concerto natalizio o di Capodanno, un concentrato di allegria e buonumore dove nella sezione centrale un gruppo di strumentisti rivolgerà al pubblico i suoi beneauguranti “AUGURI” in più lingue. Un brano che non può mancare nel vostro concerto. -
VERGNUGUNGSZUG Treno dei divertimenti
80,00€ Iva InclusaVergnügungszug op.281, è una polka veloce di Johann Strauß jr.
La polka “Vergnügungszug” fu composta da Johann Strauß nel 1864 per il ballo dell’associazione degli industriali che si svolse nel “Redoutensaal” di Vienna il 19 gennaio 1864 in occasione dell’inaugurazione della nuova rete ferroviaria nell’Austria meridionale.
Strauß non fu comunque il primo compositore a scrivere brani per celebrare le innovazioni della tecnologia. Molti anni prima Johann Strauß padre aveva celebrato l’apertura della prima ferrovia a vapore austriaca il 14 novembre 1837 tra la periferia di Vienna e Floridsdorf Deutsch Wagram con un valzer dal titolo “Eisenbahn-Walzer Lust” op. 89 ed Eduard Strauß scrisse la sua famosa polka veloce “Bahn Frei” op. 45, per celebrare l’apertura di una nuova linea ferroviaria.
Tuttavia, anche se molte composizioni di Strauß commemorano o esaltano i viaggi e le forme di trasporto, né lui né suo fratello Eduard Strauß intraprendevano dei viaggi in treno troppo lunghi. Un aneddoto racconta che Johann stesso fosse terrorizzato alla semplice parlare dei precipizi nella zona di Semmering (Stiria) e più tardi, durante un viaggio in ferrovia verso Boston nel 1870 per un tour di concerti negli Stati Uniti, Strauß confessò a sua moglie, Henrietta Treffz, che avrebbe preferito essere ucciso piuttosto che fare un altro viaggio sulle ferrovie americane. -
UNTER DONNE UND BLITZ Tuoni e fulmini
80,00€ Iva Inclusa“Tuoni e Fulmini” Una polka veloce ed impetuosa, ottima come chiusura del concerto di Capodanno. -
MARCIA PERSIANA Persischer Marsch
70,00€ Iva InclusaPersischer-Marsch (Marcia persiana) op.289, è una marcia di Johann Strauß jr.
Nell’autunno del 1864 la collezione di medaglie di Johann Strauß contava un ricco assortimento di onorificenze, che gli furono conferite nel corso degli anni come ricompense per le varie composizioni che aveva dedicato alle teste coronate di tutta Europa.
Fra le sue medaglie era inclusa anche la “Persischen Sonnenorden” (Persiana dell’Ordine del Sole), conferita al compositore da sua maestà imperiale lo Scià di Persia, Nasser al-Din Shah Qajar (1831-1896), che salì al trono nel 1848 e vi rimase fino al giorno del suo assassinio a Teheran nel 1896.
Il riconoscimento fu concesso a Strauß per merito della su “Persischer-Marsch”, che il compositore diresse a Vienna per la prima volta il 4 dicembre 1864 ad un festival di concerti nei Volksgarten celebrando, in ritardo, il 20 ° anniversario del suo debutto come compositore e direttore d’orchestra al casinò Dommayer di Hietzing nel mese di ottobre del 1844. -
ANNEN POLKA
70,00€ Iva InclusaAnnen-Polka (Anna-Polka) op. 117, è una polka di Johann Strauß jr.
È paradossale pensare che un lavoro delicato come la “Annen-Polka” di Strauß abbia ricevuto la sua prima rappresentazione nel giardino di uno edificio del Prater di Vienna chiamato “Zum Wilden Mann” (L’uomo selvaggio).
La polka prende il nome dalle celebrazioni per la giornata di St. Anna, il 26 luglio 1852 (una delle più importanti festività nel calendario viennese), anche se Johann presentò il suo nuovo lavoro due giorni prima, il 24 luglio, ad un festival all’aperto.
Un reporter della stampa commentò:
« Johann Strauß ha fatto un bel regalo a tutte le Anna, Ninas, Nanys, Nettchens etc, con la sua ultima polka, che ha intitolato “Annen-Polka” in loro onore.È piaciuta così tanto a causa della fascinosa, melodiosa e invitante melodia, che vi sono state ancora e ancora numerose richieste per riascoltarla. » -
RADETZKY MARSCH
50,00€ Iva InclusaLa musica di Johann Strauss Sr. (1804-1849) è strettamente legata alla Vienna reale e imperiale del XIX secolo.
Nel 1848, Strauss compone la più celebre delle sue 18 marce, la Radetzky Marsch. Questa marcia brillante commemora la vittoria del maresciallo austriaco, il conte Radetzky, sugli insorti italiani, in occasione della battaglia di Custozza.
Marcia spesso interpretata nei Concerti del Nuovo Anno o in occasione dei grandi concerti di gala, è conosciuta nel mondo intero. -
RADETZKY MARSCH
60,00€ Iva InclusaLa musica di Johann Strauss Sr. (1804-1849) è strettamente legata alla Vienna reale e imperiale del XIX secolo.
Nel 1848, Strauss compone la più celebre delle sue 18 marce, la Radetzky Marsch. Questa marcia brillante commemora la vittoria del maresciallo austriaco, il conte Radetzky, sugli insorti italiani, in occasione della battaglia di Custozza.
Marcia spesso interpretata nei Concerti del Nuovo Anno o in occasione dei grandi concerti di gala, è conosciuta nel mondo intero. -
MARCIA DELL’INCORONAZIONE – Koronation March – Kronungs Marsch dall’Opera “IL PROFETA – LE PROPHETE”
90,00€ Iva InclusaCompositore e pianista tedesco, Giacomo Meyerbeer, il cui vero nome era Jacob Liebmann Beer, nacque nel 1791 e morì nel 1864. Studiò, fra gli altri, con Clementi e Zelter e lavorò a Vienna, Venezia, Berlino e in particolar modo a Parigi, dove si guadagnò l’ammirazione con opere solenni come Roberto il diavolo, Gli Ugonotti, L’Africana e Il Profeta.
Benché grande maestro della forma, la sua personalità artistica fu piuttosto limitata: le più belle invenzioni liriche furono create con quelle che si possono definire deliziose “crudeltà” musicali. Spesso il suo obiettivo era unicamente quello di fare effetto. Meyerbeer fu acclamato e rispettato quando era ancora in vita, ma criticato dopo la sua morte (anche dalle azioni di R. Wagner).
La strumentazione utilizzata da Meyerbeer fu molto ammirata da Berlioz e influenzò senza dubbio altri compositori quali Verdi e lo stesso R. Wagner.
La Marcia dell’incoronazione, tratta da il Profeta, ricevette recensioni positive, e dal giorno della prima dell’opera è entrata a far parte del repertorio sia di orchestre sinfoniche che di bande.
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