• 65,00 Iva Inclusa

    LE VISPE COMARI DI WINDSOR

    65,00 Iva Inclusa

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    LO ZINGARO BARONE

    100,00 Iva Inclusa

    E’ questa una tra le più belle Ouverture d’Operetta composte da J. Strauss (1825-1899), il noto Re del Valzer. Nell’Ouverture si alternano temi marziali, vivaci motivi di valzer e una graziosissima barcarola.

    Trama dell’Operetta:
    In un villaggio ungherese ora abitato da zingari torna dall’esilio Sandor Barinkay. Ama la bella Arsena che però lo rifiuta. Una vecchia zingara lo riconosce e lo proclama “zingaro barone”. Per vendicarsi di Arsena, Sandor prende in moglie Saffi ma saputo che essa è di origine superiore alla sua cerca gloria in battaglia. Al ritorno tutti lo festeggiano e gli conferiscono il titolo di “barone”. Così da nobile, non avrà difficoltà a sposare l’amata Saffi.

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    MACBETH

    70,00 Iva Inclusa

    Questo meraviglioso preludio introduce al primo atto dell’Opera Macbeth, una tra le più belle opere di G. VERDI.

  • 120,00 Iva Inclusa

    MAOMETTO II Sinfonia dall’Opera

    120,00 Iva Inclusa

    Il soggetto dell’opera è tratto dalla tragedia Anna Erizo (scritta dallo stesso Della Valle), ispirata all’episodio della guerra tra Veneziani e Turchi e alla caduta di Negroponte del 1476. Il debutto fu a Napoli, al teatro San Carlo, il 3 dicembre 1820, e fu un insuccesso, dovuto soprattutto alle inusuali strutture musicali (prima tra tutte, il cosiddetto “Terzettone” che occupa la metà del Primo Atto) oltre che al finale tragico (raro in Rossini, ma presentato a un pubblico oramai abituato a finali funesti e sanguinosi). Per una replica veneziana al Teatro La Fenice il 26 dicembre 1822 Rossini modificò alcuni pezzi e cambiò il finale da tragico a lieto, utilizzando il celeberrimo rondò di Elena dalla Donna del lago, ma l’opera non ebbe ugualmente successo.

    Successivamente, per il palcoscenico parigino dell’Opera, Rossini elaborò una revisione dell’opera, adattando alcuni pezzi e componendone altri nuovi: il 9 ottobre 1826 debuttò L’assedio di Corinto, con buon successo di pubblico. La fama de l’Assedio oscurò quella di Maometto, che non fu più rappresentato dopo il 12 ottobre successivo, quando andò in scena al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona con Giovanni Orazio Cartagenova.

    La prima rappresentazione dell’opera in tempi moderni avvenne nel 1985 al Rossini Opera Festival di Pesaro, diretta da Claudio Scimone con Samuel Ramey nel ruolo del protagonista, Cecilia Gasdia come Anna, Lucia Valentini Terrani come Calbo, Chris Merritt come Paolo Erisso (già due anni prima era stata incisa sempre da Scimone, con Ramey, June Anderson, Margarita Zimmermann, Ernesto Palacio).

     

  • 65,00 Iva Inclusa

    MARTA

    65,00 Iva Inclusa

    Dell’opera “MARTA”, rappresentata per la prima volta al Theater am Kärntnertor di Vienna il 25 novembre 1847, si ricorda la bella ouverture che Vi proponiamo nella trascrizione per banda di P. Vidale.

    Martha, oder Der Markt zu Richmond (Martha, o Il mercato a Richmond) è un’opera lirica in quattro atti di Friedrich von Flotow. Il libretto fu scritto da Wilhem Friedrich Riese sulla base di una storia di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges.

     

     

  • 60,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro CAVALLERIA RUSTICANA Intermezzo dall’Opera Arrangiamento Bocci Lorenzo

    60,00 Iva Inclusa

    Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

    Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

    Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

  • 60,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro CAVALLERIA RUSTICANA Intermezzo dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    60,00 Iva Inclusa

    Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

    Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

    Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

  • 120,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro LE MASCHERE Sinfonia dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    120,00 Iva Inclusa

    Nel 1897 Mascagni, mentre sta componendo Iris, comincia a lavorare a una nuova opera, intitolata provvisoriamente Commedia, che ha come soggetto le maschere della Commedia dell’Arte e che gli viene proposta dallo stesso librettista di Iris, Luigi Illica. «Far risorgere la Commedia dell’Arte mi pareva e mi pare compito degno di un artista di coscienza. Rossini, il grande ottimista del nostro teatro, non aveva forse col Barbiere di Siviglia attinto alle sorgenti più pure della Commedia dell’Arte?». Questo il compito che il compositore si era prefisso nelle Maschere: opera che, secondo l’editore Sonzogno, avrebbe dovuto diventare La pietra del paragone di Mascagni.

    Parabasi. La sinfonia dell’opera viene interrotta dall’impresario Giocadio, che presenta i personaggi: ognuno descrive la propria personalità.

