• 120,00 Iva Inclusa

    FINALE dalla Sinfonia n° 3 in do min op. 78 per Organo e Orchestra

    120,00 Iva Inclusa

    La sinfonia n. 3 in do minore, op. 78 di Camille Saint-Saëns fu completata nel 1886 in quello che probabilmente era lo zenith artistico della sua carriera. Commissionata dalla Società Filarmonica inglese, venne eseguita per la prima volta a Londra, diretta dal compositore stesso. Il lavoro venne dedicato all’amico Franz Liszt, che morì quello stesso anno, due mesi dopo la prima dell’opera.

    È comunemente conosciuta come una sinfonia per organo, anche se è una semplice sinfonia orchestrale dove due delle quattro ‘sezioni’ utilizzano l’organo.

    A proposito del lavoro Saint-Saëns disse che “ci aveva messo tutto ciò che era capace di offrire”. Sembra quasi che il compositore già sapesse che questo sarebbe stato il suo ultimo tentativo a un lavoro sinfonico, e che volle utilizzare l’opera come un “riepilogo” della sua carriera.

    Nella sinfonia viene fatto grande uso dei principi della trasformazione tematica teorizzati da Franz Liszt, così che i soggetti evolvano e maturino durante tutta la durata dell’opera.

    Nell’ultima e più conosciuta sezione della sinfonia si susseguono elementi di considerevole varietà: un corale, scrittura polifonica e un breve interludio pastorale. Il climax finale, di notevole potenza sonora, porta a compimento le melodie introdotte e trasformate in tutta l’opera.

  • 100,00 Iva Inclusa

    FINALE dalla SINFONIA PER ORGANO

    100,00 Iva Inclusa

    La sinfonia No. 1, Op. 14 di Louis Vierne è la prima di sei sinfonie per organo, che sono unanimemente considerate una delle massime realizzazioni della musica organistica. Vierne compose quest’opera all’età di 29 anni, quando non era ancora organista di Notre-Dame ed è l’unica sinfonia che non è stata ispirata dall’organo della grande cattedrale parigina.
    Quest’opera è composta di sei movimenti e più che di sinfonia si potrebbe parlare di suite per organo, d’altra parte fu pubblicata a movimenti separati, e questo la dice lunga su come l’autore la considerasse più che altro una suite. Lo stesso Vierne, in seguito, realizzerà una trascrizione per orchestra del movimento finale.
    Il Finale si apre con un deciso andamento di allegro di sonata in cui un motivo di carillon si dispiega ai manuali per un paio di battute, introducendo il primo tema, esposto dal pedale con un andamento maestoso e trionfale.
    Questa trascrizione, che non tiene conto della versione orchestrale, ma solo di quella originale per organo, vuole in qualche modo rendere evidente la scrittura sinfonica dell’autore, e l’ampia varietà timbrica ed espressiva (sinfonica, appunto) di un grande strumento qual è l’organo. Come se si volesse dare vita alle canne dell’organo mutandole in strumentisti di un’orchestra di fiati, che ben si presta a sostituire il grande numero di ance e fondi da utilizzare nell’esecuzione di questo ricco e brillante brano.
    The Symphony No. 1, Op. 14 by Louis Vierne is the first of six organ symphonies, which are considered one of the most important compositions in organ music. Vierne wrote this piece at the age of 29, when he was not yet organist in Notre-Dame, and is the only symphony that was not inspired by the huge organ of the cathedral. This opus is made of 6 movements, more similar to a suite than a symphony.
    This transcription, based only on the original organ version, wants somehow to make clear the symphonic writing of the author, and the great variety of timbres (symphonic, in fact) of a big instrument which is the organ. As if the pipes turned into players of a concert band, which replaces quite well the large number of sounds to be used in this rich and brilliant piece.

     

  • 75,00 Iva Inclusa

    FINALE QUADRO 1° dall’Opera “LA BOHEME”

    75,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    FINALE QUADRO 4° dall’Opera “LA BOHEME”

    75,00 Iva Inclusa
  • 36,00 Iva Inclusa

    FIORI DI RUGIADA Valzer

    36,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    FREIKUGELN “Pallottole volanti” Polka Schnell op. 326

    70,00 Iva Inclusa

    Freikugeln (P allottole volanti) op.326, è una polka veloce di Johann Strauss jr.

    Nel mese di luglio del 1868, Vienna ospitò la 3 ° edizione della competizione del tiro a segno tedesco, evento che radunò nella capitale austriaca non meno di 10.000 visitatori provenienti da molte parti del mondo.

    Numerose celebrazioni furono organizzate nella capitale, mentre al Prater venne costruita una speciale sala per il festival, rinominata Festhalle. E fu qui, la sera del 27 luglio, che l’orchestra Strauss, sotto la direzione di Josef Strauss ed Eduard Strauss, tenne un concerto cui prese parte un pubblico di circa 10-12.000 persone.

    Quando Johann Strauss stesso, come ospite, diresse il suo valzer Sul bel Danubio blu, scritto appena un anno prima, fu accolto con grande entusiasmo e ogni parte della composizione fu accompagnata da numerosi applausi.

    Da una lettera scritta da Eduard Strauss è chiaro che i fratelli avessero destinato per la serata una novità di Johann, la polka veloce Freikugeln.

    Il titolo di questo lavoro prende spunto dall’opera di Carl Maria von Weber Der Freischütz (Il franco cacciatore, 1821) e si riferiva ai proiettili magici del cacciatore dell’opera.

    Freikugeln fu presentata dinanzi al grande pubblico la notte seguente, il 28 luglio 1868, in occasione di un festival di musica viennese con fuochi d’artificio nei Volksgarten. Durante la seconda metà del programma, l’orchestra Strauss, diretta a turno dai fratelli Johann, Josef e Eduard, si unì con le orchestre del duca di Wurttemberg, del barone Reischach e del duca Ferdinando d’Este.

  • 35,00 Iva Inclusa

    Frisina Mons. Marco CREDO IN TE – Trasc. per Marching Band di Picchioni Massimo

    35,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    FRÜHLINGSSTIMMEN Voci di Primavera – Valzer da Concerto

    100,00 Iva Inclusa

    Frühlingsstimmen (Voci di Primavera) op. 410, è un valzer di Johann Strauss (figlio).

    Nell’inverno del 1882-83 il compositore fu invitato a comporre un valzer vocale per il celebre soprano austriaco Bianca Bianchi (il cui vero nome era Bertha Schwarz), al tempo un acclamato membro del Wiener Hopfoperntheater (Teatro dell’opera reale di Vienna).

    Il valzer fu eseguito per la prima volta al Theater an der Wien il 1º marzo 1883 ad un concerto di beneficenza per la fondazione degli indigenti dell’Impero austro-ungarico fondata dall’imperatore Francesco Giuseppe e dall’imperatrice Elisabetta.

