• 45,00 Iva Inclusa

    ALSO SPRACH ZARATHUSTRA tema iniziale del Poema Sinfonico di R. Strauss – Trasc. per Concert Band di Massimo Picchioni

    45,00 Iva Inclusa

    Compositore e Direttore tedesco, Richard Strauss nasce a Monaco nel 1864, fu un maestro nel genere del Poema Sinfonico reso popolare da Franz Listz e Richard Wagner.
    Richard Strauss compose poemi sinfonici facendo riferimento a programmi sia descrittivi che filosofici.
    Introdusse alcune innovazioni nell’armonia e nella strumentazione, ampliando enormemente le potenzialità dell’orchestra moderna.
    Il suo “Così Parlò Zarathustra” è considerato la trascrizione delle concezioni di Frederich Nietzsche.
    Stanley Kubrick, nel suo film “2001 – ODISSEA NELLO SPAZIO” del 1968, utilizza brani di autori famosi nell’ambito della musica classica, tra questi l’introduzione del poema sinfonico di Richard Strauss “ALSO SPRACH ZARATHUSTRA” (Così Parlò Zarathustra).

  • 110,00 Iva Inclusa

    OUVERTURE DI BALLO

    110,00 Iva Inclusa

     

  • 140,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 4 1° Tempo

    140,00 Iva Inclusa

    La Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pytor Ilyich Tchaikovsky fu composta tra il 1877 ed il 1878.

    1° Tempo: Andante sostenuto, Moderato con anima, Moderato assai, quasi andante, allegro vivo.

    I movimento: l'”andante sostenuto”: “l’introduzione”, così l’autore si espresse in una lettera inviata alla von Meck per descriverne il programma in essa contenuto, “contiene il germe di tutta una vita, il fato è la forza del destino che ostacola la nostra felicità; è come una spada di Damocle e avvelena senza posa l’anima… Bisogna assoggettarglisi… Non sarebbe meglio abbandonare la realtà e sprofondarsi nei sogni?”. Ma la musica reca solo delle visioni, che scompaiono alla fine e l’anima viene nuovamente sommersa dal mare.

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 4 2° Tempo

    120,00 Iva Inclusa

    La Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pytor Ilyich Tchaikovsky fu composta tra il 1877 ed il 1878.

    2° Tempo Andantino in modo di canzone

    II movimento: l'”andantino con moto”, “è la descrizione di quella sensazione melanconica che ci prende quando di sera siamo ormai del tutto soli e stanchi delle fatiche effettuate durante il giorno”.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 4 3° Tempo

    100,00 Iva Inclusa

    La Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pytor Ilyich Tchaikovsky fu composta tra il 1877 ed il 1878.

    3° Tempo Scherzo, Pizzicato ostinato, Allegro.

    III movimento ( Scherzo pizzicato ) – “Il terzo tempo non esprime sensazioni particolari, è un arabesco capriccioso, un’apparizione fugace simile a quelle che colgono la nostra fantasia quando si beve un bicchiere di vino e si sente essere lievissimamente brilli…”

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 4 4° Tempo

    120,00 Iva Inclusa

    La Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36 di Pytor Ilyich Tchaikovsky fu composta tra il 1877 ed il 1878.

    4° Tempo Finale, Allegro con fuoco

    IV movimento: il “finale”, così ebbe a dire Tchaikovsky nella sua descrizione alla von Meck: “Quando non trovate in voi la felicità, guardate gli altri, andate in mezzo al popolo, guardate come la gente si diverte, come si concede alla sua gioia! Il quarto tempo è il quadro di una festa popolare… Appena avete dimenticato voi stessa, appare instancabilmente il fato… Ma in fondo la vita è bella…!

  • 140,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 5 1° Tempo

    140,00 Iva Inclusa

    Scritta in breve tempo, tra il maggio e l’ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 5 novembre di quell’anno, diretta dallo stesso Tcaikovsky, riportando un modesto successo. Il compositore, confrontandola con la Quarta, ebbe a giudicarla, almeno inizialmente, in senso piuttosto negativo; solo in seguito, dopo ripetute esecuzioni, modificò il proprio giudizio, conservando peraltro un’opinione non molto alta del finale. Una sorta di tema conduttore lega tuti e quattro i movimenti della composizione: il tema, esposto inizialmente dal clarinetto nel registro basso al principio dell’Andante introduttivo, vuole esprimere, secondo Tcaikovsky, «una completa rassegnazione di fronte al destino». L’Allegro con anima che segue sviluppa con drammaticità elementi di motivi già presentati in modo apparentemente neutro: il malinconico primo tema, coi suoi ritmi puntati, ed il secondo tema, dall’andamento di danza. L’Andante cantabile, in re maggiore, è di forma tripartita, e si apre con una accorata melodia del corno; la sezione centrale, come spesso in Tcaikovsky, è ricca di slancio, con una espressiva melodia affidata agli archi; prima della ripetizione della prima parte compare, enfatizzato, il tema del destino dell’inizio della sinfonia, che poi ritorna anche in conclusione. Il terzo movimento, Allegro moderato, è un valzer d’una tristezza pacata tipicamente Tcaikovskiana. L’introduzione al Finale si apre con lo stesso tema del destino, che compare però, questa volta, in tonalità maggiore, assumendo un carattere di tranquilla rassegnazione. L’Allegro vivace presenta un primo tema in accordi, molto enfatico, ed un secondo tema di carattere marziale. Terminato lo sviluppò, una lunga coda in mi maggiore, nella quale il motivo d’apertura del primo movimento ritorna di nuovo, conduce la sinfonia ad una grandiosa conclusione.

    1° Tempo Andante – Allegro con anima.

    I Movimento: Andante-Allegro con anima. La melodia, il tema principale che viene di volta in volta ripreso nei successivi tre movimenti della composizione, simboleggia il destino incombente che viene introdotto in modo cupo, il suono non lascia adito ad interpretazioni diverse, dal clarinetto, proposto come forma sonata, ove il tema principale viene eseguito, in alternanza, con il fagotto e il clarinetto stesso. Durante l’esecuzione di questo primo movimento il tema cambia ma in esso si riflette sempre il tema della melodia iniziale. Dopo una trasformazione completa del tema, qui è viva una passione agreste ed a tratti si sviluppa il lirismo elegiaco, termina il movimento con una leggera carezza; tema smorzato progressivamente dagli archi con l’aiuto del fagotto e dei timpani.

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 5 2° Tempo

    120,00 Iva Inclusa

    Scritta in breve tempo, tra il maggio e l’ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 5 novembre di quell’anno, diretta dallo stesso Tcaikovsky, riportando un modesto successo. Il compositore, confrontandola con la Quarta, ebbe a giudicarla, almeno inizialmente, in senso piuttosto negativo; solo in seguito, dopo ripetute esecuzioni, modificò il proprio giudizio, conservando peraltro un’opinione non molto alta del finale. Una sorta di tema conduttore lega tuti e quattro i movimenti della composizione: il tema, esposto inizialmente dal clarinetto nel registro basso al principio dell’Andante introduttivo, vuole esprimere, secondo Tcaikovsky, «una completa rassegnazione di fronte al destino». L’Allegro con anima che segue sviluppa con drammaticità elementi di motivi già presentati in modo apparentemente neutro: il malinconico primo tema, coi suoi ritmi puntati, ed il secondo tema, dall’andamento di danza. L’Andante cantabile, in re maggiore, è di forma tripartita, e si apre con una accorata melodia del corno; la sezione centrale, come spesso in Tcaikovsky, è ricca di slancio, con una espressiva melodia affidata agli archi; prima della ripetizione della prima parte compare, enfatizzato, il tema del destino dell’inizio della sinfonia, che poi ritorna anche in conclusione. Il terzo movimento, Allegro moderato, è un valzer d’una tristezza pacata tipicamente Tcaikovskiana. L’introduzione al Finale si apre con lo stesso tema del destino, che compare però, questa volta, in tonalità maggiore, assumendo un carattere di tranquilla rassegnazione. L’Allegro vivace presenta un primo tema in accordi, molto enfatico, ed un secondo tema di carattere marziale. Terminato lo sviluppò, una lunga coda in mi maggiore, nella quale il motivo d’apertura del primo movimento ritorna di nuovo, conduce la sinfonia ad una grandiosa conclusione.

    2° Tempo Andante cantabile, con alcuna licenza – Moderato con anima – Andante mosso – Allegro non troppo – Tempo 1°.