    Rosaura ama e vorrebbe sposare Florindo, ma Pantalone l’ha promessa in sposa a Capitan Spavento. Brighella, fidanzato di Colombina, amica di Rosaura, la convince ad accettare il volere del padre: ci penserà lui, durante la festa di fidanzamento, a risolvere la situazione. Brighella ha messo una polverina magica nel vino: e così tutti straparlano, gridano, sono in preda a una sorta di follia; Tartaglia smette addirittura di tartagliare (“Rapida glottide discioglie chiacchiere”). Nella confusione generale, il dottor Graziano si allontana con la valigia del Capitan Spavento. Per impedire le nozze, Colombina si lascia corteggiare da Arlecchino, il servo del Capitano. Nella valigia del Capitano vengono quindi trovati degli arnesi da scasso: è un ladro e un truffatore. Pantalone acconsente allora alle nozze di Rosaura e Florindo, che gli promettono, al più presto, un Pantaloncino. Tutte le maschere intonano un inno alla Maschera italiana (“O

    Oltre al Costanzi di Roma, sei teatri di sei città italiane (Scala di Milano, Carlo Felice di Genova, Regio di Torino, Fenice di Venezia, Filarmonico di Verona) presentarono in contemporanea la ‘prima’ dell’opera (a Napoli si andò in scena con due giorni di ritardo, per un’indisposizione del tenore). Ma solo a Roma, dove dirigeva l’autore, si ebbe un successo: nelle altre città furono vivissime le contestazioni. Se Mascagni aveva preso il Rossini comico a modello, come mai nell’opera si rideva poco? E come giustificare le inserzioni di pagine eccessivamente sentimentali? Vennero inoltre contestate alcune scene del primo atto: alcuni temi ricordavano Iris e La bohème di Puccini. Il pubblico non era preparato a questo Mascagni, così diverso rispetto a quello delle sue precedenti prove; non comprese, o non volle comprendere, la deliberata commistione di stili creata da Mascagni (dal comico al patetico), il suo tono da gioco ironico, il gusto per la citazione. Il suo omaggio al mondo ormai lontano delle maschere avviene rispettando i canoni dell’opera buffa (il concertato della polverina che rende tutti folli) o per mezzo di arie e danze antiche, come la pavana o la furlana. Il compositore punta su un genere ‘neoclassico’, gioca battendo sul tasto della leggerezza: ogni maschera, alla sua presentazione, ha una precisa caratterizzazione musicale; inoltre la strumentazione è accurata, l’organico orchestrale volutamente ridotto. D’altra parte, forse l’intreccio è troppo denso e comporta qualche eccessiva lungaggine, tanto che il compositore, dopo la ‘prima’, apportò delle modifiche tese a uno snellimento. Ma il gioco del teatro nel teatro, la grazia settecentesca di certe pagine, l’originalità della formula ne fanno un’opera moderna, già prossima a quel clima neoclassico che sarà una delle espressioni fondamentali di tanto Novecento musicale successivo.
    Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini&Castoldi

  • 65,00 Iva Inclusa

    NABUCCO

    65,00 Iva Inclusa

    Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti.

    È stata spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese.

    Questa interpretazione, però, fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva, che volle, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, sottolineare l’attività artistica del compositore in senso risorgimentale. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va’, pensiero, sull’ali dorate, intonato dal popolo ebreo, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.

    Occorre inoltre ricordare che il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che giustificherebbe la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.

    In origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera era Nabucodonosor ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè “Nabucco” e, a capo, “Donosor” ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione del nome dell’opera fino ad oggi nota come del Nabucco. Tuttavia per i primi due anni di vita dell’opera il titolo fu sempre Nabucodonosor, e per trovare la prima attestazione storica dell’ipocorismo del titolo in Nabucco si dovrà attendere l’allestimento dato a Corfù nel 1844.

    L’opera venne realizzata dopo un periodo travagliato della vita di Verdi, in quanto non solo egli era andato incontro ad un fiasco con la rappresentazione della sua opera Un giorno di regno il 5 settembre 1840, ma aveva anche subito la morte della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio. Ciò lo aveva condotto ad un rifiuto totale di comporre brani musicali, se non che venne contattato dall’impresario teatrale Bartolomeo Merelli il quale gli propose un libretto composto da Temistocle Solera. Tale libretto, il quale recava il nome di Nabucco colpì a tal punto Verdi che accettò volentieri di musicare l’opera. Nel 1841 venne completata la partitura musicale e il successivo 9 marzo 1842 l’opera venne messa in scena alla Scala di Milano.

  • 100,00 Iva Inclusa

    NABUCCO Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa

    Nabucco è la terza opera (il titolo originale completo è Nabucodonosor) di Giuseppe Verdi e quella che ne decretò il successo. Composta su libretto di Temistocle Solera, Nabucco fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti.

    È stata spesso letta come l’opera più risorgimentale di Verdi, poiché gli spettatori italiani dell’epoca potevano riconoscere la loro condizione politica in quella degli ebrei soggetti al dominio babilonese.