    Strauss, dopo il successo che aveva ottenuto con i suoi valzer corali, fu felice di scrivere un brano per sola voce e il librettista Richard Genée, che aveva già collaborato con il compositore nell’operetta Eine Nacht in Venedig (Una notte a Venezia) del 1883, scrisse anche il testo per il nuovo valzer.

    L’autunno del 1882 vide Strauss impegnato a Budapest per curare la prima rappresentazione dell’operetta Der lustige Krieg (L’allegra Guerra; 1881). Durante lo svolgimento di una delle serate in onore della visita del musicista viennese, fu Strauss stesso ad esibirsi al pianoforte con un altro degli illustri ospiti della serata: Franz Liszt. I due compositori si conoscevano già molto bene da almeno 30 anni (Strauss aveva dedicato il suo valzer Abschieds-Rufe op. 179 a Liszt nel gennaio del 1856) e si incontrarono in numerose altre occasioni. Fu questa visita che fornì l’ispirazione per la scrittura del valzer Frühlingsstimmen.

    Successivamente il valzer venne arrangiato da Johann in versione solamente orchestrale e fu eseguito in questa forma, oggi celeberrima, da Eduard Strauss durante uno dei suoi concerti al Musikverein nel 1883.

    Nel 1934 il valzer fu riutilizzato per l’operetta “postuma” (con musiche di Strauss jr.) Die Tänzerin Fanny Elßler.

  • 70,00 Iva Inclusa

    FUNICOLI’ FUNICOLA’

    70,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    G. Verdi LA FORZA DEL DESTINO Sinfonia dall’Opera – Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    100,00 Iva Inclusa

    La prima rappresentazione de “La forza del destino”, opera in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, avviene a Pietroburgo, al Teatro Imperiale, il 10 Novembre del 1862. L’opera è accolta entusiasticamente sia dal pubblico che dalla critica, ma Verdi, non completamente soddisfatto, riscrive in parte il libretto (con l’aiuto di Antonio Ghislanzoni) e tolti alcuni pezzi, mutato l’ordine delle scene, rifatto il finale per renderlo meno truce ed aggiunta la famosa sinfonia, la presenta al Teatro alla Scala di Milano il 27 Febbraio del 1869. Con “La forza del destino” Verdi conclude la stagione “eroica” della sua attività creativa ed inizia la ricerca di una più elaborata struttura “drammatica”. L’opera lirica adotta una tecnica abbastanza comune nel XIX secolo, tecnica che lo stesso compositore aveva già sperimentato nel “Rigoletto”: il ricorrere di uno o più temi o motivi caratteristici nei punti cruciali della vicenda, allo scopo di raggiungere l’unità drammatica e musicale (i leitmotif di Wagner). Verdi dà meno importanza alla rigida struttura dell’aria per raggiungere una maggiore scioltezza nell’uso del recitativo corredato di maggiori attenzioni strumentali e melodiche. Già in quest’opera si evince un vigore nuovo che anima il canto verdiano, fatto di frasi concise e tese su ritmi balzanti e solidi; i suoni tendono a concentrare il dramma, senza indulgere a frasi ingiustificate; i protagonisti (come in molte altre opere dello stesso periodo e successive), emergono in una luce eroica che ne amplia a dismisura le passioni dominanti. Se le opere del primo periodo, nella sommarietà dei tratti, rappresentano il rude scossone impresso ad un melodramma appesantito nelle “cavatine”, già ne “La forza del destino” (come poi anche nei capolavori della trilogia popolare “Il Rigoletto”, “Il Trovatore” e “La Traviata”) si animano le consuete arie e recitativi di un forte pensiero drammatico, di un’umanità che vive di grandi affetti, che conferiscono al canto nuova commozione. Un’evoluzione creativa di Verdi che prosegue attraverso la conquista di un declamato melodico sempre più duttile, di un linguaggio armonico sempre più ricco, di un’orchestrazione sempre più colorita e sensibile.

  • Segnaposto
    100,00 Iva Inclusa

    GARA CONCERTISTICA

    100,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    GEBET per Corno solista e Concert Band

    70,00 Iva Inclusa

    GEBET, (Preghiera) è un andante religioso composto da Bernhard Eduard Müller per corno e organo.

    Questo cantabile dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, fino alla lode. La grande varietà dei timbri dell’organo, strumento musicale della famiglia degli aerofoni, assimilabili perfettamente a quelli della Banda, sono in grado di dare risonanza a tutti gli ambiti dell’esistenza umana.

  • 100,00 Iva Inclusa

    GIOVANNA D’ARCO

    100,00 Iva Inclusa

    Composta nel 1845 su libretto di Solera tratto dal dramma di Schiller, anche Giovanna d’Arco e una delle opere minori e meno rappresentate di Verdi. La Sinfonia dell’Opera trascritta per Banda da Massimo Picchioni è in forma di pot-pourrì, la prima parte contiene una “Tempesta”, la seconda uno stupendo intermezzo concertante dei legni, “Flauto, Oboe e Clarinetto”, la terza parte e una sorta di trasformazione della materia tematica.

  • 150,00 Iva Inclusa

    GIUDIZIO UNIVERSALE

    150,00 Iva Inclusa

    Il brano in questione è costituito da un continuo alternarsi di movimenti di breve durata: moderato, adagio, moderato, adagio, allegro. Il messaggio che l’autore si prefigge di trasmettere, con la stesura di questa composizione, è legata alla necessità di far ricorso alla potenza del Creatore affinché, con un Suo immediato intervento, metta fine all’inarrestabile flusso di violenza, indifferenza e di spregiudicatezza che sta investendo la società in cui siamo destinati a vivere. L’espressione di tale idea è descritta, sin dall’inizio, dalla frenetica alternanza di suddivisioni regolari e irregolari, queste ultime incastrate in una scala enigmatica. È molto frequente, oltretutto, l’impiego della massa orchestrale specie nei momenti in cui è decisamente marcata la presenza di aspre dissonanze e di impasti timbrici piuttosto sgargianti e violenti. I suddetti interventi si alternano, allo scopo di stemperare anche tale aggressività sonora, con il breve tema iniziale elaborato in forma di fugato ed eseguito dai legni, fino all’atteso ingresso delle voci: prima il Soprano, poi il Coro e ancora dopo, la presentazione di un secondo tema da parte del Tenore. L’orchestra riprende con una successione di arpeggi, sostenuta da una struttura ritmica in contrattempo, per giungere al Soprano che ripropone il tema presentato dal Tenore e, così, concludere con un pomposo concertato.

  • Segnaposto
    100,00 Iva Inclusa

    GLI ANIMALI SUONANTI

    100,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    GLORIA

    75,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    GLORIA rv 589 per Coro e Concert Band (in DO magg.)

    75,00 Iva Inclusa

    Il Gloria RV 589 è scritto nella tonalità di Re maggiore ma in questa versione è stata trasportata nella tonalità di DO Magg. per facilitare la Banda nell’esecuzione e rispettare la strumentazione originale specialmente nelle risposte delle trombe.