    II Movimento: Andante cantabile con alcuna licenza. Il corno apre il movimento introducendone il tema principale, prettamente melodico con una spiccata malinconica sensualità. Risulta essere il tema più riuscito della sinfonia dal punto di vista poetico ove è profuso il miglior lirismo del compositore.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 5 3° Tempo

    100,00 Iva Inclusa

    Scritta in breve tempo, tra il maggio e l’ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 5 novembre di quell’anno, diretta dallo stesso Tcaikovsky, riportando un modesto successo. Il compositore, confrontandola con la Quarta, ebbe a giudicarla, almeno inizialmente, in senso piuttosto negativo; solo in seguito, dopo ripetute esecuzioni, modificò il proprio giudizio, conservando peraltro un’opinione non molto alta del finale. Una sorta di tema conduttore lega tuti e quattro i movimenti della composizione: il tema, esposto inizialmente dal clarinetto nel registro basso al principio dell’Andante introduttivo, vuole esprimere, secondo Tcaikovsky, «una completa rassegnazione di fronte al destino». L’Allegro con anima che segue sviluppa con drammaticità elementi di motivi già presentati in modo apparentemente neutro: il malinconico primo tema, coi suoi ritmi puntati, ed il secondo tema, dall’andamento di danza. L’Andante cantabile, in re maggiore, è di forma tripartita, e si apre con una accorata melodia del corno; la sezione centrale, come spesso in Tcaikovsky, è ricca di slancio, con una espressiva melodia affidata agli archi; prima della ripetizione della prima parte compare, enfatizzato, il tema del destino dell’inizio della sinfonia, che poi ritorna anche in conclusione. Il terzo movimento, Allegro moderato, è un valzer d’una tristezza pacata tipicamente Tcaikovskiana. L’introduzione al Finale si apre con lo stesso tema del destino, che compare però, questa volta, in tonalità maggiore, assumendo un carattere di tranquilla rassegnazione. L’Allegro vivace presenta un primo tema in accordi, molto enfatico, ed un secondo tema di carattere marziale. Terminato lo sviluppò, una lunga coda in mi maggiore, nella quale il motivo d’apertura del primo movimento ritorna di nuovo, conduce la sinfonia ad una grandiosa conclusione.

    3° Tempo Valse, Allegro moderato.

    III Movimento: Valse. Allegro moderato. Il movimento più breve della sinfonia. Pagina di eleganza straordinaria e con un tema lirico gioioso, molto sensibile. Ci trasporta inevitabilmente alla perfezione musicale del genere che il maestro ha raggiunto nei valzer composti per i suoi balletti.

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 5 4° Tempo

    120,00 Iva Inclusa

    Scritta in breve tempo, tra il maggio e l’ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 5 novembre di quell’anno, diretta dallo stesso Tcaikovsky, riportando un modesto successo. Il compositore, confrontandola con la Quarta, ebbe a giudicarla, almeno inizialmente, in senso piuttosto negativo; solo in seguito, dopo ripetute esecuzioni, modificò il proprio giudizio, conservando peraltro un’opinione non molto alta del finale. Una sorta di tema conduttore lega tuti e quattro i movimenti della composizione: il tema, esposto inizialmente dal clarinetto nel registro basso al principio dell’Andante introduttivo, vuole esprimere, secondo Tcaikovsky, «una completa rassegnazione di fronte al destino». L’Allegro con anima che segue sviluppa con drammaticità elementi di motivi già presentati in modo apparentemente neutro: il malinconico primo tema, coi suoi ritmi puntati, ed il secondo tema, dall’andamento di danza. L’Andante cantabile, in re maggiore, è di forma tripartita, e si apre con una accorata melodia del corno; la sezione centrale, come spesso in Tcaikovsky, è ricca di slancio, con una espressiva melodia affidata agli archi; prima della ripetizione della prima parte compare, enfatizzato, il tema del destino dell’inizio della sinfonia, che poi ritorna anche in conclusione. Il terzo movimento, Allegro moderato, è un valzer d’una tristezza pacata tipicamente Tcaikovskiana. L’introduzione al Finale si apre con lo stesso tema del destino, che compare però, questa volta, in tonalità maggiore, assumendo un carattere di tranquilla rassegnazione. L’Allegro vivace presenta un primo tema in accordi, molto enfatico, ed un secondo tema di carattere marziale. Terminato lo sviluppò, una lunga coda in mi maggiore, nella quale il motivo d’apertura del primo movimento ritorna di nuovo, conduce la sinfonia ad una grandiosa conclusione.

    4° Tempo FinaleAndante maestoso – Allegro vivace – Molto vivace – Moderato assai e molto maestoso – Presto.

    IV Movimento: Finale. Andante maestoso-Allegro vivace. Un contrasto abbastanza palese con il tema principale della sinfonia che qui raffigura un tema tutto in allegria, dalla rappresentazione di una festa russa ad un tema maestoso ad uno passionale fino poi quasi ad arrivare a redimersi in un tema da finale patetico che chiude in bellezza tutta la sinfonia. Secondo le parole di Čajkovskij, il tema di questo movimento è la Provvidenza: dunque, rispetto alla propria precedente Quarta sinfonia, l’ansia innanzi al Fato viene trasfigurata dall’intimo calore di un amore mistico.

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    SINFONIA n° 5 4° Tempo

    120,00 Iva Inclusa

    Scritta in breve tempo, tra il maggio e l’ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia fu eseguita per la prima volta a Pietroburgo il 5 novembre di quell’anno, diretta dallo stesso Tcaikovsky, riportando un modesto successo. Il compositore, confrontandola con la Quarta, ebbe a giudicarla, almeno inizialmente, in senso piuttosto negativo; solo in seguito, dopo ripetute esecuzioni, modificò il proprio giudizio, conservando peraltro un’opinione non molto alta del finale. Una sorta di tema conduttore lega tuti e quattro i movimenti della composizione: il tema, esposto inizialmente dal clarinetto nel registro basso al principio dell’Andante introduttivo, vuole esprimere, secondo Tcaikovsky, «una completa rassegnazione di fronte al destino». L’Allegro con anima che segue sviluppa con drammaticità elementi di motivi già presentati in modo apparentemente neutro: il malinconico primo tema, coi suoi ritmi puntati, ed il secondo tema, dall’andamento di danza. L’Andante cantabile, in re maggiore, è di forma tripartita, e si apre con una accorata melodia del corno; la sezione centrale, come spesso in Tcaikovsky, è ricca di slancio, con una espressiva melodia affidata agli archi; prima della ripetizione della prima parte compare, enfatizzato, il tema del destino dell’inizio della sinfonia, che poi ritorna anche in conclusione. Il terzo movimento, Allegro moderato, è un valzer d’una tristezza pacata tipicamente Tcaikovskiana. L’introduzione al Finale si apre con lo stesso tema del destino, che compare però, questa volta, in tonalità maggiore, assumendo un carattere di tranquilla rassegnazione. L’Allegro vivace presenta un primo tema in accordi, molto enfatico, ed un secondo tema di carattere marziale. Terminato lo sviluppò, una lunga coda in mi maggiore, nella quale il motivo d’apertura del primo movimento ritorna di nuovo, conduce la sinfonia ad una grandiosa conclusione.

    4° Tempo FinaleAndante maestoso – Allegro vivace – Molto vivace – Moderato assai e molto maestoso – Presto.

    IV Movimento: Finale. Andante maestoso-Allegro vivace. Un contrasto abbastanza palese con il tema principale della sinfonia che qui raffigura un tema tutto in allegria, dalla rappresentazione di una festa russa ad un tema maestoso ad uno passionale fino poi quasi ad arrivare a redimersi in un tema da finale patetico che chiude in bellezza tutta la sinfonia. Secondo le parole di Čajkovskij, il tema di questo movimento è la Provvidenza: dunque, rispetto alla propria precedente Quarta sinfonia, l’ansia innanzi al Fato viene trasfigurata dall’intimo calore di un amore mistico.

     

  • 180,00 Iva Inclusa

    CAPRICCIO ITALIANO

    180,00 Iva Inclusa

    Capriccio italiano op. 45 di Tchaikovsky, fu scritto agli inizi del 1880 ed eseguito a Mosca il 28 dicembre dello stesso anno.

    Tchaikovsky passò una vacanza di alcune settimane in Italia tra il 1879 ed il 1880 visitando i luoghi più ameni della penisola. Soggiornò a Firenze, Roma, Napoli, Venezia e da ognuno di questi luoghi colse qualcosa di particolare che gli rimase enormemente impressa. Scrivendo in quei giorni all’amica von Meck, le confiderà che erano dei luoghi incantevoli, ove non esisteva né la pioggia né la neve, ma era come stare in posti mai sognati: la musica, le danze, le feste e tutto contornato da uno splendido scenario tutto sempre illuminato dal sole. Ed ecco che nasce questa bellissima pagina, questo splendido affresco, che ne descrive in musica le sue emozioni, il calore degli abitanti, le feste natalizie, il canto dei lagunari, gli stornelli toscani ed a conclusione: una tarantella napoletana. In questa frizzante composizione, della durata di quindici minuti, vengono fusi i diversi temi del folklore popolare italiano in un unico pezzo brillante. È l’omaggio che Čajkovskij volle fare ad un paese in cui era stato accolto con gioia e con affetto, rimasto moltissimo soddisfatto del soggiorno e soprattutto tenne a dire che il comporre qui non è fatica.