    Questa interpretazione, però, fu il risultato di una lettura storiografica retroattiva, che volle, alla luce degli avvenimenti storici occorsi, sottolineare l’attività artistica del compositore in senso risorgimentale. La lettura fu incentrata soprattutto sul famosissimo coro Va’, pensiero, sull’ali dorate, intonato dal popolo ebreo, ma il resto del dramma è invece incentrato sulle figure drammatiche del re di Babilonia Nabucodonosor II e della sua presunta figlia Abigaille.

    Occorre inoltre ricordare che il librettista Solera aderì alla battaglia risorgimentale da posizioni neoguelfe, circostanza che giustificherebbe la collocazione di un’autorità di tipo religioso, l’inflessibile pontefice Zaccaria, a capo della fazione ebraica.

    In origine, il nome dato da Giuseppe Verdi alla sua opera era Nabucodonosor ma, data la lunghezza dello stesso sulla locandina, venne diviso in due righe e cioè “Nabucco” e, a capo, “Donosor” ma la gente faceva caso solo alla prima riga. Da qui la diffusione del nome dell’opera fino ad oggi nota come del Nabucco. Tuttavia per i primi due anni di vita dell’opera il titolo fu sempre Nabucodonosor, e per trovare la prima attestazione storica dell’ipocorismo del titolo in Nabucco si dovrà attendere l’allestimento dato a Corfù nel 1844.

    L’opera venne realizzata dopo un periodo travagliato della vita di Verdi, in quanto non solo egli era andato incontro ad un fiasco con la rappresentazione della sua opera Un giorno di regno il 5 settembre 1840, ma aveva anche subito la morte della moglie Margherita Barezzi e dei figli Virginia e Icilio. Ciò lo aveva condotto ad un rifiuto totale di comporre brani musicali, se non che venne contattato dall’impresario teatrale Bartolomeo Merelli il quale gli propose un libretto composto da Temistocle Solera. Tale libretto, il quale recava il nome di Nabucco colpì a tal punto Verdi che accettò volentieri di musicare l’opera. Nel 1841 venne completata la partitura musicale e il successivo 9 marzo 1842 l’opera venne messa in scena alla Scala di Milano.

  • 100,00 Iva Inclusa

    NABUCCO Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa
  • 65,00 Iva Inclusa

    NORMA Sinfonia dall’Opera

    65,00 Iva Inclusa

    Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).

    Composta in meno di tre mesi, dall’inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, in gran parte nella Villa Passalacqua di Moltrasio, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.

    Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione (l’indisposizione della primadonna, il soprano Giuditta Pasta, nonché la tensione psicologica degli altri membri del cast), sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla Pasta. Non di meno l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese.

    Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.

  • 80,00 Iva Inclusa

    NORMA Sinfonia dall’Opera

    80,00 Iva Inclusa

    Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).

    Composta in meno di tre mesi, dall’inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, in gran parte nella Villa Passalacqua di Moltrasio, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.

    Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione (l’indisposizione della primadonna, il soprano Giuditta Pasta, nonché la tensione psicologica degli altri membri del cast), sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla Pasta. Non di meno l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese.

    Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.

  • 90,00 Iva Inclusa

    NORMA Sinfonia dall’Opera

    90,00 Iva Inclusa

    Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).

    Composta in meno di tre mesi, dall’inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, in gran parte nella Villa Passalacqua di Moltrasio, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.

    Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione (l’indisposizione della primadonna, il soprano Giuditta Pasta, nonché la tensione psicologica degli altri membri del cast), sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla Pasta. Non di meno l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese.

    Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.


  • 90,00 Iva Inclusa

    OBERTO CONTE DI SAN BONIFACIO

    90,00 Iva Inclusa

    Verdi aveva appena compiuto 22 anni quando si apprestò a comporre la sua prima opera, un giovane senza esperienza cui non era ancora del tutto chiaro quali fossero le qualità necessarie ad un libretto ne quali fossero le proprie capacità. La sinfonia è sicuramente una delle pagine più interessanti di tutta l’opera.

  • 65,00 Iva Inclusa

    OBERTO CONTE DI SAN BONIFACIO

    65,00 Iva Inclusa

    Oberto, Conte di San Bonifacio è la prima opera di Giuseppe Verdi, composta su libretto di Antonio Piazza rielaborato da Temistocle Solera. In origine si trattava probabilmente di un libretto intitolato Rochester o Lord Hamilton per il quale Verdi aveva composto la musica nel 1836, utilizzata poi per l’Oberto.

    La prima rappresentazione ebbe luogo nell’ambito della stagione lirica del Teatro alla Scala di Milano il 17 novembre 1839 con buon successo.