  • 100,00 Iva Inclusa

    Gounod Charles FUNERAL MARCH OF A MARIONETTE Marcia funebre di una marionetta Trasc. per Concert Band di Sarcina Antonia

    100,00 Iva Inclusa
    Marcia funebre per una marionetta.

    Il brano risale al soggiorno londinese di Gounod, allorché, tra il 1871 e il 1872, il compositore francese intraprese una suite per pianoforte che avrebbe dovuto intitolarsi Suite burlesque ma che abbandonò dopo aver completato quest’unico movimento, edito da Goddard & C.

    Il musicologo James Harding ritiene invece che con questo brano Gounod abbia preso di mira di un critico che non apprezzava, Henry F. Chorley, deridendone la «voce sottile, aspra, acuta, sopraneggiante» e le movenze da «scimmiotto di stoffa dai capelli rossi». Chorley però morì lo stesso anno impedendogli di formulare una dedica esplicita al suo nome.

    La Marcia funebre per una marionetta (in francese: Marche funèbre d’une marionnette) è una composizione di Charles Gounod.

    Fu scritta originariamente per pianoforte (1872) e poi arrangiata per orchestra sinfonica dallo stesso autore (1879).

    Reca la dedica à madame Viguier, pianista e moglie di Alfred Viguier (prima viola dell’Orchestre de la Société des Concerts du Conservatoire). È universalmente nota come sigla della serie Alfred Hitchcock presenta.

    Nel 1882 fu pubblicata da Lemoine un’edizione di lusso, completa di un testo melodrammatico di Georges Price e Jean Ker Mary con calcografie di Paul Destez e Japhet.

    Alfred Hitchcock aveva assistito nel 1927 alla proiezione di Aurora, un film muto che tuttavia fu tra le prime pellicole a incorporare anche effetti sonori (musicali). L’uso della Marcia funebre per una marionetta nel film di Murnau lo colpì al punto di indurlo a scegliere il brano come sigla per la serie Alfred Hitchcock presenta negli anni 1950-1960. Arrangiata più volte, l’ultima delle quali da Herrmann che la elevò di una terza, la composizione ottenne così fama universale.

    La Trascrizione per Concert Band è stata curata da Antonia Sarcina.

  • Segnaposto
    100,00 Iva Inclusa

    GRAN TERZETTO DI CONCERTO

    100,00 Iva Inclusa
  • 145,00 Iva Inclusa

    GRANADA Serenata da Suite Espanola – Suite Spagnola

    145,00 Iva Inclusa

    Fu nel 1886 che Isaac Albéniz iniziò a scrivere questa suite in otto parti per pianoforte, poco dopo il suo periodo di studio con Liszt.
    Il suo manoscritto comprende solo i primi tre e l’ultimo degli otto pezzi attuali.
    Le altre parti furono aggiunte, dopo la morte del compositore, dal suo editore che le estrasse da altre composizioni.
    Queste impressioni di varie regioni spagnole illustrano l’ingegnosità del compositore nel ritrarre ritmi caratteristici e il suo orecchio per rinfrescanti cambi di tonalità.
    Con l’eccezione di “Cataluna”, tutti i brani hanno una struttura ternaria, la sezione centrale è una “copla”, un intermezzo cantato in una forma di danza, che di solito segna una svolta dalla tonalità maggiore a quella minore.
    GRANADA è una serenata che rievoca la città profondamente segnata dalla cultura moresca.
    In questa parte l’accompagnamento della chitarra è chiaramente suggerito da accordi semplici sottostanti alla melodia.

  • 120,00 Iva Inclusa

    GUGLIELMO TELL

    120,00 Iva Inclusa

    Guglielmo Tell (Guillaume Tell nella versione originale francese) è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini che, in seguito, si dedicherà alla scrittura di musica da camera, musica sacra e comunque solo a composizioni musicali non destinate al teatro.
    Il libretto fu tratto dal dramma Wilhelm Tell di Friedrich Schiller e dal racconto La Suisse libre di Jean-Pierre Claris de Florian ed elaborato inizialmente da Étienne de Jouy, in seguito da Hippolyte-Louis-Florent Bis.
    La prima rappresentazione ebbe luogo al teatro dell’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829.
    Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a quasi sei ore. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita di quello che verrà definito il genere francese del Grand Opéra.
    Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell che guiderà il suo popolo verso la libertà.
    Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori).
    L’opera è famosa anche per l’ouverture che sintetizza tutta la vicenda, articolata in quattro episodi: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti; lo scatenarsi della tempesta; l'”andante pastorale” con la melodia del corno inglese contrappuntata dal flauto; la fanfara aperta dalle trombe e sviluppata da tutta l’orchestra in un finale trascinante.

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    GUGLIELMO TELL Finale dalla Sinfonia

    70,00 Iva Inclusa

    Guglielmo Tell (Guillaume Tell nella versione originale francese) è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini che, in seguito, si dedicherà alla scrittura di musica da camera, musica sacra e comunque solo a composizioni musicali non destinate al teatro.
    Il libretto fu tratto dal dramma Wilhelm Tell di Friedrich Schiller e dal racconto La Suisse libre di Jean-Pierre Claris de Florian ed elaborato inizialmente da Étienne de Jouy, in seguito da Hippolyte-Louis-Florent Bis.
    La prima rappresentazione ebbe luogo al teatro dell’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829.
    Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a quasi sei ore. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita di quello che verrà definito il genere francese del Grand Opéra.
    Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell che guiderà il suo popolo verso la libertà.
    Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori).
    L’opera è famosa anche per l’ouverture che sintetizza tutta la vicenda, articolata in quattro episodi: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti; lo scatenarsi della tempesta; l'”andante pastorale” con la melodia del corno inglese contrappuntata dal flauto; la fanfara aperta dalle trombe e sviluppata da tutta l’orchestra in un finale trascinante.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    GYMNOPEDIES n° 1, 2, 3 di Erik Satie – Trascr per Wind Orchestra di G. Lazzeri

    90,00 Iva Inclusa

    Trascrizione ed Adattamento per Wind Orchestra di Giampaolo Lazzeri

  • 70,00 Iva Inclusa

    HABANERA dall’Opera “CARMEN” di G. Bizet Trasc. per Mezzo-Soprano e Concert Band di Massimo Picchioni

    70,00 Iva Inclusa

    La stupenda “Habanera” tratta dalla Carmen di Bizet in una nuova trascrizione curata da Massimo Picchioni per Mezzo-Soprano e Banda (o Tromba e banda) che lascia intatta la magia dell’opera originale.

  • 70,00 Iva Inclusa

    Handel George Friederich LARGO Dall’Opera “SERSE” Trasc. per Soprano/Tenore e Concert Band di Picchioni Massimo

    70,00 Iva Inclusa

    « O mio Signor » dialogo spirituale sul celebre « Largo » di Haendel nella trascrizione per Tenore o Soprano e Concert Band di Massimo Picchioni.