  • 110,00 Iva Inclusa

    TCHAIKOVSKY IN CONCERT

    110,00 Iva Inclusa

     

  • 110,00 Iva Inclusa

    INNO DELLE NAZIONI versione completa – Trasc. per Concert Band di Massimo Picchioni

    110,00 Iva Inclusa

    L’Inno delle nazioni è una cantata profana composta da Giuseppe Verdi su testo di Arrigo Boito per l’Esposizione universale del 1862, presentata in anteprima il 24 maggio 1862 presso la Royal Opera House di Londra.

    Per l’Esposizione Universale del 1862 a Londra, furono incaricati di comporre musica di festa per l’occasione i compositori di quattro paesi: Germania (Giacomo Meyerbeer), Francia (Daniel-François-Esprit Auber), Gran Bretagna (William Sterndale Bennett) e Italia, recentemente unificata. Prima di dare l’incarico a Giuseppe Verdi, che aveva appena terminato la composizione della sua opera La forza del destino, si cercò la disponibilità di Gioachino Rossini, che rifiutò l’offerta.

    Nel 1861 l’Italia era stata unificata per la maggior parte del suo territorio, le regioni ancora non annesse erano il Lazio, l’ultimo residuo dello Stato Pontificio ed il Triveneto. In questo clima di eccitazione, Verdi incontrò il poeta e compositore Arrigo Boito, allora ventenne, che scrisse un testo sulla pace e l’amicizia tra i popoli. In contrasto con il testo di Boito, la composizione non finisce con un inno all’arte come era preventivato, ma sulle note di “God Save the Queen”, “La Marsigliese” e “Il Canto degli Italiani”. La cantata venne conclusa a Parigi tra il 24 febbraio ed il 31 marzo 1862, e non fu eseguita al concerto di apertura con i lavori di Meyerbeer, Auber e Bennett, ma in un concerto complementare alla Royal Opera House. In questa rappresentazione la parte solistica, che Verdi aveva scritto originariamente per il tenore Enrico Tamberlick, fu eseguita dal soprano Therese Tietjens. La mancata esecuzione della cantata al concerto di apertura è dovuta, probabilmente, al fatto che Verdi sostituì nella parte orchestrale l’inno per l’imperatore Napoleone III con “la Marsigliese”, simbolo della Repubblica, ma soprattutto per il fatto che il lavoro risultò essere una marcia e non una cantata come inizialmente richiesto dalla committenza.

  • 100,00 Iva Inclusa

    FINALE dalla SINFONIA PER ORGANO

    100,00 Iva Inclusa

    La sinfonia No. 1, Op. 14 di Louis Vierne è la prima di sei sinfonie per organo, che sono unanimemente considerate una delle massime realizzazioni della musica organistica. Vierne compose quest’opera all’età di 29 anni, quando non era ancora organista di Notre-Dame ed è l’unica sinfonia che non è stata ispirata dall’organo della grande cattedrale parigina.
    Quest’opera è composta di sei movimenti e più che di sinfonia si potrebbe parlare di suite per organo, d’altra parte fu pubblicata a movimenti separati, e questo la dice lunga su come l’autore la considerasse più che altro una suite. Lo stesso Vierne, in seguito, realizzerà una trascrizione per orchestra del movimento finale.
    Il Finale si apre con un deciso andamento di allegro di sonata in cui un motivo di carillon si dispiega ai manuali per un paio di battute, introducendo il primo tema, esposto dal pedale con un andamento maestoso e trionfale.
    Questa trascrizione, che non tiene conto della versione orchestrale, ma solo di quella originale per organo, vuole in qualche modo rendere evidente la scrittura sinfonica dell’autore, e l’ampia varietà timbrica ed espressiva (sinfonica, appunto) di un grande strumento qual è l’organo. Come se si volesse dare vita alle canne dell’organo mutandole in strumentisti di un’orchestra di fiati, che ben si presta a sostituire il grande numero di ance e fondi da utilizzare nell’esecuzione di questo ricco e brillante brano.
    The Symphony No. 1, Op. 14 by Louis Vierne is the first of six organ symphonies, which are considered one of the most important compositions in organ music. Vierne wrote this piece at the age of 29, when he was not yet organist in Notre-Dame, and is the only symphony that was not inspired by the huge organ of the cathedral. This opus is made of 6 movements, more similar to a suite than a symphony.
    This transcription, based only on the original organ version, wants somehow to make clear the symphonic writing of the author, and the great variety of timbres (symphonic, in fact) of a big instrument which is the organ. As if the pipes turned into players of a concert band, which replaces quite well the large number of sounds to be used in this rich and brilliant piece.

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    ZAPFENSTREICH Marsch fur militarmusik WoO 20

    70,00 Iva Inclusa

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    SINFONIA DEGLI ADDII n°45 IV tempo Finale

    90,00 Iva Inclusa
    Nel 1772 il compositore viennese Franz Joseph Haydn (1732-1809) prestava i suoi servigi alla corte del principe Nicolaus Estherázy, detto “il Magnifico”.
    Discreto musicista dilettante, il nobile aveva l’abitudine di trascorrere l’estate nel sontuoso palazzo di Estheráz, trasferendo lì tutta la corte, compresi i componenti della Cappella Musicale.
    Durante questo periodo, per suo espresso volere, sia i servi che gli strumentisti, vivevano lontani dalle famiglie, che rimanevano ad Eisenstadt, residenza invernale del principe.
    Quell’anno il soggiorno ad Estheráz si era protratto più del solito e la maggior parte delle persone non vedeva l’ora di tornarsene a casa.
    Bisognava far comprendere la situazione al principe, usando però molto tatto per non incorrere nelle sue ire.
    Haydn si offerse di risolvere la questione e, a tale scopo, scrisse un brano, da eseguire davanti a Estherázy, strutturato in modo da fargli comprendere i loro desideri.
    Nacque così la Sinfonia n. 45, che conteneva novità e allusioni che non potevano sfuggire ad un uomo dalle indubbie conoscenze musicali come il principe.
    l’apice della sinfonia era costituito dal movimento finale, dove il Presto, posto per consuetudine alla conclusione di ogni sinfonia, si interrompeva improvvisamente, facendo posto ad un Adagio, interpretato inizialmente dall’ intera orchestra.
    La partitura era concepita in modo tale che, con il procedere del motivo, i musicisti delle varie sezioni, a cominciare dai fiati, abbandonassero la scena uno dopo l’altro, lasciando alla fine soltanto i due violini.
    Questi ultimi, dopo aver eseguito un’altra manciata di note, si allontanavano anch’essi, ponendo così termine alla sinfonia.
    Fu sufficiente una sola esecuzione per far comprendere a Nicolaus Estherázy gli umori di chi lo circondava e decidere un immediato ritorno ad Eisenstadt, mentre, da quel momento, la composizione di Haydn divenne universalmente nota come Sinfonia degli Addii.

    ANALISI TECNICA:

    L’ultimo movimento (IV) inizia con un tempo veloce, nel tipico stile di Haydn, scritto in forma sonata. L’intensità ritmica aumenta ad un certo punto con l’uso del bariolage nella parte dei primi clarinetti. La musica arriva finalmente alla fine della ripresa in un passaggio che sembra essere la fine della sinfonia, ma improvvisamente irrompe in una cadenza di dominante. Quello che poi segue è una lunga coda, come un secondo movimento lento, estremamente raro nelle sinfonie classiche e che probabilmente lasciò stupito il principe. Tale coda è scritta in 3/8 e modula dal maggiore al minore. Nella coda molti degli strumenti suonano un piccolo solo appena prima di “congedarsi”, e il finale è un anticlimax che finisce in un pianissimo.

  • 80,00 Iva Inclusa

    MARCIA DEI GIOCATTOLI

    80,00 Iva Inclusa

     

  • 80,00 Iva Inclusa

    CORTEGE DU SERDARE da “SCHIZZI CAUCASICI” Processione del Sardar

    80,00 Iva Inclusa

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    JAGDLIED op. 59 n° 6

    70,00 Iva Inclusa

  • 70,00 Iva Inclusa

    MARCIA TURCA

    70,00 Iva Inclusa

  • 70,00 Iva Inclusa

    MILANO

    70,00 Iva Inclusa

  • 70,00 Iva Inclusa

    UNA FOLLIA A ROMA

    70,00 Iva Inclusa

  • 90,00 Iva Inclusa

    NORMA Sinfonia dall’Opera

    90,00 Iva Inclusa

    Norma è un’opera in due atti di Vincenzo Bellini su libretto di Felice Romani, tratto dalla tragedia Norma, ou L’Infanticide di Louis-Alexandre Soumet (1786-1845).

    Composta in meno di tre mesi, dall’inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, in gran parte nella Villa Passalacqua di Moltrasio, fu data in prima assoluta al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre dello stesso anno, inaugurando la stagione di Carnevale e Quaresima 1832.