     

  • 65,00 Iva Inclusa

    ORFEO ALL’INFERNO “Orphée aux Enfers”

    65,00 Iva Inclusa

    Orfeo all’inferno (titolo originale francese Orphée aux Enfers) è un’operetta in due atti composta da Jacques Offenbach nel 1858. La trama riprende, in chiave comico-satirica, la vicenda mitologica della discesa di Orfeo agli inferi per riportare alla vita l’amata Euridice. Nel presentare gli dei dell’Olimpo come meschini e ridicoli personaggi, Offenbach diede all’opera un sapore che a parte del pubblico borghese dell’epoca poté apparire addirittura scandaloso e dissacrante; ma la maggior parte avvertì anche che, sotto la farsa, si celava una satira corrosiva del Secondo Impero e della nuova “nobiltà” borghese di Napoleone III.

    Questa operetta è famosa soprattutto per il can-can (in realtà, un galop), uno scatenato ballo che divenne molto popolare, caratterizzato dal movimento delle ballerine che alzavano le gambe (che così si scoprivano parzialmente alla vista degli spettatori entusiasti) seguendo il tempo di una musica molto veloce e ritmata.

  • 100,00 Iva Inclusa

    OTELLO

    100,00 Iva Inclusa

    Otello ossia Il moro di Venezia è un’opera lirica di Gioachino Rossini.

    Seconda di una serie di nove opere composte da Rossini per Napoli, andò in scena il 4 dicembre 1816 al Teatro del Fondo di Napoli.

    Il librettista Francesco Berio di Salsa scrisse i versi non basandosi direttamente sulla tragedia di Shakespeare ma, come era abituale all’epoca, usando adattamenti contemporanei.

    Nonostante il dissenso di una parte del pubblico in sala, particolarmente riguardo al finale considerato eccessivamente tragico, l’opera ebbe subito un grande successo. Rappresentata in tutto il mondo (talvolta sostituendo la conclusione tragica con un lieto fine), venne replicata fino alla fine del XIX secolo, quando venne sostituita nei gusti del pubblico dall’Otello di Verdi.

    « Otello, africano al servizio dell’Adria (Venezia), vincitor ritorna da una battaglia contro i Turchi. Un segreto matrimonio lo lega a Desdemona figlia di Elmiro Patrizio Veneto nemico di Otello, destinata in isposa a Rodrigo figlio del Doge. Jago, altro amante sprezzato da Desdemona, ed occulto nemico di Otello, per vendicarsi de’ ricevuti torti, finge di favorir gli amori di Rodrigo; un foglio poscia da esso intercettato, e col quale fa supporre ad Otello rea d’infedeltà la consorte, forma l’intreccio dell’Azione, la quale termina colla morte di Desdemona, trafitta da Otello, indi con quella di se medesimo, dopo avere scoperto l’inganno di Jago, e l’innocenza della moglie. »

     

  • 60,00 Iva Inclusa

    PAGLIACCI Intermezzo dall’Opera

    60,00 Iva Inclusa

     

  • 85,00 Iva Inclusa

    POETA E CONTADINO “Dichter und Bauer”

    85,00 Iva Inclusa
    Incominciò ancor fanciullo gli studi musicali; il padre lo iscrisse poi alla facoltà di filosofia dell’università di Padova, ma continuò a studiare musica col maestro di cappella del duomo padovano G. Cigala e con un capobanda locale, Ferrari.
    Passò poi a Vienna (1835), dove decise di dedicarsi interamente alla musica, perfezionandosi al conservatorio con J. von Seyfried e S. Sechter.
    Dopo aver svolto attività direttoriale in teatri di Bratislava e Baden, nel 1845 fu assunto come direttore d’orchestra al Theater an der Wien, dove rimase fino al 1862, svolgendo anche intensa attività compositiva.
    Sempre a Vienna, fu poi al Carltheater e, dal 1865 alla morte, al Leopoldstadt-Theater, ottenendo successi sempre più clamorosi con la ricca produzione di operette.
    In questo campo rivelò felici doti melodiche, pur non giungendo alla finezza di linguaggio dei maggiori maestri viennesi.
    Rivaleggiò con J.Offenbach, dal cui influsso la sua musica non andò peraltro immune, e le sue operette ebbero non poca influenza nell’evoluzione di questo genere teatrale in Germania e Austria.
    Ancor oggi popolari sono: Leichte Kavallerie (“Cavalleria leggera”), Boccaccio, Fatinitza e il Lustspiel Dichter und Bauer (“Poeta e contadino”).
    Negli ultimi anni della vita, tuttavia, fu oscurato dalla fama nascente di J.
    Strauss figlio e perse rapidamente il favore popolare.
    Ancor note sono oggi Leichte Kavallerie (“Cavalleria leggera”) e
    l’ouverture Dichter und Bauer (“Poeta e contadino”).
    esto della guerra Austro-Prussiana.
  • -10%
    80,00 72,00 Iva Inclusa

    Puccini Giacomo MANON LESCAUT Intermezzo dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    80,00 72,00 Iva Inclusa

    L’intermezzo della “Manon Lescaut” permette di valutare appieno le straordinarie qualità del compositore nel dipingere musicalmente il tortuoso carattere dell’eroina di Prévost.