  • 64,00 Iva Inclusa

    HERO’S RHAPSODY

    64,00 Iva Inclusa

    Hero’s Rhapsody:

    Hero’s Rhapsody è una composizione in forma di rapsodia, ovvero di carattere libero e vario, che vuole rappresentare in musica la vita eroica di un uomo che lotta contro i suoi antagonisti.

    La composizione è strutturata in tre sezioni continuative. La prima “Majestically” introduce al tema principale (Bright). In questa sezione il tema è affidato agli ottoni accompagnati da un tappeto terzinato dei legni e dai colpi penetranti dei tamburi.

    Nella parte centrale (Slow e Moving forward) tre trombe eseguono tre melodie diverse da dietro scena. Al termine del terzo motivo le tre trombe ripropongono le tre fanfare in maniera simultanea ottenendo inizialmente un effetto caotico e poi trionfale.

    L’ultima sezione “Slow” e “Still slow” accompagna l’ascoltatore alla ripresa del tema principale e al pomposo finale.

  • 80,00 Iva Inclusa

    HO HAPPY DAY

    80,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    HO UN GRAN PESO SULLA TESTA dall’Opera “L’ITALIANA IN ALGERI”

    80,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    HORN PIPE da WATER MUSIC

    80,00 Iva Inclusa
  • 64,00 Iva Inclusa

    HUBBLE FAREWELL

    64,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    I PURITANI Parafrasi da Concerto sui motivi dell’opera di V. Bellini

    100,00 Iva Inclusa
  • 90,00 Iva Inclusa

    I QUATTRO RUSTEGHI Intermezzo dall’Opera di E. Wolf-Ferrari / Arr. per Concert Band di M. Codamo

    90,00 Iva Inclusa
  • 110,00 Iva Inclusa

    I VESPRI SICILIANI Sinfonia dall’Opera

    110,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    I’ TE VURRIA VASA’! per Voce e Banda

    70,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    IL BACIO

    75,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    IL BALEN DEL SUO SORRISO dall’Opera “IL TROVATORE”

    70,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    IL BARBIERE DI SIVIGLIA

    100,00 Iva Inclusa

    Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Pierre Caron de Beaumarchais (1732 – 1799).
    Il titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
    La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi.
    A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Giovanni Paisiello e della sua versione dell’opera messa in scena nel 1782.
    Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello.
    La famosissima ouverture del “Barbiere di Siviglia” non è “originale”, Rossini l’aveva composta e utilizzata precedentemente per l’opera seria “Aureliano in Palmira”.
    • Il brano inizia con un’introduzione lenta e solenne, basata sul continuo alternarsi tra accordi molto sonori e parti quasi sussurrate.
    • All’introduzione segue il primo tema, in modo minore, allegro e facilmente orecchiabile.
    • La melodia inizia pianissimo, ma ben presto sfocia in un episodio temporalesco dal carattere deciso e irruente.
    • Il ritorno ad un’atmosfera più tranquilla preannuncia la comparsa del secondo tema: una bella melodia in modo maggiore.
    • Questo tema, si evolve in un “crescendo”, effetto musicale caratteristico delle ouverture rossiniane.
    • L’ouverture prosegue con la ripresa del primo e poi del secondo tema.
    • Un nuovo “crescendo” e l’accelerazione improvvisa del tempo conducono verso il grandioso finale.

     

  • 110,00 Iva Inclusa

    IL BARBIERE DI SIVIGLIA

    110,00 Iva Inclusa

    Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Pierre Caron de Beaumarchais (1732 – 1799).
    Il titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
    La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi.
    A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Giovanni Paisiello e della sua versione dell’opera messa in scena nel 1782.
    Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello.
    La famosissima ouverture del “Barbiere di Siviglia” non è “originale”, Rossini l’aveva composta e utilizzata precedentemente per l’opera seria “Aureliano in Palmira”.
    • Il brano inizia con un’introduzione lenta e solenne, basata sul continuo alternarsi tra accordi molto sonori e parti quasi sussurrate.
    • All’introduzione segue il primo tema, in modo minore, allegro e facilmente orecchiabile.
    • La melodia inizia pianissimo, ma ben presto sfocia in un episodio temporalesco dal carattere deciso e irruente.
    • Il ritorno ad un’atmosfera più tranquilla preannuncia la comparsa del secondo tema: una bella melodia in modo maggiore.
    • Questo tema, si evolve in un “crescendo”, effetto musicale caratteristico delle ouverture rossiniane.
    • L’ouverture prosegue con la ripresa del primo e poi del secondo tema.
    • Un nuovo “crescendo” e l’accelerazione improvvisa del tempo conducono verso il grandioso finale.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    IL BARBIERE DI SIVIGLIA

    100,00 Iva Inclusa

    Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Pierre Caron de Beaumarchais (1732 – 1799).
    Il titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
    La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi.
    A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Giovanni Paisiello e della sua versione dell’opera messa in scena nel 1782.
    Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello.
    La famosissima ouverture del “Barbiere di Siviglia” non è “originale”, Rossini l’aveva composta e utilizzata precedentemente per l’opera seria “Aureliano in Palmira”.
    • Il brano inizia con un’introduzione lenta e solenne, basata sul continuo alternarsi tra accordi molto sonori e parti quasi sussurrate.
    • All’introduzione segue il primo tema, in modo minore, allegro e facilmente orecchiabile.
    • La melodia inizia pianissimo, ma ben presto sfocia in un episodio temporalesco dal carattere deciso e irruente.
    • Il ritorno ad un’atmosfera più tranquilla preannuncia la comparsa del secondo tema: una bella melodia in modo maggiore.
    • Questo tema, si evolve in un “crescendo”, effetto musicale caratteristico delle ouverture rossiniane.
    • L’ouverture prosegue con la ripresa del primo e poi del secondo tema.
    • Un nuovo “crescendo” e l’accelerazione improvvisa del tempo conducono verso il grandioso finale.

     

  • Segnaposto
    90,00 Iva Inclusa

    IL CANARINO INNAMORATO

    90,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    IL CANTO DELLA RONDINE Concertino Originale per Clarinetto solista Banda

    80,00 Iva Inclusa

    Giuseppe Filippa fu un apprezzato compositore e direttore di banda. Iniziò a studiare musica con il padre
    Giacomo (virtuoso di violino e concertista di fama internazionale). Fu capomusica della banda della
    Guardia nazionale (poi banda civica) di Pesaro, insegnante di tromba e trombone al liceo musicale della
    stessa città (1883-1905).
    Conosciuto e apprezzato per le oltre 800 composizioni per banda, tra le sue composizioni figura la marcia
    funebre per il trasporto delle ceneri dell’immortale Maestro Gioachino Rossini da Parigi al tempio di
    Santa Croce in Firenze. Pubblicò anche brani pianistici e scrisse metodi per tromba e cornetta.
    Diverse sue composizioni sono state trascritte per orchestra a plettro dal giapponese Jiro Nakano.
    Il Canto della Rondine venne composta nel 1897, pubblicata da Lapini dedicata “Al mio caro amico
    Cardinali Ariodante distintissimo professore di Clarino”.