    Quella sera l’opera, destinata a diventare la più popolare tra le dieci composte da Bellini, andò incontro a un fiasco clamoroso, dovuto sia a circostanze legate all’esecuzione (l’indisposizione della primadonna, il soprano Giuditta Pasta, nonché la tensione psicologica degli altri membri del cast), sia alla presenza di una claque avversa a Bellini e alla Pasta. Non di meno l’inconsueta severità della drammaturgia e l’assenza del momento più sontuoso, il concertato che tradizionalmente chiudeva il primo dei due atti, spiazzò il pubblico milanese.

    Il soggetto è ambientato nelle Gallie al tempo dell’antica Roma, e presenta espliciti legami con il mito di Medea. Fedele a questa idea di classica sobrietà, Bellini adottò per Norma una tinta orchestrale particolarmente omogenea, relegando l’orchestra al ruolo di accompagnamento della voce.


  • 70,00 Iva Inclusa

    Bizet Georges CARMEN Preludio dall’Opera Atto 1° Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    70,00 Iva Inclusa

    Il Preludio è il momento, musicalmente parlando, più celebre della Carmen, l’opera del 1875 composta dal francese Georges Bizet poco prima di morire, di infato a soli 36 anni. E’ ambientata a Siviglia, nel 1830, e narra dell’epopea amorosa di una giovane zingara, la quale dapprima si fidanza con un soldato e poi, lasciatolo per amore di un aitante torero, verrà da questi assassinata per gelosia.
    Divisa in quattro atti, il Preludio è la musica che, nel quarto, introduce la corrida del nuovo fidanzato di Carmen, Escamillo: proprio mentre costui entra trionfante nell’arena che Carmen viene accoltellata da José il quale, all’uscita della folla dall’arena, verrà trovato inginocchiato accanto al cadavere straziato dal dolore.
    Lo stesso Preludio si divide in tre sezioni distinte: la prima riguardante la corrida stessa, la seconda è la cosiddetta (altrettanto celebre) “canzone del Toreador”, la terza è il finale.

  • 90,00 Iva Inclusa

    COSI’ FAN TUTTE

    90,00 Iva Inclusa

    Così fan tutte, ossia La scuola degli amanti (K 588) è un’opera buffa in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart.

    È la terza ed ultima delle tre opere italiane “buffe” scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo da Ponte (da Le metamorfosi di Ovidio e da La grotta di Trofonio di Giovanni Battista Casti). Fu commissionata dall’imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena in seguito alle felici riprese viennesi (1788-1789) di Le nozze di Figaro e Don Giovanni.

    La prima rappresentazione ebbe luogo al Burgtheater di Vienna il 26 gennaio 1790 con Adriana Ferraresi Del Bene e Francesco Benucci diretta dal compositore.

  • 90,00 Iva Inclusa

    IL FLAUTO MAGICO – DIE ZAUBERFLOTE

    90,00 Iva Inclusa

    Il flauto magico (K 620), titolo originale Die Zauberflöte, è un Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke.

    La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden di Vienna il 30 settembre 1791 con lo stesso Schikaneder (Papageno) e Josepha Hofer (Regina della notte) diretti dal compositore.

    La produzione ebbe molto successo ma purtroppo Mozart morì nello stesso anno in cui venne interpretata la prima volta.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    IL RATTO DEL SERRAGLIO – ENTFUHRUNG AUS DEM SERAIL

    90,00 Iva Inclusa

    Il ratto dal serraglio (K 384) (titolo originale Die Entführung aus dem Serail), è un Singspiel in tre atti con musica di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Gottlieb Stephanie il giovane (1741-1800), tratto da un libretto del 1781 di Christoph Friederich Bretzner (1748-1807) per Johann André, a sua volta ispirato a numerose varianti francesi, inglesi ed italiane del tema del Turco generoso (Belmont und Constanze, oder Die Entführung aus dem Serail).

    Venne rappresentata per la prima volta al Burgtheater di Vienna il 16 luglio 1782 con Katherina Cavalieri (Konstanze), Theresia Teyber (Blonde), Johann Valentin Adamberger (Belmonte), Joseph Johann Ernst Dauer (Pedrillo), Johann Ignaz Ludwig Fischer (Osmino) e Dominik Jautz (Selim) diretti dal compositore.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    LA CLEMENZA DI TITO

    90,00 Iva Inclusa

    La clemenza di Tito (K 621) è il titolo di un’opera seria in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart – l’ultimo lavoro teatrale del genio salisburghese – musicata su libretto di Caterino Mazzolà, a sua volta basato su un melodramma del 1734 di Pietro Metastasio.
    La prima rappresentazione si tenne al Teatro degli Stati di Praga il 6 settembre 1791 in occasione dei festeggiamenti per l’incoronazione di Leopoldo II a re di Boemia.

     

     

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    LE NOZZE DI FIGARO

    90,00 Iva Inclusa

    Le nozze di Figaro, ossia la folle giornata (K 492) è un’opera lirica di Wolfgang Amadeus Mozart. È la prima delle tre opere italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo Da Ponte. Musicato da Mozart all’età di ventinove anni, il testo dapontiano fu tratto dalla commedia Le mariage de Figaro di Beaumarchais (autore della trilogia di Figaro: Il barbiere di Siviglia, Le nozze di Figaro e La madre colpevole).

    Le Nozze di Figaro è una delle più famose opere di Mozart, ed è la prima di una serie di felici collaborazioni tra Mozart e Da Ponte, che ha portato anche alla creazione del Don Giovanni e Così fan tutte.

    Fu Mozart stesso a portare una copia della commedia di Beaumarchais a Da Ponte , che la tradusse in lingua italiana (tuttora la lingua ufficiale dell’opera lirica) e che (d’accordo con Mozart) rimosse tutti gli elementi di satira politica dalla storia.
    L’opera fu scritta da Mozart in gran segreto (la commedia era stata vietata dall’Imperatore Giuseppe II, poiché attizzava l’odio tra le varie classi sociali). Egli impiegò sei settimane per completarla (famoso è il finale del secondo atto, scritto in una notte, un giorno e una successiva notte di lavoro continuato). Eppure fu solo dopo aver convinto l’Imperatore della rimozione delle scene politicamente più discusse che questi diede il permesso di rappresentare l’opera.

    Inoltre, la scena finale del terzo atto, che comprendeva un balletto e una pantomima, si dovette scontrare con un divieto imperiale di rappresentare balli in scena. Racconta Da Ponte, nelle sue Memorie, che lui e Mozart, non intendendo rinunciare al finale come l’avevano concepito, invitarono l’imperatore ad assistere a una prova, dove eseguirono quel pezzo muto. L’imperatore subito ordinò che la musica fosse reinserita.

    Così Le Nozze di Figaro, finita di comporre il 29 aprile, fu messa in scena al Burgtheater di Vienna, il 1º maggio, 1786 con Nancy Storace (Susanna), Francesco Benucci (Figaro) e Michael Kelly (tenore) (Basilio e Don Curzio) diretta dal compositore nelle prime due rappresentazioni e da Joseph Weigl nelle repliche. Ottenne un successo strepitoso, al punto che l’imperatore, dopo la terza recita, dovette emanare un decreto per limitare le richieste di bis, in modo che le repliche non durassero troppo. Ancor più grande fu il successo al Teatro Nazionale di Praga (dal 17 gennaio 1787), dove (a detta di Mozart): «Qui non si parla che del Figaro, non si suona, non si strombetta, non si canta, non si fischia che il Figaro, non si va a sentire altra opera che il Figaro. Eternamente Figaro!».

    L’opera è in quattro atti e ruota attorno alle trame del Conte d’Almaviva, invaghito della cameriera della Contessa, Susanna, sulla quale cerca di imporre lo ius primae noctis. La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena sia di eventi drammatici che comici, e nella quale alla fine i “servi” si dimostrano più signori e intelligenti dei loro padroni. L’opera è per Mozart (e prima di lui per Beaumarchais) un pretesto per prendersi gioco delle classi sociali dell’epoca che da lì a poco saranno travolte dai fatti con la Rivoluzione francese. L’intera vicenda può anche essere letta come una metafora delle diverse fasi dell’amore: Cherubino e Barbarina rappresentano l’amore acerbo, Susanna e Figaro l’amore che sboccia, il Conte e la Contessa l’amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l’amore maturo.