    Probabilmente composto nel 1891, questo intermezzo sinfonico si collocava originariamente prima dell’attuale secondo atto, ma fu eliminato nel corso della travagliata genesi. L’autografo reca il titolo “Preludio Atto 3° (prima parte) Manon Lescaut”, in quanto all’epoca l’opera includeva ancora, quale secondo atto, il quadro del nido d’amore.
    I materiali musicali si ritrovano tutti, spesso quasi identici, nella prima parte del secondo atto, quella dedicata alla rappresentazione della società aristocratica settecentesca.

  • 110,00 Iva Inclusa

    RAYMOND

    110,00 Iva Inclusa

     

  • 110,00 Iva Inclusa

    RIENZI Ouverture dall’Opera R. Wagner – Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    110,00 Iva Inclusa

    Rienzi, l’ultimo dei tribuni (Rienzi, der Letzte der Tribunen) è il titolo della quarta opera di Richard Wagner, composta fra il 1837 e il 1840.
    Portata in scena per la prima volta a Dresda, il 20 ottobre 1842, fu un trionfo per il compositore, all’epoca ancora pressoché sconosciuto, che, anche grazie a questo successo, si assicurò il posto di Kapellmeister nel Teatro di Corte. L’enorme popolarità raggiunta dall’opera si deve al fatto che essa, essendo una delle prime prove di Wagner, risente ancora degli stilemi della Grand Opera francese e dei suoi maggiori rappresentanti, Meyerbeer e Halévy. Fu proprio il primo, anzi, pregato dallo stesso Wagner, a raccomandare l’opera presso i teatri tedeschi da Parigi. Già dall’opera successiva, L’olandese volante, però, Wagner rinnegherà questo stile per muovere i suoi primi passi innovativi e veramente originali.
    La trama dell’opera è ispirata alla vicenda storica di Cola di Rienzo, il notaio romano del Trecento che negli anni centrali del secolo tentò di restaurare in città la repubblica sul modello dell’antica Roma.

  • 42,00 Iva Inclusa

    RIGOLETTO

    42,00 Iva Inclusa

    Questo preludio introduce al primo atto del “Rigoletto”, l’opera più amata dal compositore di Busseto.

  • 42,00 Iva Inclusa

    RIGOLETTO

    42,00 Iva Inclusa

    Questo preludio introduce al primo atto del “Rigoletto”, l’opera più amata dal compositore di Busseto.

  • Hot
    110,00 Iva Inclusa

    Rossini Gioacchino LA CENERENTOLA Sinfonia dall’Opera Strumentazione per Concert Band di Cantarini GianLuca

    110,00 Iva Inclusa

    La Cenerentola è un melodramma giocoso od un’opera lirica di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Il titolo originale completo è La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo.

    Il soggetto fu tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, ma Ferretti si servì anche di due libretti d’opera: Cendrillon di Charles Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e Agatina, o la virtù premiata di Francesco Fiorini per Stefano Pavesi (1814).

    L’opera fu composta in circa tre settimane e Rossini, come fece in altre occasioni, affidò ad un assistente (in questo caso Luca Agolini) la composizione dei recitativi secchi e delle arie meno importanti, quelle di Alidoro e Clorinda.

    La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma. Il contralto Geltrude Righetti Giorgi, che era stata già la prima Rosina del Barbiere di Siviglia, cantò il ruolo della protagonista.

    Il debutto, pur non provocando uno scandalo paragonabile a quello del Barbiere, fu un insuccesso, ma dopo poche recite, l’opera divenne popolarissima e fu ripresa in Italia e all’estero.

    Come aveva già fatto altre volte, Rossini usò la tecnica dell’autoimprestito, cioè prese le musiche per alcuni brani da opere composte in precedenza: il rondò di Angelina è tratto dall’aria del conte di Almaviva del Barbiere “Cessa di più resistere” e la sinfonia è tratta da quella della Gazzetta.

    Per una ripresa del 1820 al Teatro Apollo di Roma, avendo a disposizione l’ottimo basso Gioacchino Moncada, Rossini sostituì l’aria di Alidoro composta da Agolini con una grande aria virtuosistica (Là del ciel nell’arcano profondo), che nelle rappresentazioni odierne viene solitamente eseguita. Scelta che per altro obbliga a scritturare una prima parte anche per il ruolo di Alidoro, che nella versione originale era poco più di un comprimario

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    Rossini Gioacchino LA CENERENTOLA Sinfonia dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    100,00 Iva Inclusa

    La Cenerentola è un melodramma giocoso od un’opera lirica di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Il titolo originale completo è La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo.

    Il soggetto fu tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, ma Ferretti si servì anche di due libretti d’opera: Cendrillon di Charles Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e Agatina, o la virtù premiata di Francesco Fiorini per Stefano Pavesi (1814).

    L’opera fu composta in circa tre settimane e Rossini, come fece in altre occasioni, affidò ad un assistente (in questo caso Luca Agolini) la composizione dei recitativi secchi e delle arie meno importanti, quelle di Alidoro e Clorinda.