  • 100,00 Iva Inclusa

    IL CARNEVALE DI VENEZIA

    100,00 Iva Inclusa

    Queste variazioni sono state scritte per Clarinetto solista e Concert Band.
    In questo Concerto solista il clarinettista potrà esprimere tutte le sue capacità espressive e virtuosistiche.

  • 56,00 Iva Inclusa

    IL CONTE DI LUSSEMBURGO Marcia sui motivi dell’Opera

    56,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    IL CONVEGNO

    100,00 Iva Inclusa

    La produzione strumentale degli operisti italiani dell’ottocento comprende spesso piccoli capolavori ingiustamente dimenticati a causa della vicinanza con le grandi opere che resero celebri i loro autori. E’ il caso de “IL CONVEGNO”, pregevolissima pagina di Ponchielli, con cui la nostra casa musicale , accanto ad altre composizioni, propone un programma di grande utilità all’aggiornamento del repertorio classico per la banda sinfonica moderna.

  • 100,00 Iva Inclusa

    IL DIRETTORE DI TEATRO

    100,00 Iva Inclusa
    IL DIRETTORE DI TEATRO ossia L’IMPRESARIO TEATRALE è una commedia in musica di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Johann Gottlieb Stephanie.
    L’opera, composta in sole due settimane, venne commissionata a Mozart dalla corte imperiale per essere rappresentata a Schönbrunn (residenza estiva dell’imperatore) in occasione della visita del Governatore dei Paesi Bassi, il duca di Sassonia-Teschen, di sua moglie Marie Christine (sorella dell’imperatore Giuseppe II) e di Stanislas Poniatowsky, nipote del re di Polonia.
    La prima avvenne a Schönbrunn (Vienna) il 7 febbraio 1786.
    L’opera (la cui trama innocente pare suggerita dall’Imperatore stesso per evitare ogni possibile rischio di incidenti diplomatici) è composta da una ouverture, un’aria e un rondò per soprano, un terzetto e un vaudeville finale.
    È una commedia in musica, con la contemporanea presenza di attori e cantanti.
    Il carattere e la scala dell’ouverture di questo singspiel è affine a quello dell’ouverture de Le nozze di Figaro dello stesso compositore, opera che fu scritta e rappresentata nello stesso anno.
    Si contano solamente quattro brani vocali nella partitura. Il contenuto musicale (circa 30 minuti, compresa l’ouverture) è quindi circondato da dialoghi d’attualità dell’epoca. In tempi moderni il testo è usualmente completamente riscritto.
    La trama: Un impresario teatrale deve formare una compagnia per uno spettacolo a Salisburgo, ma la scelta di attori e cantanti si rivela più difficile del previsto. In particolare sorge una accesa rivalità tra i due soprani Frau Herz e Fräulein Silberklang, che pretendono entrambe il ruolo di primadonna, mentre il tenore Vogelsang tenta invano di conciliarle. Infine l’impresario Frank riporta l’armonia sul palcoscenico.

     

  • 80,00 Iva Inclusa

    IL DOLCE SUONO / ARDON GLI INCENSI dall’Opera “LUCIA DI LAMMERMOOR”

    80,00 Iva Inclusa
  • 90,00 Iva Inclusa

    IL FLAUTO MAGICO – DIE ZAUBERFLOTE

    90,00 Iva Inclusa

    Il flauto magico (K 620), titolo originale Die Zauberflöte, è un Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke.

    La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden di Vienna il 30 settembre 1791 con lo stesso Schikaneder (Papageno) e Josepha Hofer (Regina della notte) diretti dal compositore.

    La produzione ebbe molto successo ma purtroppo Mozart morì nello stesso anno in cui venne interpretata la prima volta.

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    IL LAGO DEI CIGNI Atto II n° 10 (Tema principale)

    70,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    IL MAESTRO DI CAPPELLA

    80,00 Iva Inclusa

     

  • 600,00 Iva Inclusa

    IL MAESTRO DI CAPPELLA

    600,00 Iva Inclusa

    Un maestro di cappella sta provando con la propria orchestra; dichiara di volervi eseguire un’aria in «stil sublime», appellandosi all’autorità degli antichi maestri («che sapevano tanto»). Quando finalmente l’aria inizia, il risultato è disastroso: ogni strumento entra al momento sbagliato, costringendo il maestro a canticchiare personalmente ogni parte finché ciascun strumentista non l’abbia imparata. Collaudata con successo la compagine orchestrale, ci si cimenterà in un «granmorceau» di sicuro effetto.

    La gustosa parodia di un compositore settecentesco alle prese con i suoi esecutori prende le mosse da un libretto costruito sul largo impiego di termini tecnici, che suggeriscono così realisticamente la caricatura del maestro di cappella. Il lavoro si ricollega a un filone metateatrale particolarmente frequentato nel Settecento (ricordiamo ad esempioLa Dirindinadi Domenico Scarlatti,La canterinadi Haydn,Der Schauspieldirektordi Mozart), cui Cimarosa stesso aveva contribuito proprio in quegli anni con ?L’impresario in angustie(1786). La struttura musicale dell’opera è particolarmente interessante: dopo un recitativo accompagnato che introduce le prove, l’aria propone, nel quadro di un fantasioso disordine, una sorta di campionario dei timbri strumentali dell’orchestra dell’epoca. In una terza fase, le varie parti proposte dal maestro vengono dapprima intonate dalle diverse sezioni orchestrali e quindi integrate – mentre la voce tace – in una pagina di grande vigore sinfonico, del tutto degna di comparire in apertura di un’opera coeva. Un’ultima aria conclude gioiosamente queste problematiche prove.
    Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi

  • 120,00 Iva Inclusa

    IL MONDO ALLA ROVESCIA selezione dall’Opera

    120,00 Iva Inclusa

    IL MONDO ALLA ROVESCIA opera buffa in 2 atti rappresentata al Burgtheater di Vienna il 13 gennaio 1795. Il libretto di Caterino Mazzolà, tratto dall’omonima commedia di Carlo Goldoni, narra le vicende spassose, degli abitanti di un’isola dove a comandare sono le donne. La lezione musicale di Salieri e quella di applicare all’opera buffa gli stessi concetti drammaturgici dell’opera seria, come aveva imparato dal suo maestro C. W. Gluck., ma non solo. Non si possono non trovare elementi della tradizione comica di stampo napoletano, in particolare Cimarosa, con qualche aria decisamente legata al mondo dell’opera “rococò”.

    La selezione dall’Opera, curata da Domenico Agnusdei e comprende le seguenti parti: Sinfonia, Marcia, Serenata, Aria, Cori e Finale.