  • 100,00 Iva Inclusa

    IL DIRETTORE DI TEATRO

    100,00 Iva Inclusa
    IL DIRETTORE DI TEATRO ossia L’IMPRESARIO TEATRALE è una commedia in musica di Wolfgang Amadeus Mozart su libretto di Johann Gottlieb Stephanie.
    L’opera, composta in sole due settimane, venne commissionata a Mozart dalla corte imperiale per essere rappresentata a Schönbrunn (residenza estiva dell’imperatore) in occasione della visita del Governatore dei Paesi Bassi, il duca di Sassonia-Teschen, di sua moglie Marie Christine (sorella dell’imperatore Giuseppe II) e di Stanislas Poniatowsky, nipote del re di Polonia.
    La prima avvenne a Schönbrunn (Vienna) il 7 febbraio 1786.
    L’opera (la cui trama innocente pare suggerita dall’Imperatore stesso per evitare ogni possibile rischio di incidenti diplomatici) è composta da una ouverture, un’aria e un rondò per soprano, un terzetto e un vaudeville finale.
    È una commedia in musica, con la contemporanea presenza di attori e cantanti.
    Il carattere e la scala dell’ouverture di questo singspiel è affine a quello dell’ouverture de Le nozze di Figaro dello stesso compositore, opera che fu scritta e rappresentata nello stesso anno.
    Si contano solamente quattro brani vocali nella partitura. Il contenuto musicale (circa 30 minuti, compresa l’ouverture) è quindi circondato da dialoghi d’attualità dell’epoca. In tempi moderni il testo è usualmente completamente riscritto.
    La trama: Un impresario teatrale deve formare una compagnia per uno spettacolo a Salisburgo, ma la scelta di attori e cantanti si rivela più difficile del previsto. In particolare sorge una accesa rivalità tra i due soprani Frau Herz e Fräulein Silberklang, che pretendono entrambe il ruolo di primadonna, mentre il tenore Vogelsang tenta invano di conciliarle. Infine l’impresario Frank riporta l’armonia sul palcoscenico.

     

  • -20%
    100,00 80,00 Iva Inclusa

    LA TREGENDA dall’Opera LE VILLI (versione Completa) di G. Puccini – Trasc. di M. Picchioni

    100,00 80,00 Iva Inclusa

    Le Villi è un’opera-ballo in due atti di Giacomo Puccini su libretto di Ferdinando Fontana, composta nel secondo semestre del 1883 e rappresentata il 31 maggio 1884 al Teatro dal Verme di Milano. Costituisce l’opera d’esordio del compositore lucchese.

    Il successo della breve opera, che in origine era formata da un unico atto suddiviso in due parti, convinse l’editore Ricordi ad accogliere Puccini nella sua scuderia, commissionandogli immediatamente una seconda opera, Edgar, e accordandogli uno stipendio mensile di 200 lire.

    “La tregenda” è una tarantella basata su due idee musicali freneticamente alternate: un grottesco motivo di fanfara, che incarna la ridda delle vendicatrici e dal quale deriva un più languido inciso melodico, e un motivo contrametrico (in tempo ternario, nonostante il 2/4 indicato in armatura) basato su robuste ottave vuote, mosse per quegli intervalli di quarta e quinta che costituiscono la cellula-base di tutto il pezzo.

  • -10%
    70,00 63,00 Iva Inclusa

    EDGAR

    70,00 63,00 Iva Inclusa

    DopoLe Villi, la sua prima opera, il giovane Puccini era alla ricerca di un nuovo soggetto. Ferdinando Fontana, che era già stato il librettista delleVilli, gli proposeLa coupe et les lèvresdi Alfred de Musset, un poema drammatico che faceva parte della raccoltaLe Spectacle sans fauteuil.

    Atto primo. È l’alba: nella piazza del villaggio contadini e pastori si recano al lavoro. Fidelia, figlia di Gualtiero, è innamorata di Edgar, ma il giovane è soggiogato dal fascino perverso di Tigrana, una bellissima cortigiana. Anche Frank, il fratello di Fidelia, è innamorato di Tigrana; ma questa lo respinge, cercando di conquistare definitivamente Edgar. Così, davanti alla chiesa, dove si sta svolgendo una funzione, Tigrana intona una canzone sboccata e provocatoria. I contadini, offesi, cercano di scacciarla, ma Edgar interviene in sua difesa; poi, ormai follemente innamorato, brucia la casa paterna e fugge con la donna. Frank cerca di fermarli, ma Edgar lo affronta in duello e lo ferisce.

    Atto secondo. In un sontuoso palazzo si sta svolgendo una festa, ma Edgar è ormai annoiato e disgustato dalla vita perversa con Tigrana, e pensa invece con nostalgia alla purezza di Fidelia; Tigrana cerca di riconquistarlo, ma invano. Davanti al palazzo passa un plotone di soldati, capitanati da Frank. Edgar ha deciso: per espiare le sue colpe andrà a combattere contro i francesi; chiede perdono a Frank e si arruola. Tigrana, sconfitta, giura di vendicarsi.

    Atto terzo. Una fortezza vicino a Courtrai: si celebra il funerale di Edgar, caduto per la patria. Fidelia piange l’amato, mentre Frank pronuncia l’elogio funebre. Ma un frate, con il volto coperto dal cappuccio, ricorda a tutti le colpe di Edgar; Fidelia invece ne difende la memoria, poi si ritira in chiesa a pregare. Giunge Tigrana, che appare addolorata per la morte dell’uomo; il frate e Frank le promettono una lauta ricompensa se accuserà Edgar di tradimento. I soldati credono all’accusa pronunciata dalla donna e vogliono far scempio del cadavere di Edgar, ma nella bara c’è solo la sua armatura: Edgar è vivo, ed è in realtà il frate incappucciato. Fidelia esulta insieme ai soldati; ma Tigrana, che non accetta di esser stata beffata e di aver perso Edgar, uccide Fidelia con una pugnalata.

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    GUGLIELMO TELL

    120,00 Iva Inclusa

    Guglielmo Tell (Guillaume Tell nella versione originale francese) è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini che, in seguito, si dedicherà alla scrittura di musica da camera, musica sacra e comunque solo a composizioni musicali non destinate al teatro.
    Il libretto fu tratto dal dramma Wilhelm Tell di Friedrich Schiller e dal racconto La Suisse libre di Jean-Pierre Claris de Florian ed elaborato inizialmente da Étienne de Jouy, in seguito da Hippolyte-Louis-Florent Bis.
    La prima rappresentazione ebbe luogo al teatro dell’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829.
    Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a quasi sei ore. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita di quello che verrà definito il genere francese del Grand Opéra.
    Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell che guiderà il suo popolo verso la libertà.
    Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori).
    L’opera è famosa anche per l’ouverture che sintetizza tutta la vicenda, articolata in quattro episodi: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti; lo scatenarsi della tempesta; l'”andante pastorale” con la melodia del corno inglese contrappuntata dal flauto; la fanfara aperta dalle trombe e sviluppata da tutta l’orchestra in un finale trascinante.

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    GUGLIELMO TELL Finale dalla Sinfonia

    70,00 Iva Inclusa

    Guglielmo Tell (Guillaume Tell nella versione originale francese) è l’ultima opera composta da Gioachino Rossini che, in seguito, si dedicherà alla scrittura di musica da camera, musica sacra e comunque solo a composizioni musicali non destinate al teatro.
    Il libretto fu tratto dal dramma Wilhelm Tell di Friedrich Schiller e dal racconto La Suisse libre di Jean-Pierre Claris de Florian ed elaborato inizialmente da Étienne de Jouy, in seguito da Hippolyte-Louis-Florent Bis.
    La prima rappresentazione ebbe luogo al teatro dell’Opéra di Parigi il 3 agosto 1829.
    Il Guglielmo Tell è un lavoro di proporzioni imponenti. Nell’edizione filologica, senza tagli, eseguita in occasione del Rossini Opera Festival del 1995 la sua durata si estendeva a quasi sei ore. In quattro atti, con azioni coreografiche, momenti di danza e scene spettacolari, rappresenta di fatto l’atto di nascita di quello che verrà definito il genere francese del Grand Opéra.
    Il filo conduttore della complessa trama è costituito dal processo di liberazione del popolo svizzero dalla dominazione austriaca. Figura principale è il leggendario Guglielmo Tell che guiderà il suo popolo verso la libertà.
    Per rendere meglio il senso della natura e introdurre elementi caratteristici dell’ambientazione svizzera, Rossini utilizzò dei Ranz de vaches (richiami dei pastori).
    L’opera è famosa anche per l’ouverture che sintetizza tutta la vicenda, articolata in quattro episodi: il dialogo cameristico tra violoncelli solisti; lo scatenarsi della tempesta; l'”andante pastorale” con la melodia del corno inglese contrappuntata dal flauto; la fanfara aperta dalle trombe e sviluppata da tutta l’orchestra in un finale trascinante.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    IL BARBIERE DI SIVIGLIA

    100,00 Iva Inclusa

    Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Pierre Caron de Beaumarchais (1732 – 1799).
    Il titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
    La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi.
    A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Giovanni Paisiello e della sua versione dell’opera messa in scena nel 1782.
    Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello.
    La famosissima ouverture del “Barbiere di Siviglia” non è “originale”, Rossini l’aveva composta e utilizzata precedentemente per l’opera seria “Aureliano in Palmira”.
    • Il brano inizia con un’introduzione lenta e solenne, basata sul continuo alternarsi tra accordi molto sonori e parti quasi sussurrate.
    • All’introduzione segue il primo tema, in modo minore, allegro e facilmente orecchiabile.
    • La melodia inizia pianissimo, ma ben presto sfocia in un episodio temporalesco dal carattere deciso e irruente.
    • Il ritorno ad un’atmosfera più tranquilla preannuncia la comparsa del secondo tema: una bella melodia in modo maggiore.
    • Questo tema, si evolve in un “crescendo”, effetto musicale caratteristico delle ouverture rossiniane.
    • L’ouverture prosegue con la ripresa del primo e poi del secondo tema.
    • Un nuovo “crescendo” e l’accelerazione improvvisa del tempo conducono verso il grandioso finale.