    La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma. Il contralto Geltrude Righetti Giorgi, che era stata già la prima Rosina del Barbiere di Siviglia, cantò il ruolo della protagonista.

    Il debutto, pur non provocando uno scandalo paragonabile a quello del Barbiere, fu un insuccesso, ma dopo poche recite, l’opera divenne popolarissima e fu ripresa in Italia e all’estero.

    Come aveva già fatto altre volte, Rossini usò la tecnica dell’autoimprestito, cioè prese le musiche per alcuni brani da opere composte in precedenza: il rondò di Angelina è tratto dall’aria del conte di Almaviva del Barbiere “Cessa di più resistere” e la sinfonia è tratta da quella della Gazzetta.

    Per una ripresa del 1820 al Teatro Apollo di Roma, avendo a disposizione l’ottimo basso Gioacchino Moncada, Rossini sostituì l’aria di Alidoro composta da Agolini con una grande aria virtuosistica (Là del ciel nell’arcano profondo), che nelle rappresentazioni odierne viene solitamente eseguita. Scelta che per altro obbliga a scritturare una prima parte anche per il ruolo di Alidoro, che nella versione originale era poco più di un comprimario

     

  • Hot
    110,00 Iva Inclusa

    Rossini Gioacchino LA SCALA DI SETA Sinfonia dall’Opera – Strumentazione per Concert Band di Cantarini GianLuca

    110,00 Iva Inclusa

    La scala di seta è un’opera lirica di Gioachino Rossini.

    Il libretto, denominato farsa comica in un atto, è di Giuseppe Maria Foppa, che aveva già scritto per Rossini L’inganno felice e scriverà ancora Il signor Bruschino. L’operina appartiene al gruppo di cinque farse che Rossini scrisse per il Teatro San Moisè di Venezia (le altre, oltre alle due citate sopra, sono La cambiale di matrimonio e L’occasione fa il ladro). La scala di seta andò in scena il 9 maggio 1812 con discreto successo, ma dopo un limitato numero di repliche e di riprese in teatri minori scomparve totalmente dal repertorio, per essere ripresa soltanto nel secondo Dopoguerra. La sinfonia dell’opera, invece, rimase un pezzo molto frequentato del repertorio sinfonico.

    Trama:

    Giulia, pupilla del vecchio Dormont, è innamorata e segretamente sposata con il bel Dorvil, nozze favorite dalla bontà di una vecchia zia. Dormont non sospetta nulla, dato che gli incontri dei due amanti avvengono senza che lui possa vederli, e Dorvil sale in camera di Giulia grazie a una scala di seta.
    A complicare però l’intimità degli amanti sono l’impiccione Germano, servo buffo e innamorato di Giulia, Lucilla, curiosa cugina di Giulia, e il fidanzamento combinato da Dormont tra la pupilla e il facoltoso Blansac. Giulia, preoccupata, cerca di far innamorare Blansac della cugina, mentre Dorvil avvampa di gelosia: Lucilla e Blansac si innamorano, ma Germano continua a fare confusione tra le coppie, mandando quasi a monte i piani di Giulia. A mezzanotte Giulia e Dorvil progettano di fuggire, ma la fuga viene interrotta dall’importuno arrivo di Blansac e di Germano (Lucilla osserva il tutto nascosta e appartata): Dormont viene svegliato e ai due amanti non resta che confessare la verità. Dormont li perdona, vedendo anche che Blansac è innamorato di Lucilla, e al tutore non resta che benedire le due coppie.

     

  • 65,00 Iva Inclusa

    SE FOSSI RE

    65,00 Iva Inclusa
  • 100,00 Iva Inclusa

    SE FOSSI RE “SI J’ETAIS ROI” Sinfonia dall’Opera

    100,00 Iva Inclusa

    SE FOSSI RE

    “Si j’étais roi” è un’opera-comique in tre atti di Adolphe Adam, su libretto di Adolphe d’Ennery e Jules-Henri Brésil. La prima rappresentazione è avvenuta a Parigi al Théâtre Lyrique (Théâtre-Historique, Boulevard du Temple) il 4 settembre 1852 ed ha raggiunto più di 170 spettacoli nei suoi primi dieci anni.

    La trascrizione per Concert Band è stata curata da Massimo Picchioni

  • 50,00 Iva Inclusa

    SILVANO

    50,00 Iva Inclusa

    Silvano è un’opera lirica di Pietro Mascagni, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti, ispirato ad un romanzo di Alphonse Karr. Fu rappresentato al Teatro alla Scala di Milano il 25 marzo 1895.

    L’opera, definita in partitura dramma marinaresco, costituisce il ritorno di Mascagni al genere dell’opera verista da lui stesso inaugurato con Cavalleria rusticana. Lo scarso successo fu imputato ora al libretto ora all’insufficiente impatto emozionale della musica. Mascagni stesso definì il Silvano «due atti di piccola roba».