  • 90,00 Iva Inclusa

    IL PASTORE SVIZZERO

    90,00 Iva Inclusa
  • 90,00 Iva Inclusa

    IL RATTO DEL SERRAGLIO – ENTFUHRUNG AUS DEM SERAIL

    90,00 Iva Inclusa

    Il ratto dal serraglio (K 384) (titolo originale Die Entführung aus dem Serail), è un Singspiel in tre atti con musica di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Gottlieb Stephanie il giovane (1741-1800), tratto da un libretto del 1781 di Christoph Friederich Bretzner (1748-1807) per Johann André, a sua volta ispirato a numerose varianti francesi, inglesi ed italiane del tema del Turco generoso (Belmont und Constanze, oder Die Entführung aus dem Serail).

    Venne rappresentata per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 16 luglio 1782 con Katherina Cavalieri (Konstanze), Theresia Teyber (Blonde), Johann Valentin Adamberger (Belmonte), Joseph Johann Ernst Dauer (Pedrillo), Johann Ignaz Ludwig Fischer (Osmino) e Dominik Jautz (Selim) diretti dal compositore.

     

  • Segnaposto
    80,00 Iva Inclusa

    IL SENSO DEGLI AMORI

    80,00 Iva Inclusa
  • 90,00 Iva Inclusa

    IL SIGNOR BRUSCHINO

    90,00 Iva Inclusa

    Il signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo è un’opera lirica di Gioachino Rossini.

    Il libretto, denominato una farsa giocosa in un atto, è di Giuseppe Maria Foppa, che aveva già scritto per Rossini L’inganno felice e La scala di seta ed è tratto dalla commedia Le fils par hasard, ou Ruse et folie (1809) di Alissan de Chazet e Maurice Ourry.

    L’operina appartiene al gruppo di cinque farse che Rossini scrisse per il Teatro San Moisè di Venezia (le altre, oltre alle due citate sopra sono La cambiale di matrimonio e L’occasione fa il ladro).

    Il signor Bruschino andò in scena il 27 gennaio 1813 facendo fiasco, e venne subito sostituita dal Ser Marcantonio di Stefano Pavesi. L’opera venne rappresentata nel XIX secolo solo una volta in Italia, il 2 giugno 1844 nel Teatro della Canobbiana di Milano ed il 28 dicembre 1857 al Théâtre des Bouffes-Parisiens di Parigi come Monsieur Brusquino diretta da Jacques Offenbach, a cui seguirono sporadici allestimenti nel XX secolo.

    La sinfonia dell’opera, invece, viene eseguita di frequente ed è nota per l’effetto richiesto da Rossini ai secondi violini di battere con l’archetto ritmicamente sul leggio.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    IL SOSPIRO DELL’ANIMA

    100,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    IL TROVATORE Marcia sui motivi dell’Opera

    70,00 Iva Inclusa

     

  • 85,00 Iva Inclusa

    IL VOLO DEL CALABRONE

    85,00 Iva Inclusa
  • 85,00 Iva Inclusa

    IN MARCH TEMPO

    85,00 Iva Inclusa

     

  • 60,00 Iva Inclusa

    IN NOTTE PLACIDA

    60,00 Iva Inclusa
  • -10%
    75,00 67,50 Iva Inclusa

    IN QUELLE TRINE MORBIDE dall’Opera “MANON LESCAUT”

    75,00 67,50 Iva Inclusa
  • -10%
    70,00 63,00 Iva Inclusa

    IN QUELLE TRINE MORBIDE dall’Opera “MANON LESCAUT”

    70,00 63,00 Iva Inclusa
  • 60,00 Iva Inclusa

    IN SOGNO

    60,00 Iva Inclusa

     

  • -10%
    70,00 63,00 Iva Inclusa

    INNO A ROMA “INNO A DIANA” per Voce e Banda

    70,00 63,00 Iva Inclusa
  • 110,00 Iva Inclusa

    INNO DELLE NAZIONI versione completa – Trasc. per Concert Band di Massimo Picchioni

    110,00 Iva Inclusa

    L’Inno delle nazioni è una cantata profana composta da Giuseppe Verdi su testo di Arrigo Boito per l’Esposizione universale del 1862, presentata in anteprima il 24 maggio 1862 presso la Royal Opera House di Londra.

    Per l’Esposizione Universale del 1862 a Londra, furono incaricati di comporre musica di festa per l’occasione i compositori di quattro paesi: Germania (Giacomo Meyerbeer), Francia (Daniel-François-Esprit Auber), Gran Bretagna (William Sterndale Bennett) e Italia, recentemente unificata. Prima di dare l’incarico a Giuseppe Verdi, che aveva appena terminato la composizione della sua opera La forza del destino, si cercò la disponibilità di Gioachino Rossini, che rifiutò l’offerta.

    Nel 1861 l’Italia era stata unificata per la maggior parte del suo territorio, le regioni ancora non annesse erano il Lazio, l’ultimo residuo dello Stato Pontificio ed il Triveneto. In questo clima di eccitazione, Verdi incontrò il poeta e compositore Arrigo Boito, allora ventenne, che scrisse un testo sulla pace e l’amicizia tra i popoli. In contrasto con il testo di Boito, la composizione non finisce con un inno all’arte come era preventivato, ma sulle note di “God Save the Queen”, “La Marsigliese” e “Il Canto degli Italiani”. La cantata venne conclusa a Parigi tra il 24 febbraio ed il 31 marzo 1862, e non fu eseguita al concerto di apertura con i lavori di Meyerbeer, Auber e Bennett, ma in un concerto complementare alla Royal Opera House. In questa rappresentazione la parte solistica, che Verdi aveva scritto originariamente per il tenore Enrico Tamberlick, fu eseguita dal soprano Therese Tietjens. La mancata esecuzione della cantata al concerto di apertura è dovuta, probabilmente, al fatto che Verdi sostituì nella parte orchestrale l’inno per l’imperatore Napoleone III con “la Marsigliese”, simbolo della Repubblica, ma soprattutto per il fatto che il lavoro risultò essere una marcia e non una cantata come inizialmente richiesto dalla committenza.

  • 70,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli per coro 4 voci

    70,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 56,00 Iva Inclusa

    INNO NAZIONALE ITALIANO Inno di Mameli per Voce e Banda (in FA Magg.)

    56,00 Iva Inclusa

    Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Fratelli d’Italia, o Inno di Mameli, è l’inno nazionale della Repubblica Italiana, adottato provvisoriamente dal 12 ottobre 1946 e definitivamente il 17 novembre 2005.

    Nell’autunno del 1847, Goffredo Mameli scrisse il testo de Il Canto degli Italiani. Dopo aver scartato l’idea di adattarlo a musiche già esistenti, il 10 novembre lo inviò al maestro Michele Novaro, che scrisse di getto la musica, cosicché l’inno poté debuttare il 10 dicembre, quando sul piazzale del Santuario della Nostra Signora di Loreto a Oregina fu presentato ai cittadini genovesi e a vari patrioti italiani in occasione del centenario della cacciata degli austriaci suonato dalla Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo, allora banda municipale di Sestri Ponente “Casimiro Corradi”.
    Era un momento di grande eccitazione: mancavano pochi mesi al celebre 1848, che era già nell’aria: era stata abolita una legge che vietava assembramenti di più di dieci persone, così ben 30.000 persone ascoltarono l’inno e l’impararono; nel frattempo Nino Bixio sulle montagne organizzava i falò della notte dell’Appennino. Dopo pochi giorni, tutti conoscevano l’inno, che veniva cantato senza sosta in ogni manifestazione (più o meno pacifica). Durante le Cinque giornate di Milano, gli insorti lo intonavano a squarciagola: il Canto degli italiani era già diventato un simbolo del Risorgimento.