     

  • 110,00 Iva Inclusa

    IL BARBIERE DI SIVIGLIA

    110,00 Iva Inclusa

    Il barbiere di Siviglia è un’opera di Gioachino Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dalla commedia omonima di Pierre Caron de Beaumarchais (1732 – 1799).
    Il titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione.
    La prima rappresentazione ebbe luogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi.
    A provocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari di un teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuni seguaci di Giovanni Paisiello e della sua versione dell’opera messa in scena nel 1782.
    Il fiasco della prima fu però riscattato immediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto per oscurare la precedente versione di Paisiello.
    La famosissima ouverture del “Barbiere di Siviglia” non è “originale”, Rossini l’aveva composta e utilizzata precedentemente per l’opera seria “Aureliano in Palmira”.
    • Il brano inizia con un’introduzione lenta e solenne, basata sul continuo alternarsi tra accordi molto sonori e parti quasi sussurrate.
    • All’introduzione segue il primo tema, in modo minore, allegro e facilmente orecchiabile.
    • La melodia inizia pianissimo, ma ben presto sfocia in un episodio temporalesco dal carattere deciso e irruente.
    • Il ritorno ad un’atmosfera più tranquilla preannuncia la comparsa del secondo tema: una bella melodia in modo maggiore.
    • Questo tema, si evolve in un “crescendo”, effetto musicale caratteristico delle ouverture rossiniane.
    • L’ouverture prosegue con la ripresa del primo e poi del secondo tema.
    • Un nuovo “crescendo” e l’accelerazione improvvisa del tempo conducono verso il grandioso finale.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    IL SIGNOR BRUSCHINO

    90,00 Iva Inclusa

    Il signor Bruschino, ossia Il figlio per azzardo è un’opera lirica di Gioachino Rossini.

    Il libretto, denominato una farsa giocosa in un atto, è di Giuseppe Maria Foppa, che aveva già scritto per Rossini L’inganno felice e La scala di seta ed è tratto dalla commedia Le fils par hasard, ou Ruse et folie (1809) di Alissan de Chazet e Maurice Ourry.

    L’operina appartiene al gruppo di cinque farse che Rossini scrisse per il Teatro San Moisè di Venezia (le altre, oltre alle due citate sopra sono La cambiale di matrimonio e L’occasione fa il ladro).

    Il signor Bruschino andò in scena il 27 gennaio 1813 facendo fiasco, e venne subito sostituita dal Ser Marcantonio di Stefano Pavesi. L’opera venne rappresentata nel XIX secolo solo una volta in Italia, il 2 giugno 1844 nel Teatro della Canobbiana di Milano ed il 28 dicembre 1857 al Théâtre des Bouffes-Parisiens di Parigi come Monsieur Brusquino diretta da Jacques Offenbach, a cui seguirono sporadici allestimenti nel XX secolo.

    La sinfonia dell’opera, invece, viene eseguita di frequente ed è nota per l’effetto richiesto da Rossini ai secondi violini di battere con l’archetto ritmicamente sul leggio.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    L’ITALIANA IN ALGERI

    100,00 Iva Inclusa

    L’Italiana in Algeri è un dramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli.
    Realizzata in soli diciotto giorni, la nuova opera andò in scena nel 1813 e consacrò definitivamente il musicista ventunenne, stabilendo gli standard dell’opera comica rossiniana, in equilibrio tra elementi farseschi e intonazione sentimentale, con l’apporto di stilemi tipici dell’opera seria, e naturalmente con il miracoloso equilibrio formale e la trascinante inventiva ritmica dai quali scaturisce l’irresistibile vis comica del pescarese.
    L’ouverture de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini è una delle più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali.
    Le note iniziali, sospese in un pianissimo denso di mistero, predispongono a eventi meravigliosi e la tenerissima frase del solista che vi si sovrappone accende la magia della favola.
    Lo sberleffo strumentale che apre l’Allegro trae carattere e originalità dall’accordo violento del Tutti che lo interrompe e insieme la rilancia.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    L’ITALIANA IN ALGERI Ouverture dall’Opera G. Rossini Trasc. per Concert Band di M. Picchioni

    90,00 Iva Inclusa

    L’Italiana in Algeri è un dramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli.
    Realizzata in soli diciotto giorni, la nuova opera andò in scena nel 1813 e consacrò definitivamente il musicista ventunenne, stabilendo gli standard dell’opera comica rossiniana, in equilibrio tra elementi farseschi e intonazione sentimentale, con l’apporto di stilemi tipici dell’opera seria, e naturalmente con il miracoloso equilibrio formale e la trascinante inventiva ritmica dai quali scaturisce l’irresistibile vis comica del pescarese.
    L’ouverture de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini è una delle più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali.
    Le note iniziali, sospese in un pianissimo denso di mistero, predispongono a eventi meravigliosi e la tenerissima frase del solista che vi si sovrappone accende la magia della favola.
    Lo sberleffo strumentale che apre l’Allegro trae carattere e originalità dall’accordo violento del Tutti che lo interrompe e insieme la rilancia.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    L’ITALIANA IN ALGERI

    100,00 Iva Inclusa

    L’Italiana in Algeri è un dramma giocoso in due atti di Gioachino Rossini, su libretto di Angelo Anelli.
    Realizzata in soli diciotto giorni, la nuova opera andò in scena nel 1813 e consacrò definitivamente il musicista ventunenne, stabilendo gli standard dell’opera comica rossiniana, in equilibrio tra elementi farseschi e intonazione sentimentale, con l’apporto di stilemi tipici dell’opera seria, e naturalmente con il miracoloso equilibrio formale e la trascinante inventiva ritmica dai quali scaturisce l’irresistibile vis comica del pescarese.
    L’ouverture de L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini è una delle più fantasiose e felici, per invenzione melodica e inedite soluzioni formali.
    Le note iniziali, sospese in un pianissimo denso di mistero, predispongono a eventi meravigliosi e la tenerissima frase del solista che vi si sovrappone accende la magia della favola.
    Lo sberleffo strumentale che apre l’Allegro trae carattere e originalità dall’accordo violento del Tutti che lo interrompe e insieme la rilancia.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    Rossini Gioacchino LA CENERENTOLA Sinfonia dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    100,00 Iva Inclusa

    La Cenerentola è un melodramma giocoso od un’opera lirica di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Il titolo originale completo è La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo.

    Il soggetto fu tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, ma Ferretti si servì anche di due libretti d’opera: Cendrillon di Charles Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e Agatina, o la virtù premiata di Francesco Fiorini per Stefano Pavesi (1814).

    L’opera fu composta in circa tre settimane e Rossini, come fece in altre occasioni, affidò ad un assistente (in questo caso Luca Agolini) la composizione dei recitativi secchi e delle arie meno importanti, quelle di Alidoro e Clorinda.

    La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma. Il contralto Geltrude Righetti Giorgi, che era stata già la prima Rosina del Barbiere di Siviglia, cantò il ruolo della protagonista.

    Il debutto, pur non provocando uno scandalo paragonabile a quello del Barbiere, fu un insuccesso, ma dopo poche recite, l’opera divenne popolarissima e fu ripresa in Italia e all’estero.

    Come aveva già fatto altre volte, Rossini usò la tecnica dell’autoimprestito, cioè prese le musiche per alcuni brani da opere composte in precedenza: il rondò di Angelina è tratto dall’aria del conte di Almaviva del Barbiere “Cessa di più resistere” e la sinfonia è tratta da quella della Gazzetta.

    Per una ripresa del 1820 al Teatro Apollo di Roma, avendo a disposizione l’ottimo basso Gioacchino Moncada, Rossini sostituì l’aria di Alidoro composta da Agolini con una grande aria virtuosistica (Là del ciel nell’arcano profondo), che nelle rappresentazioni odierne viene solitamente eseguita. Scelta che per altro obbliga a scritturare una prima parte anche per il ruolo di Alidoro, che nella versione originale era poco più di un comprimario

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    LA GAZZA LADRA Sinfonia dall’Opera di G. Rossini / Trascrizione per Concert Band di M. Picchioni

    100,00 Iva Inclusa

    La gazza ladra è un’opera lirica di Gioachino Rossini su libretto di Giovanni Gherardini.
    Il soggetto fu tratto dal dramma La Pie voleuse ou La Servante de Palaiseau (1815) di Théodore Badouin d’Aubigny e Louis-Charles Caigniez. La prima rappresentazione ebbe luogo il 31 maggio 1817 al Teatro alla Scala di Milano. L’opera, un tempo famosissima, viene oggi rappresentata raramente, mentre è rimasta nel repertorio sinfonico la magnifica sinfonia dell’opera.