    TRAMA:

    Silvano, pescatore diventato contrabbandiere per far fronte alla miseria, ritorna al suo paese dopo essere uscito di prigione. Scopre che la fidanzata Matilde ha frattanto ceduto all’amore di Renzo, pescatore dai modi violenti. Matilde è in procinto di lasciare Renzo, ma quando Silvano sorprende gli amanti assieme, uccide Renzo con un colpo di pistola.

  • 100,00 Iva Inclusa

    STIFFELIO

    100,00 Iva Inclusa

     

  • 65,00 Iva Inclusa

    Suppè Franz von POETA E CONTADINO “Dichter und Bauer” Ouverture dall’Operetta Trasc. per Banda di Vidale Piero

    65,00 Iva Inclusa
    Incominciò ancor fanciullo gli studi musicali; il padre lo iscrisse poi alla facoltà di filosofia dell’università di Padova, ma continuò a studiare musica col maestro di cappella del duomo padovano G. Cigala e con un capobanda locale, Ferrari.
    Passò poi a Vienna (1835), dove decise di dedicarsi interamente alla musica, perfezionandosi al conservatorio con J. von Seyfried e S. Sechter.
    Dopo aver svolto attività direttoriale in teatri di Bratislava e Baden, nel 1845 fu assunto come direttore d’orchestra al Theater an der Wien, dove rimase fino al 1862, svolgendo anche intensa attività compositiva.
    Sempre a Vienna, fu poi al Carltheater e, dal 1865 alla morte, al Leopoldstadt-Theater, ottenendo successi sempre più clamorosi con la ricca produzione di operette.
    In questo campo rivelò felici doti melodiche, pur non giungendo alla finezza di linguaggio dei maggiori maestri viennesi.
    Rivaleggiò con J.Offenbach, dal cui influsso la sua musica non andò peraltro immune, e le sue operette ebbero non poca influenza nell’evoluzione di questo genere teatrale in Germania e Austria.
    Ancor oggi popolari sono: Leichte Kavallerie (“Cavalleria leggera”), Boccaccio, Fatinitza e il Lustspiel Dichter und Bauer (“Poeta e contadino”).
    Negli ultimi anni della vita, tuttavia, fu oscurato dalla fama nascente di J.
    Strauss figlio e perse rapidamente il favore popolare.
    Ancor note sono oggi Leichte Kavallerie (“Cavalleria leggera”) e
    l’ouverture Dichter und Bauer (“Poeta e contadino”).
    esto della guerra Austro-Prussiana.triaca di Sadowa, nel contesto della guerra Austro-Prussiana.
  • 90,00 Iva Inclusa

    TANCREDI

    90,00 Iva Inclusa

    Tancredi è un’opera lirica musicata da Gioachino Rossini su libretto in due atti di Gaetano Rossi tratto dalla tragedia omonima di Voltaire (1760).
    La prima ebbe luogo con successo il 6 febbraio 1813 al Teatro la Fenice di Venezia con Adelaide Malanotte ed Elisabetta Manfredini (anche se con il problema dell’indisposizione sia della Melanotte che interpretava Tancredi, sia della Manfredini che era Amenaide: così la recita si interruppe a metà dell’atto II e l’opera completa si ascoltò ancora con successo solo l’11 febbraio).

    Tancredi venne composto alla villa Pliniana sul lago di Como, e come altre opere rossiniane occupò il musicista per un tempo brevissimo (tre mesi e mezzo o addirittura tre giorni secondo la tradizione).
    Una nuova versione, con finale tragico anziché lieto, andò in scena al Teatro comunale (Ferrara) il 21 marzo 1813 con Marco Bordogni. I versi del nuovo finale furono scritti dal conte Luigi Lechi. Per l’occasione Rossini apportò alcuni cambiamenti al piano originario dell’opera, spostando, sopprimendo o sostituendo alcuni Numeri. Ma il pubblicò non gradì il nuovo finale.

    Infine, il 18 dicembre dello stesso anno, l’opera fu rappresentata per l’inaugurazione del Teatro Re di Milano, in una terza e definitiva versione, nella quale Rossini ripristinò il lieto fine e inserì tre nuovi pezzi. In questa forma l’opera divenne per un certo periodo una delle più popolari, rappresentata in tutti i teatri d’Italia. Stendhal la considerava l’opera migliore di Rossini.

    Verso la metà dell’Ottocento, con l’affermarsi di un nuovo gusto, Tancredi scomparve quasi completamente dalle scene. Sopravvisse solo la cabaletta “Di tanti palpiti”, anche nella forma della parafrasi o della variazione strumentale.

    A partire da una storica ripresa al Maggio Musicale Fiorentino nel 1952, Tancredi è gradualmente tornato ad affacciarsi sui più prestigiosi palcoscenici operistici e oggi è considerato tra i lavori più ispirati e equilibrati del Rossini serio.