    Gli inni patriottici come l’inno di Mameli (sicuramente il più importante) furono un importante strumento di propaganda degli ideali del Risorgimento e di incitamento all’insurrezione, che contribuì significativamente alla svolta storica che portò all’emanazione dello Statuto albertino, ed all’impegno del re nel rischioso progetto di riunificazione nazionale.

    Quando l’inno si diffuse, le autorità cercarono di vietarlo, considerandolo eversivo (per via dell’ispirazione repubblicana e anti-monarchica del suo autore); visto il totale fallimento, tentarono di censurare almeno l’ultima parte, estremamente dura con gli Austriaci, al tempo ancora formalmente alleati, ma neppure in questo si ebbe successo.

    Dopo la dichiarazione di guerra all’Austria, persino le bande militari lo suonarono senza posa, tanto che il Re fu costretto a ritirare ogni censura del testo, così come abrogò l’articolo dello Statuto albertino secondo cui l’unica bandiera del regno doveva essere la coccarda azzurra, rinunciando agli inutili tentativi di reprimere l’uso del tricolore verde, bianco e rosso, anch’esso impostosi come simbolo patriottico dopo essere stato adottato clandestinamente nel 1831 come simbolo della Giovine Italia.

    In seguito fu proprio intonando l’inno di Mameli che Garibaldi, con i “Mille”, intraprese la conquista dell’Italia meridionale e la riunificazione nazionale.

    Mameli era già morto, ma le parole del suo inno, che invocava un’Italia unita, erano più vive che mai. Anche l’ultima tappa di questo processo, la presa di Roma del 1870, fu accompagnata da cori che lo cantavano accompagnati dagli ottoni dei bersaglieri.

    Anche più tardi, per tutta la fine dell’Ottocento e oltre, Fratelli d’Italia rimase molto popolare come in occasione della guerra libica del 1911-12, che lo vide ancora una volta il più importante rappresentante di una nutrita serie di canti patriottici vecchi e nuovi. Lo stesso accadde durante la prima guerra mondiale: l’irredentismo che la caratterizzava, l’obiettivo di completare la riunificazione, trovò facilmente ancora una volta un simbolo nel Canto degli italiani.

  • 30,00 Iva Inclusa

    INNO PER UN NATALE DI PACE

    30,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    INTERLUDIO NATALIZIO

    75,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    INTRODUZIONE, TEMA E VARIAZIONI

    100,00 Iva Inclusa
  • Segnaposto
    70,00 Iva Inclusa

    INVERNO per Voce e Banda

    70,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    IPNOTISMO Valzer

    80,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    JAGDLIED op. 59 n° 6

    70,00 Iva Inclusa

  • 80,00 Iva Inclusa

    JERUSALEM and did those feet in ancient time

    80,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    JESUS BLEIBET MEINE FREUDE Corale dalla Cantata BWV 147

    75,00 Iva Inclusa

    Jesus bleibet meine Freude è il titolo del celebre corale di Johann Sebastian Bach, tratto dalla Cantata BWV 147. Esso è caratterizzato da un flusso melodico ininterrotto eseguito dalla Banda, che si intreccia con gli interventi saltuari del coro. La melodia della Banda si interrompe solo durante due versi cantati dal coro, Jesus bleibet meine Freude e Jesus wehret allem Leide, quasi a voler sottolineare il senso statico di quelle parole: Cristo resta in eterno la gioia dell’anima e può fermare la sofferenza umana. In tutti gli altri versi la melodia affidata alla Banda esprime il flusso ininterrotto di energia spirituale che promana da Cristo, come espresso dal testo con termini quali “linfa”, “forza”, “consolazione”.

  • 52,00 Iva Inclusa

    JOY TO THE WORLD

    52,00 Iva Inclusa
     Canto natalizio per Voce e Concert Band.
  • 100,00 Iva Inclusa

    KAISER WALZER Valzer dell’Imperatore – Valzer da Concerto

    100,00 Iva Inclusa

    Kaiser-Walzer (Valzer dell’Imperatore) op. 437, è un valzer di Johann Strauss (figlio).

    I due Kaiser ai quali è dedicato il valzer: a sinistra Guglielmo II e a destra Francesco Giuseppe.

    Nell’autunno del 1889 Johann Strauss si esibì in 5 concerti in occasione della nuova apertura della sala da concerti Konigsbau a Berlino. Prima che il compositore partisse per la Germania, la stampa viennese diede l’annuncio che Strauss avrebbe presentato al suo editore di Berlino un nuovo valzer, dal titolo Mano nella Mano.

    Quel titolo faceva riferimento ai festeggiamenti che si erano svolti nell’agosto 1889 in occasione della visita dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria all’imperatore di Germania Guglielmo II per rafforzare ancor di più i rapporti fra i due Imperi.

    L’editore Fritz Simrock suggerì a Strauss che Kaiser-Walzer si sarebbe potuto dimostrare un titolo più adatto per l’opera: in questo modo il valzer sarebbe stato apparentemente dedicato ad entrambi i monarchi e in questo modo la vanità di entrambi sarebbe stata appagata. Fu così, con questo titolo, che questo valzer ebbe la sua prima esecuzione a Berlino il 21 ottobre 1889.

  • 30,00 Iva Inclusa

    KIRIE dalla Messa “THE DEUM LAUDAMUS”

    30,00 Iva Inclusa
     Il Te Deum laudamus o brevemente Te Deum (latino per “noi ti lodiamo, Dio”) è un inno cristiano in prosa di origine antica. Nella Chiesa cattolica il Te Deum è legato alle cerimonie di ringraziamento; viene tradizionalmente cantato la sera del 31 dicembre, per ringraziare dell’anno appena trascorso, oppure nella Cappella Sistina ad avvenuta elezione del nuovo pontefice, prima che si sciolga il conclave.

    Nella Liturgia delle Ore trova il suo posto nell’Ufficio delle letture, nelle solennità e nelle feste, in tutte le domeniche, nei giorni fra l’ottava di Natale e quelli fra l’ottava di Pasqua.