    Ninetta spera di sposare Giannetto, che è appena tornato dalla guerra, cerca di dare un rifugio al padre Fernando Villabella, disertore dell’esercito, ed è importunata dalle attenzioni del podestà, Gottardo. La sparizione di un semplice cucchiaio e la testimonianza di Isacco, l’ambulante, che ha acquistato un pezzo di argento che Ninetta le aveva venduto per raccogliere qualche soldo da dare al padre, porteranno alla sua incarcerazione. Ninetta viene processata e giudicata colpevole, e verrà salvata dal patibolo all’ultimo momento grazie alla scoperta del ladro, la gazza ladra del titolo.

     

  • 90,00 Iva Inclusa

    TANCREDI

    90,00 Iva Inclusa

    Tancredi è un’opera lirica musicata da Gioachino Rossini su libretto in due atti di Gaetano Rossi tratto dalla tragedia omonima di Voltaire (1760).
    La prima ebbe luogo con successo il 6 febbraio 1813 al Teatro la Fenice di Venezia con Adelaide Malanotte ed Elisabetta Manfredini (anche se con il problema dell’indisposizione sia della Melanotte che interpretava Tancredi, sia della Manfredini che era Amenaide: così la recita si interruppe a metà dell’atto II e l’opera completa si ascoltò ancora con successo solo l’11 febbraio).

    Tancredi venne composto alla villa Pliniana sul lago di Como, e come altre opere rossiniane occupò il musicista per un tempo brevissimo (tre mesi e mezzo o addirittura tre giorni secondo la tradizione).
    Una nuova versione, con finale tragico anziché lieto, andò in scena al Teatro comunale (Ferrara) il 21 marzo 1813 con Marco Bordogni. I versi del nuovo finale furono scritti dal conte Luigi Lechi. Per l’occasione Rossini apportò alcuni cambiamenti al piano originario dell’opera, spostando, sopprimendo o sostituendo alcuni Numeri. Ma il pubblicò non gradì il nuovo finale.

    Infine, il 18 dicembre dello stesso anno, l’opera fu rappresentata per l’inaugurazione del Teatro Re di Milano, in una terza e definitiva versione, nella quale Rossini ripristinò il lieto fine e inserì tre nuovi pezzi. In questa forma l’opera divenne per un certo periodo una delle più popolari, rappresentata in tutti i teatri d’Italia. Stendhal la considerava l’opera migliore di Rossini.

    Verso la metà dell’Ottocento, con l’affermarsi di un nuovo gusto, Tancredi scomparve quasi completamente dalle scene. Sopravvisse solo la cabaletta “Di tanti palpiti”, anche nella forma della parafrasi o della variazione strumentale.

    A partire da una storica ripresa al Maggio Musicale Fiorentino nel 1952, Tancredi è gradualmente tornato ad affacciarsi sui più prestigiosi palcoscenici operistici e oggi è considerato tra i lavori più ispirati e equilibrati del Rossini serio.

    Il manoscritto è conservato presso il Museo Teatrale alla Scala di Milano.

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    OTELLO

    100,00 Iva Inclusa

    Otello ossia Il moro di Venezia è un’opera lirica di Gioachino Rossini.

    Seconda di una serie di nove opere composte da Rossini per Napoli, andò in scena il 4 dicembre 1816 al Teatro del Fondo di Napoli.

    Il librettista Francesco Berio di Salsa scrisse i versi non basandosi direttamente sulla tragedia di Shakespeare ma, come era abituale all’epoca, usando adattamenti contemporanei.

    Nonostante il dissenso di una parte del pubblico in sala, particolarmente riguardo al finale considerato eccessivamente tragico, l’opera ebbe subito un grande successo. Rappresentata in tutto il mondo (talvolta sostituendo la conclusione tragica con un lieto fine), venne replicata fino alla fine del XIX secolo, quando venne sostituita nei gusti del pubblico dall’Otello di Verdi.

    « Otello, africano al servizio dell’Adria (Venezia), vincitor ritorna da una battaglia contro i Turchi. Un segreto matrimonio lo lega a Desdemona figlia di Elmiro Patrizio Veneto nemico di Otello, destinata in isposa a Rodrigo figlio del Doge. Jago, altro amante sprezzato da Desdemona, ed occulto nemico di Otello, per vendicarsi de’ ricevuti torti, finge di favorir gli amori di Rodrigo; un foglio poscia da esso intercettato, e col quale fa supporre ad Otello rea d’infedeltà la consorte, forma l’intreccio dell’Azione, la quale termina colla morte di Desdemona, trafitta da Otello, indi con quella di se medesimo, dopo avere scoperto l’inganno di Jago, e l’innocenza della moglie. »

     

  • 120,00 Iva Inclusa

    MAOMETTO II Sinfonia dall’Opera

    120,00 Iva Inclusa

    Il soggetto dell’opera è tratto dalla tragedia Anna Erizo (scritta dallo stesso Della Valle), ispirata all’episodio della guerra tra Veneziani e Turchi e alla caduta di Negroponte del 1476. Il debutto fu a Napoli, al teatro San Carlo, il 3 dicembre 1820, e fu un insuccesso, dovuto soprattutto alle inusuali strutture musicali (prima tra tutte, il cosiddetto “Terzettone” che occupa la metà del Primo Atto) oltre che al finale tragico (raro in Rossini, ma presentato a un pubblico oramai abituato a finali funesti e sanguinosi). Per una replica veneziana al Teatro La Fenice il 26 dicembre 1822 Rossini modificò alcuni pezzi e cambiò il finale da tragico a lieto, utilizzando il celeberrimo rondò di Elena dalla Donna del lago, ma l’opera non ebbe ugualmente successo.

    Successivamente, per il palcoscenico parigino dell’Opera, Rossini elaborò una revisione dell’opera, adattando alcuni pezzi e componendone altri nuovi: il 9 ottobre 1826 debuttò L’assedio di Corinto, con buon successo di pubblico. La fama de l’Assedio oscurò quella di Maometto, che non fu più rappresentato dopo il 12 ottobre successivo, quando andò in scena al Teatro Nacional de São Carlos di Lisbona con Giovanni Orazio Cartagenova.

    La prima rappresentazione dell’opera in tempi moderni avvenne nel 1985 al Rossini Opera Festival di Pesaro, diretta da Claudio Scimone con Samuel Ramey nel ruolo del protagonista, Cecilia Gasdia come Anna, Lucia Valentini Terrani come Calbo, Chris Merritt come Paolo Erisso (già due anni prima era stata incisa sempre da Scimone, con Ramey, June Anderson, Margarita Zimmermann, Ernesto Palacio).

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    UN GIORNO A VIENNA “Ein morgen, ein mittag und ein abend in Wien” Ouverture

    100,00 Iva Inclusa
    Franz Von Suppè ottenne la notorietà di compositore grazie soprattutto al genere dell’operetta, nel quale ebbe grande fortuna, arrivando a far rappresentare 30 opere. Scrisse anche musiche di scena, opere liriche, quartetti, Lieder e musica sacra, tra cui la Missa Dalmatica. Ancora oggi però, il nome di Suppè è indissolubilmente legato a quello delle sue effervescenti ouverture, decisamente le sue creazioni più note, eseguite dalle orchestre di tutto il mondo.
    L’Operetta venne rappresentata per la prima volta a Vienna, al Theater an der Vien nel 1844.
    Dopo un introduzione epica e grandiosa la composizione espone un episodio solistico, un andante amoroso, dove il sax tenore espone una melodia molto lirica che ricorda l’assolo affidato allo stesso strumento nell’ouverture Poeta e Contadino. La composizione prosegue con un movimento veloce dove tuta la filarmonica è impegnata in passaggi virtuosistici e incalzanti per poi arrivare ad un finale impetuoso e trascinante.