    Il manoscritto è conservato presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    TANCREDI Sinfonia dall’Opera

    90,00 Iva Inclusa

    Tancredi è un’opera lirica musicata da Gioachino Rossini su libretto in due atti di Gaetano Rossi tratto dalla tragedia omonima di Voltaire (1760).
    La prima ebbe luogo con successo il 6 febbraio 1813 al Teatro la Fenice di Venezia con Adelaide Malanotte ed Elisabetta Manfredini (anche se con il problema dell’indisposizione sia della Melanotte che interpretava Tancredi, sia della Manfredini che era Amenaide: così la recita si interruppe a metà dell’atto II e l’opera completa si ascoltò ancora con successo solo l’11 febbraio).

    Tancredi venne composto alla villa Pliniana sul lago di Como, e come altre opere rossiniane occupò il musicista per un tempo brevissimo (tre mesi e mezzo o addirittura tre giorni secondo la tradizione).
    Una nuova versione, con finale tragico anziché lieto, andò in scena al Teatro comunale (Ferrara) il 21 marzo 1813 con Marco Bordogni. I versi del nuovo finale furono scritti dal conte Luigi Lechi. Per l’occasione Rossini apportò alcuni cambiamenti al piano originario dell’opera, spostando, sopprimendo o sostituendo alcuni Numeri. Ma il pubblicò non gradì il nuovo finale.

    Infine, il 18 dicembre dello stesso anno, l’opera fu rappresentata per l’inaugurazione del Teatro Re di Milano, in una terza e definitiva versione, nella quale Rossini ripristinò il lieto fine e inserì tre nuovi pezzi. In questa forma l’opera divenne per un certo periodo una delle più popolari, rappresentata in tutti i teatri d’Italia. Stendhal la considerava l’opera migliore di Rossini.

    Verso la metà dell’Ottocento, con l’affermarsi di un nuovo gusto, Tancredi scomparve quasi completamente dalle scene. Sopravvisse solo la cabaletta “Di tanti palpiti”, anche nella forma della parafrasi o della variazione strumentale.

    A partire da una storica ripresa al Maggio Musicale Fiorentino nel 1952, Tancredi è gradualmente tornato ad affacciarsi sui più prestigiosi palcoscenici operistici e oggi è considerato tra i lavori più ispirati e equilibrati del Rossini serio.

    Il manoscritto è conservato presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano.

  • 70,00 Iva Inclusa

    UN BALLO IN MASCHERA

    70,00 Iva Inclusa

    Il giudizio dato da Dannunzio su Un ballo in maschera, che fosse cioè il più melodrammatico dei melodrammi, assume per noi oggi un significato positivo, alla luce di quello che Verdi intendeva per “Dramma Musicale”, secondo le sue stesse parole: “Le mie note o belle o brutte che siano non le scrivo mai a caso e procuro di darvi sempre un carattere”.

  • 65,00 Iva Inclusa

    UN GIORNO A VIENNA

    65,00 Iva Inclusa
    Franz Von Suppè ottenne la notorietà di compositore grazie soprattutto al genere dell’operetta, nel quale ebbe grande fortuna, arrivando a far rappresentare 30 opere. Scrisse anche musiche di scena, opere liriche, quartetti, Lieder e musica sacra, tra cui la Missa Dalmatica. Ancora oggi però, il nome di Suppè è indissolubilmente legato a quello delle sue effervescenti ouverture, decisamente le sue creazioni più note, eseguite dalle orchestre di tutto il mondo.
    L’Operetta venne rappresentata per la prima volta a Vienna, al Theater an der Vien nel 1844.
    Dopo un introduzione epica e grandiosa la composizione espone un episodio solistico, un andante amoroso, dove il sax tenore espone una melodia molto lirica che ricorda l’assolo affidato allo stesso strumento nell’ouverture Poeta e Contadino. La composizione prosegue con un movimento veloce dove tuta la filarmonica è impegnata in passaggi virtuosistici e incalzanti per poi arrivare ad un finale impetuoso e trascinante.
  • 100,00 Iva Inclusa

    UN GIORNO A VIENNA “Ein morgen, ein mittag und ein abend in Wien” Ouverture

    100,00 Iva Inclusa
    Franz Von Suppè ottenne la notorietà di compositore grazie soprattutto al genere dell’operetta, nel quale ebbe grande fortuna, arrivando a far rappresentare 30 opere. Scrisse anche musiche di scena, opere liriche, quartetti, Lieder e musica sacra, tra cui la Missa Dalmatica. Ancora oggi però, il nome di Suppè è indissolubilmente legato a quello delle sue effervescenti ouverture, decisamente le sue creazioni più note, eseguite dalle orchestre di tutto il mondo.
    L’Operetta venne rappresentata per la prima volta a Vienna, al Theater an der Vien nel 1844.
    Dopo un introduzione epica e grandiosa la composizione espone un episodio solistico, un andante amoroso, dove il sax tenore espone una melodia molto lirica che ricorda l’assolo affidato allo stesso strumento nell’ouverture Poeta e Contadino. La composizione prosegue con un movimento veloce dove tuta la filarmonica è impegnata in passaggi virtuosistici e incalzanti per poi arrivare ad un finale impetuoso e trascinante.