    ANALISI TECNICA:

    Diversi autori si contendono la paternità testo. Tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine oppure, secondo una leggenda dell’VIII secolo, si è sostenuto che fosse stato composto a due mani da sant’Ambrogio e da sant’Agostino il giorno di battesimo di quest’ultimo, avvenuto a Milano nel 386, per questo è stato chiamato anche inno ambrosiano.
    Oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (oggi Bela Palanka) alla fine del IV secolo.
  • 100,00 Iva Inclusa

    KRONUNGS MARSCH – Marcia dell’incoronazione – Coronation March – dall’Opera “IL PROFETA – LE PROPHETE”

    100,00 Iva Inclusa

    Compositore e pianista tedesco, Giacomo Meyerbeer, il cui vero nome era Jacob Liebmann Beer, nacque nel 1791 e morì nel 1864. Studiò, fra gli altri, con Clementi e Zelter e lavorò a Vienna, Venezia, Berlino e in particolar modo a Parigi, dove si guadagnò l’ammirazione con opere solenni come Roberto il diavolo, Gli Ugonotti, L’Africana e Il Profeta.
    Benché grande maestro della forma, la sua personalità artistica fu piuttosto limitata: le più belle invenzioni liriche furono create con quelle che si possono definire deliziose “crudeltà” musicali. Spesso il suo obiettivo era unicamente quello di fare effetto. Meyerbeer fu acclamato e rispettato quando era ancora in vita, ma criticato dopo la sua morte (anche dalle azioni di R. Wagner).
    La strumentazione utilizzata da Meyerbeer fu molto ammirata da Berlioz e influenzò senza dubbio altri compositori quali Verdi e lo stesso R. Wagner.
    La Marcia dell’incoronazione, tratta da il Profeta, ricevette recensioni positive, e dal giorno della prima dell’opera è entrata a far parte del repertorio sia di orchestre sinfoniche che di bande.

     

  • 68,00 Iva Inclusa

    L’ALBERO DALLE STELLE D’ORO

    68,00 Iva Inclusa
    Descrizione sinfonica originale – Brano natalizio per Narratore e Banda.
  • 100,00 Iva Inclusa

    L’ITALIANA IN ALGERI

    100,00 Iva Inclusa

    L’Italiana in Algeri è un dramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli.
    Realizzata in soli diciotto giorni, la nuova opera andò in scena nel 1813 e consacrò definitivamente il musicista ventunenne, stabilendo gli standard dell’opera comica rossiniana, in equilibrio tra elementi farseschi e intonazione sentimentale, con l’apporto di stilemi tipici dell’opera seria, e naturalmente con il miracoloso equilibrio formale e la trascinante inventiva ritmica dai quali scaturisce l’irresistibile vis comica del pescarese.
    L’ouverture de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini è una delle più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali.
    Le note iniziali, sospese in un pianissimo denso di mistero, predispongono a eventi meravigliosi e la tenerissima frase del solista che vi si sovrappone accende la magia della favola.
    Lo sberleffo strumentale che apre l’Allegro trae carattere e originalità dall’accordo violento del Tutti che lo interrompe e insieme la rilancia.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    L’ITALIANA IN ALGERI

    100,00 Iva Inclusa

    L’Italiana in Algeri è un dramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli.
    Realizzata in soli diciotto giorni, la nuova opera andò in scena nel 1813 e consacrò definitivamente il musicista ventunenne, stabilendo gli standard dell’opera comica rossiniana, in equilibrio tra elementi farseschi e intonazione sentimentale, con l’apporto di stilemi tipici dell’opera seria, e naturalmente con il miracoloso equilibrio formale e la trascinante inventiva ritmica dai quali scaturisce l’irresistibile vis comica del pescarese.
    L’ouverture de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini è una delle più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali.
    Le note iniziali, sospese in un pianissimo denso di mistero, predispongono a eventi meravigliosi e la tenerissima frase del solista che vi si sovrappone accende la magia della favola.
    Lo sberleffo strumentale che apre l’Allegro trae carattere e originalità dall’accordo violento del Tutti che lo interrompe e insieme la rilancia.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    L’ITALIANA IN ALGERI Ouverture dall’Opera G. Rossini Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    90,00 Iva Inclusa

    L’Italiana in Algeri è un dramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli.
    Realizzata in soli diciotto giorni, la nuova opera andò in scena nel 1813 e consacrò definitivamente il musicista ventunenne, stabilendo gli standard dell’opera comica rossiniana, in equilibrio tra elementi farseschi e intonazione sentimentale, con l’apporto di stilemi tipici dell’opera seria, e naturalmente con il miracoloso equilibrio formale e la trascinante inventiva ritmica dai quali scaturisce l’irresistibile vis comica del pescarese.
    L’ouverture de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini è una delle più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali.
    Le note iniziali, sospese in un pianissimo denso di mistero, predispongono a eventi meravigliosi e la tenerissima frase del solista che vi si sovrappone accende la magia della favola.
    Lo sberleffo strumentale che apre l’Allegro trae carattere e originalità dall’accordo violento del Tutti che lo interrompe e insieme la rilancia.

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    L’ULTIMA CANZONE per Voce e Banda

    70,00 Iva Inclusa
  • 80,00 Iva Inclusa

    LA CALUNNIA dall’Opera “IL BARBIERE DI SIVIGLIA”

    80,00 Iva Inclusa
  • Segnaposto
    70,00 Iva Inclusa

    LA CANZONE per Voce e Banda

    70,00 Iva Inclusa
  • 75,00 Iva Inclusa

    LA CAVALE Percussion solo e Young Band

    75,00 Iva Inclusa
  • 70,00 Iva Inclusa

    LA CI DAREM LA MANO dall’Opera “DON GIOVANNI”

    70,00 Iva Inclusa
  • 90,00 Iva Inclusa

    LA CLEMENZA DI TITO

    90,00 Iva Inclusa

    La clemenza di Tito (K 621) è il titolo di un’opera seria in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart – l’ultimo lavoro teatrale del genio salisburghese – musicata su libretto di Caterino Mazzolà, a sua volta basato su un melodramma del 1734 di Pietro Metastasio.
    La prima rappresentazione si tenne al Teatro degli Stati di Praga il 6 settembre 1791 in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia.

     

     

     

  • 80,00 Iva Inclusa

    LA DANZA “TARANTELLA” dalla suite “La bottega fantastica”

    80,00 Iva Inclusa

    Con il termine tarantella vengono definite alcune danze tradizionali prevalentemente del sud Italia e le corrispondenti melodie musicali, che sono prevalentemente in tempo veloce, in vario metro: le varie tipologie hanno una metrica dei fraseggi melodici e ritmici in 6/8, 18/8 o 4/4, sia in modo maggiore che in modo minore, a seconda dell’uso locale.
    Molti compositori colti si sono ispirati tra il XVIII el XX sec. ai motivi e ai ritmi delle tradizioni meridionali, componendo e costituendo un genere a sé di tarantella colta. La trasposizione “colta” più famosa è probabilmente quella composta per pianoforte da Gioachino Rossini, intitolata La danza, che fu arrangiata per esecuzione orchestrale, insieme ad altri brani pianistici di Rossini, da Ottorino Respighi nel secolo XIX per il balletto La boutique fantasque, coreografato da Léonide Massine per i Ballets Russes di Serge Diaghilev.