  • 100,00 Iva Inclusa

    CAVALLERIA LEGGERA ” Ligth cavalry “

    100,00 Iva Inclusa
    Franz von Suppé, nome d’arte di Francesco Ezechiele Ermenegildo Cav. di Suppé-Demelli, nato a Spalato in Croazia il 18 aprile 1819, ma di origine belga, si perfezionò a Vienna (dal 1835) con J. Von Seyfried e S. Sechter.
    Si dedicò prevalentemente al genere dell’operetta, nel quale ebbe grande fortuna, arrivando a far rappresentare 30 operette.
    Nonostante la lista delle composizioni di Suppé conti di circa 30 operette e più di 180 fra musiche di scena per balletti e rappresentazioni teatrali, la maggior parte di queste opere sono quasi affondate nell’oblio, fatta eccezione per le ouverture delle sue operette che, indubbiamente, hanno avuto molta più fortuna delle operette stesse. Fra queste quella che ancora oggi è maggiormente legata al nome del compositore è la celeberrima ouverture della “Cavalleria Leggera” (Leichte Kavallerie) il cui galoppo finale risuona spesso, oltre che nelle sale da concerto, in film, cartoni animati, pubblicità ecc..
    L’opera “Cavalleria Leggera” (Leichte Kavallerie) fu vittima della censura asburgica, poiché il tema principale era la satira militare, il lavoro venne cancellato dai programmi dei teatri dopo poche rappresentazioni. Bisogna infatti ricordare che l’operetta debuttò proprio nel 1866, l’anno della disastrosa sconfitta austriaca di Sadowa, nel contesto della guerra Austro-Prussiana.

  • 110,00 Iva Inclusa

    CAVALLERIA LEGGERA ” Ligth cavalry “

    110,00 Iva Inclusa
    Franz von Suppé, nome d’arte di Francesco Ezechiele Ermenegildo Cav. di Suppé-Demelli, nato a Spalato in Croazia il 18 aprile 1819, ma di origine belga, si perfezionò a Vienna (dal 1835) con J. Von Seyfried e S. Sechter.
    Si dedicò prevalentemente al genere dell’operetta, nel quale ebbe grande fortuna, arrivando a far rappresentare 30 operette.
    Nonostante la lista delle composizioni di Suppé conti di circa 30 operette e più di 180 fra musiche di scena per balletti e rappresentazioni teatrali, la maggior parte di queste opere sono quasi affondate nell’oblio, fatta eccezione per le ouverture delle sue operette che, indubbiamente, hanno avuto molta più fortuna delle operette stesse. Fra queste quella che ancora oggi è maggiormente legata al nome del compositore è la celeberrima ouverture della “Cavalleria Leggera” (Leichte Kavallerie) il cui galoppo finale risuona spesso, oltre che nelle sale da concerto, in film, cartoni animati, pubblicità ecc..
    L’opera “Cavalleria Leggera” (Leichte Kavallerie) fu vittima della censura asburgica, poiché il tema principale era la satira militare, il lavoro venne cancellato dai programmi dei teatri dopo poche rappresentazioni. Bisogna infatti ricordare che l’operetta debuttò proprio nel 1866, l’anno della disastrosa sconfitta austriaca di Sadowa, nel contesto della guerra Austro-Prussiana.
  • 110,00 Iva Inclusa

    RAYMOND

    110,00 Iva Inclusa

     

  • 60,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro CAVALLERIA RUSTICANA Intermezzo dall’Opera Trascrizione per Concert Band di Picchioni Massimo

    60,00 Iva Inclusa

    Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

    Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

    Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

  • 60,00 Iva Inclusa

    Mascagni Pietro CAVALLERIA RUSTICANA Intermezzo dall’Opera Arrangiamento Bocci Lorenzo

    60,00 Iva Inclusa

    Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese (oltre a Cavalleria rusticana, solo Iris e L’amico Fritz sono rimaste nel repertorio stabile dei principali enti lirici). Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

    Nel 1888 l’editore milanese Edoardo Sonzogno annunciò un concorso aperto a tutti i giovani compositori italiani che non avevano ancora fatto rappresentare una loro opera. I partecipanti dovevano scrivere un’opera in un unico atto, e le tre migliori produzioni (selezionate da una giuria composta da cinque importanti musicisti e critici italiani) sarebbero state rappresentate a Roma a spese dello stesso Sonzogno.

    Mascagni, che all’epoca risiedeva a Cerignola, in provincia di Foggia, dove dirigeva la locale banda musicale, venne a conoscenza di questo concorso solo due mesi prima della chiusura delle iscrizioni e chiese al suo amico Giovanni Targioni-Tozzetti, poeta e professore di letteratura all’Accademia Navale di Livorno, di scrivere un libretto. Targioni-Tozzetti scelse Cavalleria rusticana, una novella popolare di Giovanni Verga come base per l’opera. Egli e il suo collega Guido Menasci lavoravano per corrispondenza con Mascagni, mandandogli i versi su delle cartoline. L’opera fu completata l’ultimo giorno valido per l’iscrizione al concorso. In tutto, furono esaminate settantatré opere e il 5 marzo 1890 la giuria selezionò le tre opere da rappresentare a Roma: Labilia di Nicola Spinelli, Rudello di Vincenzo Ferroni, e Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni.

  • 80,00 Iva Inclusa

    IL MAESTRO DI CAPPELLA

    80,00 Iva Inclusa

     

  • 42,00 Iva Inclusa

    RIGOLETTO

    42,00 Iva Inclusa

    Questo preludio introduce al primo atto del “Rigoletto”, l’opera più amata dal compositore di Busseto.

  • 60,00 Iva Inclusa

    LA TRAVIATA Preludio atto 1°

    60,00 Iva Inclusa

    La Traviata è un opera in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Francesco Maria Piave, tratta da La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio (dramma teatrale andato in scena a Parigi il 2 febbraio 1852). Terza opera della famosa “trilogia popolare” (con Trovatore e Rigoletto), è forse la partitura musicale più densa di interiorità psicologica di tutto il teatro d’opera romantico: le figure femminili verdiane precedentemente delineate trovano in Violetta il più alto e perfetto compendio. Si impone, in quest’opera, un nuovo tipo di lirismo drammatico, non più fondato sui violenti contrasti delle passioni, ma su sottili e spesso raffinate notazioni dei sentimenti, del dolore, della tenerezza, dell’amore, della rassegnazione.
    Soprattutto per l’audacia del soggetto, alla sua prima rappresentazione, al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, la Traviata fu un clamoroso insuccesso. Ma l’anno dopo, ripresentata al Teatro San Benedetto, sempre a Venezia, l’opera fu calorosamente applaudita.

  • 70,00 Iva Inclusa

    AIDA

    70,00 Iva Inclusa

    Aida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste Mariette. La prima rappresentazione avvenne alla Khedivial Opera House del Cairo il 24 dicembre 1871. Interpreti di quel debutto furono: Il Re, Tommaso Costa, basso; Amneris, Eleonora Grossi, mezzosoprano; Aida, Antonietta Anastasi Pozzoni, soprano; Radames, Pietro Mongini, tenore; Ramphis, Paolo Medini, basso; Amonasro, Francesco Steller, baritono; Un Messaggero, L. Stecchi Bonardi, tenore.
    Ismail Pasha, kedivè d’Egitto, commissionò l’opera a Verdi per celebrare l’apertura del Canale di Suez nel 1869, pagandolo 80.000 franchi, ma la prima dell’opera fu ritardata a causa della guerra franco-prussiana. Quando finalmente la prima ebbe luogo, l’opera ottenne un enorme successo e ancora oggi continua ad essere una delle opere liriche più famose.
    Il luogo ideale per eseguire quest’opera è l’ Arena di Verona, poichè, grazie all’abbondanza di spazio, si possono creare mastodontiche e meravigliose scenografie dell’Antico Egitto; infatti è sempre nel cartellone delle stagioni liriche areniane e fu innoltre la prima opera eseguita in Arena nel 1913 per la sua prima stagione lirica. L’opera ha innoltre aperto la stagione lirica del Teatro alla Scala dell’anno 2006-2007, con la scenografia di Zeffirelli.

  • 100,00 Iva Inclusa

    ALZIRA

    100,00 Iva Inclusa

     

  • 100,00 Iva Inclusa

    AROLDO

    100,00 Iva Inclusa

     

  • 70,00 Iva Inclusa

    ATTILA Preludio dall’Opera

    70,00 Iva Inclusa

    Attila è un’opera di Giuseppe Verdi su libretto di Temistocle Solera tratto dalla tragedia Atila, Konig der Hunnen di Zacharias Werner.
    Debuttò alla Fenice di Venezia il 17 marzo 1846. L’opera affascinò Verdi soprattutto per i protagonisti: Attila, Ezio ed Odabella. Il compositore, non del tutto soddisfatto del libretto, decise di far fare alcune modifiche a Francesco Maria Piave. Solera si offese e non collaborò mai più col musicista.
    La prima dell’opera non ebbe il successo desiderato, tuttavia l’opera si affermò al margine del repertorio ottocentesco, ed è eseguita abbastanza spesso anche oggi.

  • 100,00 Iva Inclusa

    GIOVANNA D’ARCO

    100,00 Iva Inclusa

    Composta nel 1845 su libretto di Solera tratto dal dramma di Schiller, anche Giovanna d’Arco e una delle opere minori e meno rappresentate di Verdi. La Sinfonia dell’Opera trascritta per Banda da Massimo Picchioni è in forma di pot-pourrì, la prima parte contiene una “Tempesta”, la seconda uno stupendo intermezzo concertante dei legni, “Flauto, Oboe e Clarinetto”, la terza parte e una sorta di trasformazione della materia tematica.